La scatola dei bottoni
Mia nonna era alta,
portava i capelli bianchi raccolti sulla nuca, arrotolati in un ciuffo, vestiva
sempre di nero, con le gonne piuttosto lunghe sopra sempre un pannello a righe con due grandi saccocce dove teneva il rosario e un fazzoletto, le
piacevano le pianelle.
Insieme al nonno lavoravano nei campi, così molti prodotti naturali e buoni li
portava a casa ogni giorno, aveva alcune galline che fornivano uova speciali e
nutrienti .
Era una persona molto attenta in casa a non sciupare
niente, cuciva, aggiustava ,faceva orli usando refe
e aghi infilzati in un mini cuscinetto creato per questo uso, così gli abiti
duravano più a lungo. Anche nella preparazione dei pasti stava molto attenta ,
erano tempi difficili quelli dopo la guerra, mancavano tante cose e spesso
anche il necessario.
Io
ero una bambina e ricordo che la nonna aveva una grande scatola di latta che
teneva gelosamente nella sua camera, era arrivata dall’Inghilterra inviata dai
parenti scoccesi contenente dei biscotti per le
feste di Natale, quando finirono i biscotti , questa scatola tutta disegnata
esternamente, divenne contenitore di bottoni, cerniere, fibbie ed altri oggetti che
accuratamente tagliava dagli abiti che non si usavano più.
Mi affascinava e quando mi era permesso, mi piaceva rufolare dentro con le mani
.C’erano bottoni di ogni tipo: eleganti, brillanti , grandi e piccoli , di
materiali diversi. I bottoni rossi erano di un vestitino che indossavo solo la
domenica, ero felice , mi piaceva tanto, un bottone grosso con fregi di metallo
era di una vecchia giacca della mamma, elegante, che indossava solo per andare
alla Messa. Legato ad ogni bottone c’era un ricordo bello, a volte non troppo e
mi piaceva tanto stenderli sul tavolo e osservarli come dei piccoli tesori. In
particolare tre bottoni grigio-verde, assai grossi, tolti da una giacca
militare di mio babbo avrei voluto tenerli sempre con me!
Nessun commento:
Posta un commento
il tuo commento è il benvenuto