27.05.2024
IL CORREDO
Vi siete mai
chiesti quanti pensieri e parole possono nascondersi dietro i punti di
ricamo???
Once upon a
time….
C’era una
volta quando le mamme indirizzavano le figlie all’arte del ricamo.
Affidavano
le bambine alle Suore, della quale con magistrale abilità le preparavano al mestiere di Ricamatrice.
Nel mio paese, Gallicano, esisteva il convento
delle Suore Oblate, situato nel cuore del Centro Storico. Le Religiose conoscevano
bene la tecnica del ricamo, ed accoglievano volentieri le ragazzine con la
voglia d’imparare. Mia mamma (nata 1923) fu una di quelle. Appena terminata la
quinta elementare, con in mano ago, filo e stoffa si avvicinò a questa antica arte.
A volte le piaceva raccontare di quelle
lezioni, e ricordava i nomi di tutte le amiche che si ritrovavano a quell’appuntamento,
ed un bel sorriso le segnava le labbra nel dire
“quanto ci si divertiva, anche se le Suore
erano severe riguardo la puntualità, e la precisione dei punti da eseguire”.
All’epoca era di gran modo preparare il
“Corredo”. Fin da piccole i doni a loro fatti, erano nell’ottica “del corredo”,
pensando al futuro, di mettere su famiglia. Le ragazze la consideravano la loro
“dote” alla quale tutte, compresa mia Mamma volevano avere.
L’ho vista
ricamare tante belle cose: centrini, tovaglie, tende, lenzuoli, copriletti di
canapa, cuscini e tutto quello che poteva realizzare con i vari punti di
ricamo. Alle sue tre figlie non ha fatto mancare niente, e cosi ha proseguito
anche per i nipoti, pensando a loro futuro quando erano ancora lontani dal
bisogno del corredo.
A quei tempi
le ricamatrici erano tante, e tutte allieve delle Religiose.
Nei piccoli
borghi durante le giornate estive, un gruppetto di Donne s’incontravano nella “cariola”
dove si facevano accarezzare dall’aria frescolina. Approfittavano di quel
momento per stare insieme, e nello stesso tempo si appassionavano a dare vita
alle loro creazioni dopo i tanti lavori domestici fatti nella mattinata.
Ogni tanto decido
di fare una passeggiata nel Centro Storico e tutte le volte mi sembra di
rivederle insieme, nello stesso punto d’incontro come tanti anni fa, sedute una
vicina l’altra. C’era chi ricamava, c’era chi faceva la maglia e chi lavorava
con l’uncinetto. Era il loro mondo!!!
Insieme a
quei punti di ricamo spiattellavano anche qualche pettegolezzo. Per loro la
parola d’ordine era, “ve lo dico ma non ditelo a nessuno”.
In quelle occasioni
non si notava nemmeno l’ombra di tristezza, erano sempre pronte a lanciare
battute simpatiche per fare quattro risate insieme. Per loro era piacevole fare
una breve pausa per accendere la sigaretta mentre facevano cadere uno sguardo
di soddisfazione sul lavoro realizzato.
A mia Mamma piaceva tanto usare i filati colorati, dalla
scelta che usava per ricamare esprimevano il suo carattere, estroso ed allegro.
Non ha mai abbandonato la sua passione per
il ricamo nemmeno nei giorni più bui della sua vita. Ricordo le tante volte quando
venivano delle Signore a suonare il campanello di casa per chiederle se aveva
da vendere un “pezzo unico” dei suoi lavori per sfoggiare nella loro casa, e
lei le accoglieva con gentilezza. Alla domando “quanto le devo per questo
lavoro?”
Lei era
generosa e chiedeva una somma sempre inferiore al dovuto.
A queste
Donna piaceva stare in compagnia, e quando era l’ora di rientrare a casa per la
cena si salutavano dicendo “A DOMANI”.
Oggi giorno i giovani non comprendono il
valore di queste manifatture. Non hanno idea del tempo dedicatosi a fare una
bella tovaglia in “punto intaglio”, non conoscono il costo della stoffa, del filato,
di come si usano le forbicine, come infilzare un ago e probabilmente non hanno
mai avuto l’occasione di vedere una donna ricamare. Non immaginano con quanta pazienza, e quanta
buona volontà ci mettessero per creare questi preziosi capi.
A modo loro pensavano al “futuro” “al domani”
Certamente
questo tipo di biancheria non è più attuale, tutto l’occorrente si compra facilmente.
I tessuti nuovi non hanno bisogni di essere stirati, è tutto rivolto alla
praticità. L’arredamento moderno ispira nuovi dettagli.
Un motivo
perché la maggior parte delle Donne lavorano fuori casa, e anche la tecnologia
ha portato via certi momenti di tempo libero che i giovani non conosceranno
mai.
………. tutto
cambia e tutto passa!!!!Tutta questione del progresso!!!!
Have you ever wondered how
many thoughts can hide behind embroidery stitches???
Once upon a time Mothers
brought their daughters to the art of
embroidery.
They entrusted the girls to
the Sisters, who with masterly skill trained these girls for the profession of
embroiderer.
In my town, Gallicano, there
was the convent of the Oblate Sisters, located in the heart of the historic
centre. The nuns knew the embroidery technique well, and willingly welcomed the
girls with the desire to learn. My mother (born 1923) was one of those. As soon
as she finished fifth grade, she approached this ancient art with needle and
thread.
She liked talking about
those lessons, she remembered the names of all the friends who met there and a
beautiful smile marked her lips as she said "how much fun we had, even if
the Sisters were strict about the punctuality of the lessons, and the precision
of the stitches performed."
At that time it was a great
thing to prepare the "Kit". From an early age, and the gifts given to
them were perspective, thinking about the future of starting a family life. The
girls considered it their "dowry" which everyone, including my
mother, wanted to have.
I saw her embroidering many
beautiful things: doilies, tablecloths, curtains, sheets, hemp bedspreads,
cushions and everything she could create with the various embroidery stitches.
She prepared as much as she could for her three daughters, and continued for her grandchildren too, starting
for them when they were still far from needing the kit. In those days there
were many embroiderers, and all of them were students of the Religious.
In the small villages, during the hot summer
days they met in the "cariola" where the fresh air was felt. They
took advantage of that moment to stay together, and enjoyed bringing their
creations to life after the many housework done in the morning.
Walking through the historic
center it seams as if I could see them again , like many years ago when they
sat next to each other. Some ladies were embroidering, some were knitting and
some were working with crochet.
Along with those embroidery
stitches they also revealed some secrets. For them the watchword was
"don't tell anyone". On those occasions the sadness was never noticeable, they
were ready to throw funny jokes and have a laugh together. For them it was also
nice to light a cigarette while they cast a look of satisfaction on the work
accomplished. The colors that my mother used for embroidery expressed her
character, whimsical and friendly. She never abandoned her passion for
embroidery even in the darkest days of her life. I remember many occasions when
women, who appreciated her art, would ring the doorbell to ask her to buy a
unique piece to show off in their home.
The afternoon passed quickly and when it was time for dinner they greeted each other cordially and agreed to meet "see you tomorrow".
Nowadays the younger generations don’t understand the value of these manufactures. They have no idea of the time dedicated to making a beautiful "intaglio stitch" tablecloth, they don't know the cost of the fabric, the yarn, how to use scissors, how to thread a needle and they probably have never had the opportunity to see embroidering. They don't know how much patience and good will they put into creating these precious garments. In their own way they thought about the “future”.
Maybe this type of linen is no longer in fashion, everything you need can be easily bought, modern fabrics do not need to be ironed, and everything is aimed at practicality. Modern furniture inspires different things.
Also the fact is that most women work and it’s difficult for them to find
time to spend on handmade work.
……….well, everything changes and
everything passes!!!!
Storia di ricamo. https://www.artedelfilo.org/storia-ricamo/
STORIA DEL RICAMO (dal web)
Il ricamo è un’arte antichissima, apparsa molto probabilmente in Oriente, poi arrivata in Occidente. La storia del ricamo può essere ricostruita per la maggior parte citando fonti storiche e iconografiche, ma non mancano, anche se ridotte in piccolissimi frammenti, testimonianze autentiche.
In Egitto ed in Attica, infatti, sono state rinvenute strisce decorative risalenti a secoli prima di Cristo e data la loro precisione ed accuratezza si desume che fossero frutto di una scuola regolare e formalmente codificata. Sono già presenti molti punti attuali quali il punto filza, erba, punto croce semplice e orientale e il gobelin.
Il ricamo rappresentava il modo più semplice per impreziosire e personalizzare i capi d’abbigliamento indossati da personaggi di grande risalto politico o religioso, aumentandone così dignità e prestigio.
In Italia, e precisamente in Sicilia, questa arte inizia intorno all’anno mille, durante il dominio dei Saraceni, che vi introducono laboratori di tessitura e di ricamo, rispettivamente Thiraz e Rakam, dai quali escono manti cerimoniali di grande pregio. La parola ricamo, infatti, deriva dal lemma arabo raqm (racam) che significa “segno, disegno”.