giovedì 18 gennaio 2024

                                            LA  PANIA




O MONTE CHE REGNI TRA IL FUMO 
DEL NEMBO, E TRA IL LUME DEGLI ASTRI
TU NUTRI NEI POGGI IL PROFUMO 
DI TIMI, DI MENTE E MENTASTRI.

  
TU PASCOLI LE API, O GIGANTE:
TU MENI NEI BORRI PROFONDI
LA PICCOLA GREGGIA RONZANTE. 
                       
SEI GRANDE, SEI FORTE:
E DAI CAVI  TUOI MASSI TU GEMI, 
TU GRONDI DEL LIMPIDO FLUTTO DEI FAVI.                                                    

G. PASCOLI            

SEI LA REGINA DELLE ALPI APUANE.
ELEGANTE E RAFFINATA SOTTO IL MANTO BIANCO DI CANDIDA NEVE,
 BRILLANTE SOTTO I ROSSI RAGGI DEL SOLE AL TRAMONTO,
ACCOGLIENTE TRA LE GIUNCHIGLIE IN FIORE,
TRISTE E PENSIEROSA SOTTO LA NEBBIA, LA PIOGGIA E LA TEMPESTA
.


 






APUANE LETTERARIE

    GUARDA              La Nostra Storia : Apuane "letterarie"... Viaggio fra coloro che ne decantarono le sue bellezze (paolomarzi.blogspot.com)

               

            


Se potesse parlare  LA NOSTRA BELLA SEMPRE, CON VOCE ACCORATA sono sicura che si rivolgerebbe  a chi va in montagna …senza conoscerla, rispettarla, mettendo a rischio la propria vita e …..quella dei soccorritori.

Ricordando con dolore che molte persone sono morte lungo i suoi pendii e dirupi!

Partono persone di ogni età, senza essere allenati a camminare, senza abiti adatti, magari in ciabatte……non conoscendo i pericoli che possono incontrare:….




Raggi del sole,  caldo,  freddo, morsi di vipera, temporali improvvisi, nebbia, fulmini… Il nostro organismo ha poi bisogno poi di una alimentazione adatta!!!

             “La montagna non è una palestra!"            💬💬

·         Il camminare in montagna, in collina, ma anche in pianura è uno sport per tutti, dai bambini di pochi anni fino alla terza età. Basta scegliere e modulare i percorsi sulla base delle proprie capacità fisiche e psichiche, con una premessa fondamentale: la soddisfazione di una gita non si misura con le ore di cammino o con la quota raggiunta.

O Ognuno deve seguire senza forzature le proprie inclinazioni ed esigenze, cercando le proprie soddisfazioni, uniche e irripetibili: il tramonto, il prato in fiore, lalbero secolare, il sommesso rumoreggiare del torrente, il fragoroso ruggire della cascata, la baita, passare la notte in un rifugio, avvicinarsi agli animali selvatici e fotografarli, il grandioso panorama di una vetta o la frescura un po' cupa di una foresta, lultima neve di primavera.
Tuttavia, come ogni attività umana, l'
andar per monti non è esente da rischi, a volte lievi, altre volte ben più seri. In ogni caso, occorre sempre muoversi con criterio, prudenza e buon senso, rispettando regole e precauzioni molte volte semplici e intuitive.

 

Rispettate la montagna. In montagna siete solo ospiti. Comportatevi quindi come tali, lasciando la montagna come era e, soprattutto, come vorremmo trovarla, senza sporcare, rovinare, abbandonare rifiuti di qualsiasi tipo. Rispettate quindi la fauna e la flora. In una frase:

 “Non lasciate tracce del vostro passaggio”. 

 Sono sicura che BELLA SEMPRE spesso si guarda intorno, da una parte il Monte Forato, che meraviglia! lo guarda compiaciuta!

 Dall’altra parte ahimè

Non può non rattristarsi vedendo monti squarciati…

 

L’estrazione del marmo di Carrara dalla catena delle Alpi Apuane in Toscana procede da qualche decennio a ritmi folli, mettendo in pericolo i ricchi ecosistemi delle stesse montagne e causando danni a tutto il territorio. Una deturpazione che, sostengono gli ambientalisti locali, non è più giustificata dalle ricadute economiche sulla collettività, con la ricchezza che resta nelle mani di pochi. Tanto più che il famoso marmo della zona è una minima parte di quello estratto a favore di detriti per il business del carbonato di calcio.

Il marmo di Carrara, che i romani chiamavano oro bianco, viene estratto in questa zona da duemila anni. Michelangelo in persona si recava qui per scegliere i migliori blocchi di statuario per le proprie opere. 

“Gli scarti dell’estrazione – la famosa marmettola – inquinano le falde e i corsi d’acqua”  La marmettola inoltre intasa, cementificandolo, il letto di fiumi e torrenti, contribuendo al rischio esondazioni. Le alluvioni sono state otto in 20 anni a Carrara, tra cui quella rovinosa del 2014. Come se non bastasse, la polvere di marmo soffoca il territorio, contribuendo a un'alta percentuale di malattie polmonari.

Cave del Monte Corchia

Le cave del Monte Corchia sono le più alte e panoramiche d’Italia e tutti coloro che trascorrono le vacanze al Forte le conoscono bene, infatti si trovano immediatamente alle spalle del paese e costituiscono un elemento caratteristico del paesaggio.

Le visite alle cave del Monte Corchia vengono organizzate durante l’estate e partono dal paese di Levigliani.

Cave di Carrara

Sono probabilmente le cave di marmo più famose del mondo, le visite sono attive in tutte le stagioni e si raggiungono procedendo direttamente da Carrara verso la frazione di Miseglia.

Le Cave di Carrara, oltre all’incredibile scenario, offrono al visitatore la possibilità di completare la visita con un interessante museo a cielo aperto che racconta la storia dell’estrazione.

Continuando ci sono escavazioni al passo della Focolaccia, al di sopra dei 1.500 m/slm; cave che invadono o nei pressi di doline, cavità carsiche, circhi glaciali; attività che interessano anche il Monte Corchia, con Cava Tavolini e Cava Piastraio, e dove non si cava più in superficie è stato intaccato il crinale e si scava in galleria. Le attività estrattive, denunciano le associazioni, hanno modificato e deturpato la valle del Solco di Equi e non si salvano le pendici della parete nord del Pizzo d'Uccello; nella Valle glaciale di Orto di Donna-Serenaia, le cave segnano irrimediabilmente le montagne.  

  





 Ricordatevi che le montagne non ...      ricrescono, fermate questo scempio!!!💭

  


Maria Rosa




mercoledì 17 gennaio 2024

IL GALLO

                                       


       

   Il   gallo

Quanto la gallina è familiare e dolce, timida, affettuosa e docile, altrettanto il gallo, questo sultano e padrone, è bellicoso, autoritario e valoroso.
Vegliare, combattere, amare: questo è il suo motto. La penna sull’anca e il becco al vento, avvolto nel suo mantello dai riflessi splendidi, inclinando la sua larga cresta come un cappello da moschettiere, ha l’aria di nascondere una spada sotto l’ala e di aspettare un rivale per battersi come un grande prode quale è dei cortili e dei boschi

Il gallo è originario dell’Asia. Dalla Persia passa in Egitto, dall’Egitto in Grecia, da Atene a Roma.


Comunque il gallo non canta solo all’alba, come comunemente si è portati a pensare, ma durante tutto l’arco del giorno e a volte pure di notte, ad esempio, quando della luce filtra all’interno del suo ricovero; la principale funzione del canto del gallo è quella di dichiarare la propria presenza e affermare il proprio impero sulla sua zona e le sue galline.
Se altri galli nelle zone circostanti odono il suo canto, essi a loro volta rispondono, dando vita ad una serie di potenti chicchirichì di “botta e risposta”. 

In generale le galline, rispetto al gallo, sono invece più piccole e leggere, e hanno colori meno vivaci, con un piumaggio “regolare” privo delle vistose piume lanceolate del collo e del dorso e delle piume falciformi della coda.

L'aspetto “regale” del gallo esalta la sua vigorosità e forza, caratteristiche che si traducono poi nella volontà di primeggiare sugli altri galli (gerarchia) e nella capacità di “sedurre” le galline ai fini della riproduzione.

Per secoli il canto del gallo ha accompagnato nelle campagne il risveglio mattutino e scandito i ritmi naturali sonno-veglia (riposo-lavoro). Ai giorni nostri questo avviene per pochi: le aie, gli orti coi pollai, e piano piano anche il contado tradizionale vanno scomparendo. E il gallo non è più il simbolo solare che scaccia le tenebre, ma anche l'odiata incarnazione di colui che ci strappa ai piaceri notturni per farci tornare al duro lavoro.


Ma io sono fortunata ... vicino alla mia casa ci sono diversi campi e prati, ed assai vicino si trova un pollaio, ben fatto, ben tenuto con le galline e un gallo, ogni tanto nelle mie passeggiate vado a vederlo, bello!

Questo gallo ha l’abitudine di cantare a tutte le ore, del giorno e della notte.

Di notte non trova completamente buio, anche quando non splende la luna c’è sempre il lampione nella strada adiacente e…il gallo canta! Canta e ricanta!

Mesi fa, per fortuna passati, non stavo molto bene. Era estate e quelle notti dormivo poco, poi proprio quando riuscivo ad appisolarmi …”Chicchirichi!... Chicchirichi!”, il canto di quel gallo entrava limpido dalla finestra aperta e mi risvegliava!

Quando cominciava a cantare, spazientita  guardavo l’orologio e "sono ancora le tre", pensavo, sgomenta. "Ohi ohi, ancora tante ore prima dell'ora di alzarmi”, mi veniva lo sgomento e mi spostavo dal letto alla poltrona e viceversa nella speranza di poter trovare poi ancora un po’ di sonno. 

Acqua passata. Ora non ho problemi per dormire, vado a letto, ascolto un po’ di musica, mi rilasso e mi addormento. Ora è freddo, le finestre sono chiuse, ma nel silenzio della notte sento il mio amico gallo che canta, canta e ricanta, guardo l’orologio e vedo che mancano ancora ore prima della colazione! Mi copro bene sotto il piumino, accendo la musica e …penso: “Che bello posso dormire ancora al calduccio, nel mio comodo letto!”

Intanto il gallo continua imperterrito a cantare, anche lui contento del suo ruolo di re del pollaio.

 

Maria Rosa

mercoledì 10 gennaio 2024

C'ero alla Conferenza del dottor Landi

 

grazie Giuliano per la bella foto. Maria Lammari, Roberto Landi, Renato Luti, Sonia Ercolini.

Non mi capita spesso di avere pomeriggi realmente liberi. Regolato il disco orario e parcheggiata l’auto in Piazzale Matteotti, ci saranno trecento metri per arrivare alla Sala Colombo di Via del Giardino. Barga è quasi deserta, sarà anche per il freddo, ma è per la stagione senz’altro. È inverno. Dalla tarda primavera in poi il flusso di persone esterne rende le vie della cittadina meglio animate; e poi in estate le scuole sono chiuse e la gioventù semplicemente si ritrova per via.             

 

Lunedì 9 Gennaio 2023. Il freddo era sufficientemente stagionale, una normalità in questi cicli stagionali che ci raccontiamo impazziti oppure ammalati di crisi ambientale.  Questo dopo pranzo lo avevo programmato come un po’ libero poiché non avrei voluto mancare alla lezione sulla prevenzione e sulla reazione alle malattie neurovegetative che Roberto Landi, neurologo, medico in pensione ma ancora attivissimo nella sua professione e all'Università, sarebbe venuto a tenere presso UniTre Barga. È il marito della Catia Gonnella, barghigiana doc, insegnante e infine Dirigente dell’ISI, proprio a Barga. Lei la conosco da tempo, ma di lui non sapevo niente fino a pochi mesi fa. Me ne parlò la Pieranna quando stavamo preparando il convegno sulla Educazione degli Adulti, nell’Aprile del 2023. Finì che venne come relatore a proposito del valore neurologico dell’attività di apprendimento continuo in età adulta.

La porta d’ingresso è sulla destra, uno scalino, un pianerottolo poi ancora a destra la  rampa di una decina di passi e a sinistra puoi mettere la mano sulla maniglia. Erano le 17.00 e quattro minuti, il brusio lo udivo dalle scale, c’era senz’altro molta gente quella sera. Poi, aprendo l’uscio, l’animazione della sala mi fece un bell’effetto. Piacere. La sala tra pochi minuti sarà colma, pensai subito.

Qualcuno conoscevo, salutavo, sorridevo e mi avvicinai per salutare Roberto che con altri era intento a sistemare pc e proiettore. Alla fine tutto funzionava. Poi ho trovato un posto a sedere, su al muro dirimpetto all’oratore, accanto al Loriano Rinaldi. È buffo, perché l’animazione non tendeva a scemare, come avrebbe dovuto, visto che ognuno poteva vedere che tutto era pronto; la Maria, vicepresidente della associazione, chiedeva di iniziare, presentare l’ospite e l’argomento. I presenti, più femmine che maschi, non si chetavano, cosa avranno da dirsi, mi venne da pensare. La gente non può esser diventata maleducata tutt’un tratto. Una bella eccitazione, forse per l’argomento della lezione, visto che riguarda proprio noi persone e le nostre esperienze di salute e di cura. “PREVENIRE E REAGIRE ALLA MALATTIA NEUROVEGETATIVA.”

“Vogliamo cominciare?” E così d’un tratto tutti ci chetammo e l’attenzione fu immediata, ma titubante. Il dottor Landi introduceva alla lezione. Si è sentito subito che non porgeva come un barone per il suo modo di parlare in maniera accattivante, semplice ma insieme precisa nel “suo” linguaggio. L’argomentazione si appoggiava ad una successione di diapositive proiettate a muro; utile per seguire ed accoppiare le parole del neurologo.  Poche le frasi appena esposte dal dottore che tra il pubblico si sentivano nuovi bisbigli nervosetti. E qualche parola a voce alta. Qualche domanda impaziente che si sovrapponeva alla voce del dottor Landi, che non si scomponeva, sorrideva e diceva che lo “avremmo visto”, le risposte sarebbero venute ascoltando la lezione.   Ma più volte accadeva questa la situazione. L’argomento era molto sentito dal pubblico, molte persone avrebbero voluto portare conferme o fare domande immediatamente, stimolate dal sentire sulla pelle l’argomento. Chissà quali emozioni passavano per i ragionamenti di molte persone: “Alzheimer, Parkinson, ci sono vicina o lontano?” “Allora, la mia mamma… “A che età può avvenire” …

L’emozione di una buona parte della platea era comprensibile e sentita, anche nel senso che via via, pur seguendo il discorso del dottor Landi, alcune non potevano non bisbigliarsi impressioni e conferme sotto le labbra. La conferma che argomenti sulla salute e sulle problematiche di gestione dei malati siano un argomento sul quale continuare a conoscere e magari scambiarsi esperienze, raccontarle per condividere e ragionarci su.

Lo sapeva bene il dottor Landi, che a costo di esser lungo, invitava a seguire una serie di animazioni filmate che chiosano esperienze reali e comportamenti adeguati e inadeguati alla cura e all’assistenza di chi è, purtroppo, colpito da malattie neurovegetative. Simpatica è stata la richiesta, quasi una battuta spiritosa, di Maria Rosa “c’è una età nella quale siamo fuori del rischio di degenerazioni neurovegetative?” Ovvia la risposta, e i sorrisi, pure, erano lo scaricare la tensione che comunque può prendere le persone più o meno adulte che si impegnano a riflettere su quelle patologie neurologiche che non puoi ancora curare effettivamente e che coinvolgono spesso la vita quotidiana dei familiari. Alcuni dati sulle patologie neurologiche nel nostro Paese.

Le 19 erano passate da un po’, ora inconsueta per rimanere i conferenza, alla spicciolata, ma velocemente la sala si svuotava, molti i sorrisi e i ringraziamenti al dottor Landi per la realistica lezione che aveva appena tenuto.

Abbiamo la lezione di Roberto Landi, neurologo, attraverso le sue slide, a disposizione di chiunque conoscerla.

 

 

Renato

lunedì 1 gennaio 2024

LIVING MY MEMORIES !!!



January1st. 2024






2024 is for me a special year!!!
I'm having a wonderful trip in Melbourne were I left part of my childhood life in the far away years (1958-68) and where now I'm living my memories as if they are in my present. 

MY DREAM HAS BECOME TRUE !!!!












 

                                  HAPPY NEW YEAR 

P.S DREAMS CAN BECOME TRUE .....

 

  Davidia Involucrata     A lbero dei fazzoletti, è una pianta di medie dimensioni , può essere coltivata come albero o come grande c...