La curiosità ti porta a cercare notizie anche su ciò che non ti interessa quando una pulce ti entra nelle orecchie, ti mette dubbi, quindi spinge a chiederti e a verificare.
Ho letto che si sarebbe voluto avvicinare in qualche modola storia della Matilde di Canossa (1046-1115) al senso della Giornata Internazionale della Donna. Vespe ronzavano, pulce nell'orecchio.
Mi sono messo a cercare chi fosse Matilde di Canossa e cosa avesse da dire nel senso dell'accostamento ... tra le fonti, Wikipedia è stata ricca di informazioni.
Mi sono fatto una sintesi:
Chi era Matilde di Canossa. (? Marzo 1046 forse a Mantova-
24 luglio 1115 a Bondeno di Roncone) Nobildonna italiana di
stirpe longobarda, membro della dinastia degli Attoni, detti comunemente "Canossa"
dal nome di un loro feudo, terzogenita della potentissima famiglia feudale del padre, Bonifacio
di Canossa detto "il Tiranno", unico erede della dinastia
canossiana. La madre, Beatrice di Lotaringia era strettamente imparentata con
la famiglia imperiale residente in Germania ed anche con Stefano IX che era il
154º papa dal 3 agosto 1057 e fu il sesto papa tedesco della
Chiesa cattolica.
Oggi, Canossa è un comune italiano di 3 770 abitanti della
provincia di Reggio Emilia in Emilia-Romagna.
Visse i primi anni della sua esistenza nell'agiatezza e
serenità del castello di Canossa, teatro dei grandi banchetti e delle
sontuose feste organizzate dal padre. Mentre sui territori si menavano intrighi per il potere le cui spese le facevano le genti. Quando aveva sei anni, nel 1052, perse il
padre assassinato da un suo vassallo. La madre Beatrice coi tre figli, Matilde e i due fratelli, ottennero
protezione da parte dell’imperatore Enrico III. Un anno dopo, 1053, i due fratelli maggiori di
Matilde morirono a causa di un maleficio, probabilmente furono vittime
di avvelenamento.
Visto il crescente potere della Casa di Canossa e la scomparsa del loro alleato
Leone IX (papa), Enrico III (imperatore) prese in ostaggio Matilde, che aveva
solo dieci anni, e sua madre e le portò in Germania; ma dopo un anno anche
Enrico III morì e così Matilde ritornò in Italia. La madre Beatrice cercò una
nuova protezione risposandosi con Goffredo il Barbuto, fratello di papa
Stefano IX.
Goffredo il Barbuto, sposando Beatrice, era diventato
signore della Tuscia. Una clausola del contratto di matrimonio stabilì che il
figlio di Goffredo, Goffredo il Gobbo, avrebbe sposato la figlia di
Beatrice, Matilde. I due promessi sposi erano cugini per il ramo materno, da
parte di Beatrice. Matilde e Goffredo il Gobbo si unirono in matrimonio. Il
marito era un giovane afflitto da alcuni difetti fisici, tra gli altri gozzo e gobba,
comunque Matilde, conscia dei doveri nobiliari per i quali era stata educata e
con la persuasione della madre, restò in Lotaringia coabitando con il marito e
ne rimase incinta. Partorì una bambina che chiamò Beatrice, per poter rinnovare
il nome della madre, (nome molto frequente in Lotaringia), il parto però non fu
facile e dopo pochi giorni la piccola Beatrice morì, il 29 gennaio 1071. Appena
poté fuggì e rientrò a Canossa dalla madre. Il marito cercò di riaverla con sé
ma Matilde decidette per il no. Il marito Goffredo il Gobbo rimase ucciso in
una imboscata (1076) nelle terre di casa ad Anversa. Matilde fu vedova!
Alla morte della madre, nel 1076, a trent’anni Matilde
divenne erede e unica sovrana incontrastata di tutte le terre che vanno
da Corneto (ora Tarquinia, nel Lazio) al Lago di Garda. Era il tempo
della guerra per il dominio dei territori tra l’impero ed il papato. Matilde di
Canossa si schierò col papato.
Il 15 ottobre 1080 nei pressi di Volta Mantovana le milizie dei vescovi-conti
(e dell'antipapa Guiberto da Ravenna), fedeli all'imperatore Enrico IV,
sconfissero le truppe a difesa di papa Gregorio VII e comandate dalla contessa
Matilde.
Tuttavia, Matilde resistette e cercò alleati per una coalizione a favore del
papato, il 2 luglio 1084 con il suo esercito riuscì a sbaragliare
inaspettatamente quello imperiale nella famosa battaglia di Sorbara,
presso Modena.
Ma le lotte intestine e la guerra continuava … Nel 1088
Matilde si trovò a fronteggiare una nuova discesa dell'Imperatore Enrico IV e
si preparò al peggio con un secondo matrimonio politico, Matilde scelse il duca
sedicenne Guelfo (in tedesco Welf), erede del ducato
di Baviera. Le nozze facevano parte di una rete di alleanze approvate dal nuovo
papa, Urbano II, allo scopo di contrastare efficacemente
Enrico IV.
La
quarantatreenne Matilde scelse come suo futuro marito il sedicenne Guelfo (in
tedesco Welf e erede del ducato di Baviera), d’accordo col
papa Urbano II allo scopo di contrastare efficacemente l’imperatore Enrico
IV, e gli scrisse una lettera per annunciarglielo:
«Non per
leggerezza femminile o per temerarietà, ma per il bene di tutto il mio regno,
ti invio questa lettera accogliendo la quale tu accogli me e tutto il governo
della Longobardia. Ti darò tante città, tanti castelli, tanti nobili palazzi,
oro ed argento a dismisura e soprattutto tu avrai un nome famoso, se ti
renderai a me caro; e non segnarmi per l'audacia perché per prima ti assalgo
con il discorso. È lecito sia al sesso maschile che a quello femminile aspirare
a una legittima unione e non fa differenza se sia l'uomo o la donna a toccare
la prima linea dell'amore, solo che raggiunga un matrimonio indissolubile.
Addio.»
(Cosma
di Praga, Storia dei Boemi, traduzione di P. Golinelli)
La Gran
Contessa inviò migliaia di armati al confine della Longobardia a prendere il
duca, lo accolse con onori, organizzò una festa nuziale di centoventi giorni
molto sfarzosa. Cosma di Praga, autore del Chronicon Boemorum,
riporta che dopo il matrimonio, il duca aveva rifiutato il letto nuziale.
Così non ebbero
figli e ottennero l'annullamento nel 1095, dopo sei anni di matrimonio: si
erano sposati nel 1089, quando lei aveva 43 anni e lui 17.
La guerra
contro tra imperiali e papalini continuava, Tra Matilde di Canossa e l’imperatore
che intraprese la “terza discesa Italica”.
Nonostante
l'esercito imperiale fosse temibilissimo, fu distrutto dalla vassalleria
matildica dei piccoli feudatari e assegnatari dei borghi fortificati, che
mantennero intatta la fedeltà ai Canossa.
L’imperatore Enrico
IV morì ormai sconfitto nel 1106. Nel 1101, il figlio terzogenito del defunto
imperatore e nuovo imperatore, Enrico V di Franconia, riprese a sua volta la
lotta contro la Chiesa e l'Italia. Stavolta l'atteggiamento della Granduchessa
nei confronti della casa imperiale dovette modificarsi e Matilde si conformò ai
voleri dell'imperatore.
Le cronache raccontano
che nel 1111, sulla via del ritorno in Germania, Enrico V la incontrò al
castello di Bianello, presso Quattro Castella, vicino a Reggio Emilia, tra il 6
e l'11 maggio. Matilde gli confermò i feudi da lei messi in dubbio anni prima, chiudendo
così una vertenza che era durata oltre vent'anni.
Matilde morì a
69 anni di gotta il 24 luglio 1115 a Bondeno di Roncore (oggi
Bondanazzo di Reggiolo), una corte circondata fino al XIX secolo da
fossati e incastellata.
In occasione della Giornata Internazionale della donna, voglio ricordare tutte coloro che non hanno mai smesso di lottare contro l'oppressione, la violenza e la discriminazione. Con determinazione e coraggio continuano a battersi per ottenere un cambiamento e creare un mondo più giusto. Sono in prima linea. In Afganistan, in Senegal, in Italia ......
Non vedo uno spiraglio per accostare la storia della feudataria alla giornata internazionale della donna. Forse tra le donne del contado e dei borghi ci sarà stata la voglia di esser altro che .... ma di loro non so niente. Di Matilde ne parlano le cronache medievali e mi confermano che la sua è una storia nell'arroganza dei calcoli per il potere e nella violenza delle armi che lei bene aveva appresa e ne era diventata leader.
Che cosa puoi raffrontare?, che cosa puoi alludere con lei? nella Giornata Internazionale della Donna che è un'occasione dedicata a onorare le conquiste sociali, economiche, culturali e politiche delle donne per le donne in tutto il mondo; è anche un momento per riflettere sulle disuguaglianze di genere e per promuovere l'emancipazione e i diritti.
"Ci vuole attenzione affinché la zona grigia non passi attraverso i varchi della mancanza di pensieri critici."
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