mercoledì 20 novembre 2024

 PRENDIAMO IN MANO LA NOSTRA VITA E...FACCIAMONE UN CAPOLAVORO...

(GIOVANNI PAOLO II)

Ci avete tolto la magia di una foto, la poesia di una lettera, la calligrafia, l'odore d'un libro, il ritaglio di un giornale, il "ci vediamo alle otto in piazza", il negozietto di alimentari sotto casa, le infinite chiacchierate in una cabina, i baci su una panchina, la paura che rispondesse il padre al telefono fisso, il diario segreto, il pallone nel cortile, la dedica alla radio, l'impaccio nel ballare un lento, i giochi di società, la comunicazione.

Quando la tecnologia avrà seppellito anche l'ultimo sussulto relazionale, avrete completato l'opera inarrestabile di desertificazione emotiva perché allora, e solo allora, ci avrete reso animali urbani, sempre più vicini, eppur così lontani.

                                                                            (pensieri, parole)


   


         








venerdì 15 novembre 2024

I "MANGIARINI" DI UNA VOLTA ......

 15.11.2024





“Nonna non mi aspettare oggi a pranzo, vado al sushi, e stasera dopo la partita ceno al Mac Donald’s con la squadra”.

 “oh my god, ma vieni a casa a mangiare, che è meglio! Risponde la Nonna al nipote…

La mia Mamma cucinava le pietanze tradizionali. Quello che metteva sulla tavola era gradito a tutti. Sono stata abituata a quei gusti, ed anch’io tendo a cucinare le stesse ricette. 




I ricordi che più mi riportano all’infanzia sono il profumo del cibo sulla tavola apparecchiata, nella grande cucina della Nonna!(nata 1897) Quei piatti poveri (cosi detti) che stuzzicavano l’appetito, e puntualmente pronti quando dal Duomo si sentivano i dodici rintocchi delle campane  avvisando l’ora del “desinare”.

Spesso mi ritornano alla mente la mia Nonna e Mamma intorno ai fornelli.

Ricordo quando la Nonna faceva bollire, per più di un’ora (non aveva la pentola a pressione) un bel pezzo di carne per preparare un buon brodino, e poi lo serviva per secondo piatto con contorno le patate in umido. Ogni tanto, anch’io, cucino volentieri questa pietanza!

Per accontentare la mia famiglia, io il brodino lo preparo con un bel "polpettone di carne" e lo servo con  le patate in umido.

Questa ricetta la ritengo utile quando i nipoti arrivano da scuola ad orari diversi.

Basta riscaldare e servire.

Buon appetito!!!

                                                  
     P.S ricetta per le patate in umido.

Sbucciare le patate (ho usato quelle piccoline) e tagliare a spicchi. 

Nella padella mettere: olio, aglio, cipolla, timo e rosmarino, quando l'olio frigge buttare le patate, al punto che sono ben dorate, insaporire con sale e aggiungere il brodo precedentemente preparato e portare a fine cottura.

lunedì 11 novembre 2024

"THERE IS SOMETHING BEAUTIFUL IN EVERY TIME"

 11.11.2024

TUTTI ABBIAMO QUALCOSA DA RACCONTARE. PERCHÈ NON SCRIVERLO? 

NOI AAAS (adultiancoraascuola) LO ABBIAMO FATTO!

(PROFESSOR LUTI, MARIAROSA, MARIA, PIERANNA, MARIELLA, LUCIANA, PATRIZIA, RITA, DANIELA, FRANCESCO, EMMA)




"THERE IS SOMETHING BEAUTIFUL IN EVERY TIME"
"C'E' QUALCOSA DI BELLO IN OGNI TEMPO" e noi della Redazione ne siamo convinti!


“RACCONTARE”- esporre a voce o per scritto, per lo più in tono familiare, fatti reali, o immaginari. (S) narrazione, dire, esporre, riferire: raccontare una favola, un sogno, un segreto; raccontare bugie; raccontare a tutti i fatti propri; raccontami per filo e per segno quello che è successo.(dal dizionario DEVOTI OLI di lingua Italiana)

“TO TELL” - to relate; to tell what happened; to relate the facts; to tell all about; relate the whys and wherefores;  you are lucky you’re alive to tell the story.

(dal dizionario inglese-italiano ZANICHELLI)

 

 

Finalità dello storytelling

È una metodologia che usa la narrazione come mezzo creato dalla mente per inquadrare gli eventi della realtà e spiegarli secondo una logica di senso. L'atto del narrare, nello storytelling, si ritrova nell'esperienza umana e si può rappresentare in varie forme (individuali o collettive) che connettono pensiero e cultura. Soprattutto le emozioni dell'uomo – attraverso la narrazione – trovano il mezzo più efficace di espressione. Il "pensiero narrativo" possiede una molteplicità di significati, ma questi necessitano di essere tradotti, affinché si possano costruire una o più forme di comunicazione che siano rielaborate dai soggetti secondo i termini della narrazione……………….

https://it.wikipedia.org/wiki/Storytelling

 

 Da quando il mondo è mondo gli esseri umani amano raccontare ... già dai tempi dei nostri antenati quando usavano il linguaggio dei semplici gesti del corpo.

I preistorici raccontavano lasciando disegni sulle pareti delle cave. Riuscivano ad esprimersi senza parole, anche, con il solo potere di emettere strani suoni vocali per trasmettere i loro pensieri. 

 RACCONTARE È UNA FONTE VITALE CHE LEGA TUTTI I POPOLI E GENERAZIONI.

Non abbiamo mai smesso di raccontare.

Facciamo le domande per saziare la curiosità che nasce in noi.

Chiediamo “mi racconti…”

Raccontiamo le nostre storie per condividere, per crescere, per tramandare alle giovani generazioni, i quali a loro volta racconteranno poi del loro passato, così si fissano le memorie nella storia dei tempi.

Da sempre i Nonni raccontano ai Nipoti.

“NONNA MI RACCONTI DI QUANDO AVEVI LA MIA ETA?"

 "NONNA COME HAI CONOSCIUTO IL NONNO?”

 

E da lì inizia il racconto .

Anche la Nonna a sua volta domanda,

“BIMBA RACCONTAMI DELLA TUA GIORNATA A SCUOLA.”

Spicca in noi la curiosità del voler sapere, per conoscerci meglio.  Dare notizie del passato per lasciare il nostro regalo nel futuro.


Un giorno chiedo alla mia nipotina “lo sai quanti anni ho?”

 lei tenta di indovinare “57, 60, 67.”

E io rispondo “ne ho precisamente 70”.

La bimba mi guarda ed esclama,

 “ma Nonna allora sei vecchia”.

“eh si Chiara, ma sono veramente felice perché ho avuto la possibilità di fare tante cose, alcune belle, alcune meno belle, e potrò raccontarle tutte a te, e ne vorrei fare tante altre ancora, insieme a te, per lasciarti bei ricordi da raccontare.”.

 Quando sono da sola, mi piace confrontarmi con la figura di mia Mamma, e pensare al modo col quale ha vissuto la sua vita rispetto alla mia.

Gli insegnanti delle scuole  spesso invitano nonni e genitori a raccontare il loro passato ai bambini.

 

Una volta, quando non esistevano ancora i mezzi tecnologici, comunicare era molto più fisico, la gente si riuniva nelle case, e durante le serate di veglie gli adulti raccontavano le loro storie, a volte per stupire i giovani. Anche i più piccoli raccontavano, e allora si instaurava un forte legami fra le generazioni. Il passato ed il presente, insieme verso il futuro.

Noi AAAS abbiamo scritto nero su bianco le nostre storie, con l’intento di stare vicini alle giovani generazioni. Gli anni anagrafici ci possono distanziare ma raccontare ci unisce. 

I nostri racconti sono reali. Noi scriviamo per lasciare traccia della vita vissuta, perché senza tramandare notizie nessuno saprà e nessuno sarebbe consapevole dei cambiamenti avvenuti.

D'altronde non vogliamo fare finta che il passato non esista, bello o brutto che sia stato, vogliamo ricordarlo, raccontarlo, e scriverlo.


La REDAZIONE (cosi ci chiama il Professore Luti) ha scritto tante esperienze di vita vissuta, anche molti aspetti personali, ogni nostro pensiero era importante da scrivere, e con lo spirito di gruppo lo abbiamo elaborato a 22 mani una serie di racconti e riflessioni, certi della costante presenza del Professore.



Abbiamo messo tanta cura  a rendere ogni “Angolo” speciale, perché per noi ogni persona e luogo citati nei ricordi rimangono indelebili nel profondo dei nostri cuori.

Vi presentiamo questa edizione frutto di piacevoli memorie senza una nota di nostalgia. Sono sicura che rispecchia un po' anche le vostre ricordanze. Ci siamo dedicati con attenzione alla raccolta di questi ricordi, per lasciare una traccia del passato per tutti, grandi e piccini, sperando che sia piacevole per voi leggerli.






Aspettiamo i commenti da parte chi legge!!



Buona lettura a tutti!!!

P.S come avete potuto constatare dalla copertina è stato tutto tradotto in lingua Inglese, ed attraverso il QR-code potete ascoltare l’audio della letture delle storie, sia in Italiano che in Inglese.

 

 

“RACCONTARE È UN OMAGGIO ALLA REALTÁ, ALLA VITA CHE CI CARICA E CI FA ESSERE PERSONE. Ė UN OMAGGIO ALLA SOCIALITÁ, SENZA LA QUALE SAREMMO LARVE O PREPOTENTI.

RACCONTARE TI DÁ EQULIBRIO, SE RACCONTIAMO INSIEME FA AMICIZIA, CI FA SORRIDERE. È IL MODO PIÙ SEMPLICE PER EDUCARE, E PER NOI PER RICORDARE E RIFLETTERE.

RACCONTARE NON Ė FERMARE LA STORIA, SEMMAI UN INVITO A VIVERLA ATTIVAMENTE. IL RACCONTO Ė UN OMAGGIO ALLA CREATIVITÁ, SERVE A SMUOVERE GLI ANIMI.

SI DICE CHE IL RACCONTO PRENDE VITA: GIÁ RIMANE ANCHE QUANDO CHI L’HA PARTORITO NON C’E’ PIÙ”.

(MAGICO RE PER ADULTIANCORAASCUOLA 2022)


Grazie al Giornale di Barga, per aver pubblicato i nostri racconti  lasciando uno spazio mensile per “OUR CORNER”.

 

“Quando non ci sarò più i miei racconti saranno la testimonianza del mio vissuto”.  Emma Saisi

  

 

 

 

sabato 2 novembre 2024

 

Gemmea l'aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,                  
e del prunalbo l'odorino amaro
senti nel cuore...

Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
 di nere trame segnano il sereno,
                       e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante                        
                                                 sembra il terreno.........
                                    Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
                                    odi lontano, da giardini ed orti,
                                     di foglie un cader fragile. E' l'estate 
                                                 fredda, dei morti.

                                                                  Giovanni Pascoli 



    Immagini che portano a un’illusione, quella della primavera, che rappresenta la metafora delle illusioni della vita.
Nei primi versi, il paesaggio luminoso è percepito con sensazioni gradevoli che spingono a ricercare altri segnali della bella stagione.
Nei versi successivi c’è il passaggio alla realtà: rami spogli, cielo senza uccelli, terreno gelido, silenzio. Infine la presa di coscienza dell’illusione: nonostante la giornata luminosa e serena, siamo nel mese di novembre che richiama la commemorazione dei morti.   







Il “nido” è un luogo sicuro, il luogo degli affetti più cari, il luogo dove ognuno può trovare pace e conforto, dove si è protetti dal male del mondo. Pascoli sente di aver bisogno di un porto sicuro nella vita, perché il male serpeggia e può travolgere all’improvviso: lui lo aveva sperimentato.                                              

giovedì 31 ottobre 2024

IL CICLAMINO

 31.10.2024




IL CICLAMINO

 

In questo periodo vediamo i ciclamini ovunque. I negozi autorizzati ne hanno carrelli pieni per la vendita. 




Il mese di Novembre porta un tempo  ballerino, caldo, freddo, e piaggia, non sai proprio quale fiore è il migliore per la festa di  Ognissanti, ma questo specie è molto richiesta, ed apprezzato.

La loro varietà di colori esprimono serenità, appaiono quasi timidi,  fa piacere riceverli ed anche regalarli. I colori sono di varie sfumature. Amano la luce ma non hanno paura della notte.


 I ciclamini selvatici sono meravigliosi,  non sempre evidenti nel terriccio del bosco, ma il loro profumo si espande nel aria ed attirano l'attenzione ai passanti distratti.

 


(dal web)   Ciclamino

Pianta erbacea tuberosa delle Primulacee ( Cyclamen europaeum ), con foglie basali picciolate e cordate, fiori solitari, dalla corolla a tepali ritorti, variamente colorati, dal rosa al lilla al rosso porpora. Le specie com. coltivate derivano da una specie originaria dell'Asia Minore e della Persia ( Cyclamen persicum ).

Il ciclamino ha diversi significati simbolici, spesso legati alla sua bellezza e alla sua capacità di fiorire in condizioni difficili. Ecco alcuni dei significati più comuni:

Simbolismo del Ciclamino

In Ialia i Ciclamini crescono nelle zone montane, fredde e nei boschi o dove prevale l’ombra. Questa pianta era già nota anticamente per le proprietà velenose delle loro radici.

Gli antichi greci, invece, viste le fattezze della sua corolla a forma di utero e la diffusione dei suoi semi che provocano crescita di altre piante, lo consideravano un afrodisiaco, associato alla fertilità e in grado di agevolare il concepimento.


 

 https://www.thecolvinco.com/it/blog/duplice-significato-del-



 

 

mercoledì 23 ottobre 2024

ONCE UPON A TIME ..... LETTERE SCRITTE A MANO!!!

 23.10.2024





Quante lettere avete scritto, e quante lettere avete visto scrivere a mano?

 C'ERA UNA VOLTA ..... ONCE UPON A TIME .....

Melbourne (1958/68) Ho visto mia Mamma scrivere una lettera ogni settimana, per dieci anni, ai miei Nonni in Italia.

Nonostante sia trascorso tantissimo tempo da quei giorni, tengo stretta nella mia memoria la visione che ho di lei seduta al tavolino di cucina a scrivere, di solito si prendeva il tempo la sera dopo cena, sebbene con la stanchezza sulle spalle. Con una mano teneva la penna e l’altra stringeva tra le dita la sua sigaretta accesa, della quale in quel occasione non si faceva mai mancare. Con occhi da bambina notava tanta serenità in quel immagine. Ogni tanto si fermava a pensare e poi riprendeva a scrivere con la sua bella calligrafia che tanto ammiravo. Molto spesso insieme alla lettera aggiungeva nella busta anche una foto di noi, per accertare i parenti lontani che stavamo bene. Non fu sempre “rose e fiori” la vita degli emigranti, ma questo, la Mamma non lo faceva mai sapere alle persone care oltre oceano, e mi diceva,

“sai bimba siamo troppo lontani per raccontarle cose brutte, perché non capirebbero l’andamento in questo paese, perciò è meglio non darle preoccupazioni”.


Quando raggiunsi l’età di leggere e scrivere, anch’io aggiungevo i miei saluti e raccontavo qualcosa delle mie giornate ai cugini lontani. Mi piaceva scrivere lettere, le scrivevo in Italiano nonostante la mia scuola fosse in lingua inglese. Dalla Mamma accettavo solo che mi correggesse qualche sbaglio nelle parole, tutto il resto era mio pensiero, pero si raccomandava che mi spiegassi bene per non essere fraintesa dal destinatario. A differenza di me, le mie sorelline non hanno avuto l’esperienza di comunicare scrivendo le lettere, perché non avevano ancora l’età di leggere e scrivere.

Negli anni che abitammo all’estero i miei genitori pensavano a spedire, tramite posta, anche dei bei pacchi pieni seppi di cose di ogni genere, avendo attenzione a non sforare il peso ideale. Le confezionavano in un certo modo, per quello che mi ricordo, credo siano stati preparati in sacchi di stoffa, e non era facile scrivere l’indirizzo sul quel materiale. La posta era molto vicina alla nostra abitazione in Brunswick st, ma era comunque faticoso arrivare all’ufficio postale con quel carico. Ero sempre a fianco alla Mamma, perché traducevo per lei in inglese se aveva da chiedere qualcosa all’impiegata e vice versa in italiano se l’impiegata aveva domando per lei.


Ancora negli anni a seguire scrivevamo tante lettere spedite by PAR AVION,  ( la e-mail per noi non era ancora nata)  ma questa volta verso l’Australia perché avevamo lasciato i cari parenti in quel continente oltre oceano. Ricevevo anch’io molto spesso lettere dalle mie compagne di classe. Loro mi raccontavano dei progressi a scuola ed io rispondevo raccontando il procedimento della mia vita in paese. Mi piaceva mandarle anche delle belle cartoline, con l’immagini delle città italiane (all’epoca non avevamo lo smartphone per scattare le fotografie)

Durante il servizio militare, mio Marito, (allora fidanzato, 1970) mi mandava i suoi saluti tramite lettere e cartolina (non avevamo il telefono nelle case) della quale ricevevo volentieri e mi sbrigavo a risponderli. 

 

Oramai quei tempi sono tramontati da un pezzo, ma per me sono ricordi indelebili, ed ancora oggi costudisco, con queste lettere, la testimonianza di un passato molto diverso da oggi, ripensando a quei giorni quando, con mia Mamma preparavo carta e penna per scrivere a mano lunghe lettere spedite con il francobollo.

 

 Dal web) La scrittura delle lettere ha una storia plurimillenaria

Le più antiche lettere della storia dell’uomo occidentale di cui si conosca l’esistenza sono poco meno di una decina di esemplari greci, scritti a graffio su sottili lamine di piombo rinvenute in genere arrotolate o su frammenti di coccio, cronologicamente assegnati al periodo tra il VI e il IV secolo a.C…….

https://www.designforeverydaylife.com/it/art-of-writing/la-storia-delle-lettere/

giovedì 17 ottobre 2024

HERE COMES THE TRAIN!!!

 17.10.202


Ecco il treno!!! Here comes the train!!!

 


Arriva puntuale al binario 4. Salgo in fretta per affrontare un viaggio lungo, ma piacevole.

Velocemente mi accomodo al posto assegnato: carrozza5, posto17A, recuperato con l’acquisto del biglietto on-line. Sono al finestrino! preferisco il sedile verso il corridoio, perché non voglio disturbare l’altro passeggero quando mi devo alzare per qualche mia esigenza, ma da quella parte non lo becco mai!!!!

Aggiusto il mio bagaglio al meglio, e mi siedo subito senza ingombrare il passaggio.

Accomodato di fronte a me ho un giovane uomo che tiene gli occhi chiusi ascoltando qualcosa dal suo pc con gli AirPods. Per adesso siamo solo in due, dei quattro posti disponibili, invece nei sedili dalla parte opposta sono tutti occupati, da 4 femmine! 2 giovane Mamme con 2 belle bambine a fianco. Ad osservarle bene credo che le bambine abbiano: una, 3 anni, e l’altra pressoché 5. Nemmeno dirlo, hanno tutte, compreso le più piccine lo smartphone acceso per non annoiarsi durante il tragitto.

Ogni tanto guardo fuori dal finestrino, ma per la velocità del treno riesco a captare come un flash: alberi, pali della luce, tetti di capannoni, grossi tubi posti a terra, campi, e vecchie barchette in disuso abbandonate come in una discarica abusiva. 

La gente è molto silenziosa, ma ad un tratto rompe il silenzio l’allegra vocina di una delle bambine, che sta parlando con la sua Mamma, mentre gli sfiora il viso con una manina e le offre qualche bacetto.

Sono a metà strada del mio viaggio  e decido di aprire il backpack per tirare fuori un piccolo sandwich portato da casa per non affrontare l’intera corsa senza mettere un boccone tra i denti. Attentamente mi avvicino alla carrozza riservata per la ristorazione dove c’è anche la possibilità di prendere un caffè al distributore automatico.

C’è folla alle stazioni, la gente sale di corsa, ma per ora non si è fermato ancora nessuno ad occupare i posti vicino a me. Sono passati anche due amici a quattro zampe con i loro padroni, ma erano solo di passaggio per prendere posto nell’altra carrozza.

Nel fra tempo mi diverto ad osservare la gente. Noto che sono tutti molto paziente in attesa di arrivare a destinazione. Guardandomi intorno riesco a vedere un signore che morde un panino, una signora che dorme, una bella turista che sta in piedi aggrappando la borsa nella stiva, un cinese che cammina nel corridoio, ed uno che legge attentamente il giornale,  mentre quel giovanotto di fronte a me sta ancora dormendo, e le bambini sono ancora connesse al phone.

Soddisfatta del mio panino e della tazzina di caffè decido di leggere il libro, quello della storia di Puccini che ho portato con me con l’intenzione di finirlo, per quanto mi appassiona.

Dopo un po guardo sull’app infomobilità di TreniItalia vedo la mia posizione e leggo che siamo in orario. Ancora tre stazioni prima che possa scendere dal treno.

A metà della corsa passa il controllore e scannerizza il QR code del il mio biglietto, proseguendo professionalmente ad esaminare tutti gli altri.

Inaspettatamente il treno si ferma lontano dalla stazione prevista. Ci comunicano in lingua Italiana ed Inglese "the strain is not stopped at a station, we have to wait for the police because  of a death  on this railway track”. E continua “please stay on the seats”, ed intanto si sentono qualche lamentela per il ritardo non previsto.

Dopo aver letto pressoché trenta pagine del mio libro è tempo di prepararmi,  il treno si sta avvicinando in direzione d’arrivo. Si stanno preparando anche altri passeggeri. C’è chi si mette la maglietta, e altri che si caricano del trolley o di un bagaglio a mano.

Prima di scendere, si vede  dai finestrini l'immenso mare blu, una vista meravigliosa da immortalare in fretta prima di perdere l’attimo.

Il treno si ferma.

La ragazza più vicina all’uscita preme il pulsante per aprire la porta, ed una dopo l’altro, con cautela, scendiamo gli scalini, dirigendosi in fretta verso l'uscita. Chi prende a destra, e chi a sinistra in poco tempo la stazione si svuoto.

Mi piace viaggiare sui mezzi pubblici, c’è sempre qualcosa di nuovo da osservare e da imparare.

 

 

 

 

 

 

 


martedì 15 ottobre 2024

FRIENDSHIP

 15.10.2024


FRIENDSHIP

Che bella parola: “AMICIZIA” “FRIENDSHIP”


COSA SIGIFICA AMICIZIA?



Si nota subito nei bambini quando c’è più intesa con un coetaneo rispetto ad un altro, e di solito rimane un legame speciale per tutta la vita. Ho conosciuto coppie che sono cresciuti insieme fino a sposarsi. Ho visto i miei nipoti in tenera età in compagnia di bimbetti, che hanno conosciuto da quando gattonavano al “nido” ed adesso hanno 20 anni, e sono ancora molto affiatati.

Chi non ha un amico/a del “cuore?”


 Dal web) I valori fondamentali dell’amicizia sono la fiducia e l’onestà. Quando una persona, senza esitare, ti guarda negli occhi e può dire “sì, di te mi fido!”, allora quella è vera amicizia. Per questa ragione è importante distinguere gli amici dai conoscenti. L’amicizia è un valore più profondo e radicato, che passa per la condivisione e lo scambio. L’amico non ti chiede di cambiare, non giudica le tue azioni ma allo stesso tempo ti fa notare se stai prendendo una strada sbagliata. A un amico puoi confidare pensieri, idee, segreti; a un amico puoi chiedere aiuto senza che questi pretenda nulla in cambio. La differenza fra amici e conoscenti, insomma, è abissale, ed essere circondati da persone non significa necessariamente essere circondati da amici.

L’amica/o si distingue in momenti di difficultà.

Per mia Mamma nacque una vera amicizia con la signora Luciana, emigrante come lei, vista per la prima volta durante il viaggio in nave, di 32 giorno, dall’Italia verso l’Australia (1958).  Il destino le portò anche ad essere vicine di casa in Melbourne. Nello stesso anno ebbero entrambe una gravidanza, per mia Mamma fu la terza, ma per la Signora Luciana, della quale era più giovane, fu la prima. Mia Mamma, avendo 3 figlie non potè permettersi di ritornare a lavorare dopo la nascita, per l’altra, pur avendo un figlio solo, fu difficile anche per lei perché non aveva nessuno a cui poterlo affidare. Conoscendo questa situazione, mia Mamma si offrì ad occuparsi lei del piccolo bimbo. Le disse “io intanto devo stare a casa per le miei figlie, ed insieme a loro mi posso occupare anche del tuo”. E cosi fu!! In quegli anni la Luciana lavorò in una fabbrica di confezioni, ed ogni fine settimana portava un sacco di abiti ed indumenti per tutta la famiglia. Ricordo che questa nuova amicizia era sempre presente alle nostre feste e quel bambino diventò un caro amichetto per le mie sorelle.



Un amico è una persona che ti sta vicina, che ti capisce, che ti sopporta e supporta. Se è vero che anche soli si può stare bene, il rischio è che la nostra mente venga interamente occupata dai nostri pensieri isolandoci dal resto del mondo. Un amico è il modo per mantenere un contatto con l'esterno.


Le amicizie sono importanti anche in età avanzata.  

 A volte le situazioni della vita possono portare a vivere nelle strutture di riposo lontani dai famigliari. Lo stare insieme giorno dopo giorno, condividere i servizi, lamentarsi entrambe per gli acciacchi che li accomuna, raccontare della loro gioventù, parlare dei loro figli e nipoti oppure solo trascorrendo le giornate insieme in poltrona a guardare la TV, cresce un legame di amicizia e di affetto.  

Anche se succede che un amica/o  non si frequenti per tanto tempo, friendship rimane sempre un punto di riferimento nella nostra vita, e quando ci si rivede, si ritorna come se la distanza non avesse interrotto quel bel rapporto di affinità consolidato negli anni.

 


 PRENDIAMO IN MANO LA NOSTRA VITA E...FACCIAMONE UN CAPOLAVORO... (GIOVANNI PAOLO II) Ci avete tolto la magia di una foto, la poesia di una ...