giovedì 16 ottobre 2025

Curioso ma vero. Il puritanesimo digitale bacchettone statunitense.



Sono stato a visitare il parco Vigeland a Oslo, un grande e stupendo giardino nel quale vivono più di 200 sculture dell’artista. Un mago di bellezza, un pacifico sostenitore della vita. Così mi è sembrato e l’ho inteso. 

Ai viaggiatori Googol Maps chiede di recensire i luoghi  che visitiamo. Lo faccio spesso, anche questa volta l’ho fatto. E con grande sorpresa dopo qualche istante mi è arrivato un avviso che la mia recensione non poteva essere pubblicata. Ma potevo aggiustarla e riproporla. Ho modificato ciò che avevo scritto, per ben tre volte, ma sono stato ripetuta ripetutamente bocciato. Il testo finale è: “Inimmaginabile la rotonda bellezza delle infinite (circa 220) sculture e statue. È un un grande piacere passeggiare in questo grande giardino, senza ansia, le sculture sono una bellezza rilassante.”

Bocciato!

Allora ho pensato che fosse demerito delle immagini che avevo postato dopo il testo. La prima immagine è proprio quella che fa da ingresso a questo post poi c’erano altre di altre statue e del giardino. Ma penso proprio che questa sia l’immagine incriminata. La mentalità dell’algoritmo americano puritano e certamente non intelligente fa sì che le nudità, anche se di sculture debbono essere censurate. 

I miei pochi contributi su Google Maps hanno più di 60.000 visualizzazioni … 

Se apro la sezione dei miei contributi, trovo:




Vedete nel sommario che la immagine alto a sinistra contiene il triangolino di pericolo generico fisso.

Aprendo il contributo bocciato, cliccando sui tre puntini in alto a destra, viene fuori una sola opzione





L’opzione di eliminarla!

(Notate che c’è una sovrimpressione di una miniatura di immagine, ma per questa non c’entra nulla Google, è un mio errore, un pasticcio, far cose complicate con lo smartphone mi porta a far errori… scusate)



sabato 11 ottobre 2025

LAVAPIATTI.......DAILY DIARY..

 11.10.2025

DAILY DIARY….LAVAPIATTI!!
C’era una volta, non poi così lontano, quando dopo il pasto ci si arrotolava su le maniche fino al gomito, per quel rito doveroso di lavare i piatti a mano. Quel ammasso di piatti, posate, padelle e pentole sporche nel lavello da lavare, asciugare e poi sistemare il tutto al loro posto.
Era un vero e proprio lavoro specialmente se era una famigli numerosa!!!!


Già da piccole donne le Mamma cercavano la nostra collaborazione, specialmente per questa faccenda domestica. Mi ricordo che da bambina quando mi mettevo all’acquaio avevo bisogno di un’alzatina per emergere le piccole manine nel lavandino, e la Mamma si raccomandava che mi mettessi il grembiulino perché era inevitabile che mi bagnassi.
Primo step: riempivo una vaschetta con l’acqua caldissima aggiungendo un sapone, che facesse tanta schiuma, al profumo di limone e sempre con qualche goccia di aceto per sgrassare bene quel pentolame molto unto. Usavo una spugnetta ruvida, e con tanta energia strofinavo i piatti, padelle e le posate incrostati di formaggio, e quella pentola con un poco di cibo bruciacchiato attaccato ai lati che molte volte si lasciavano a mollo per lavare il giorno dopo. Quando tutto era ben lavato passavo al risciacquo. Uno ad uno sotto il rubinetto con l’acqua a tutta potenza. A questo punto per asciugare arrivavano le mie sorelle e poi per sistemare tutte le stoviglie al loro posto, pronte per un altro pasto.
Oggi giorno i nostri nipoti non sono abituati a questo modo di fare. Loro sono nati in tempi moderni, quelli della tecnologia, e per lavare i piatti c’è la lavastoviglie. Basta togliere con cura gli avanzi dal piatto, caricare il cestello nel posto indicato per le stoviglie, scegliere il lavaggio adatto e con semplice gesto premere il bottone, per dare il via, ed alla fine tutto è lavato e asciugato senza fatica.
Loro non devono arrangiarsi per mettersi all’altezza del lavello, non necessitano di mettersi il grembiulino per non bagnarsi, e non devono prendere in mano il canovaccio per asciugare il tutto.
….ma anche se sono nati in questi tempi moderni, dare un aiuto in famiglia rimane sempre un bel gesto da fare!!
TRANSLATION:
Once upon a time, not so long ago, after meals we rolled up our sleeves to the elbows for the obligatory ritual of washing the dishes by hand. That pile of dirty plates, silverware, pans, and pots in the sink that needed to be washed, dried, and then put away.
It was a real chore, especially if we had a large family!
Even as little women, our mothers sought our help, especially with this household chore. I remember that as a child, when I went at the sink, I needed a stand to be at the hight to put my little hands in the sink, and my mother insisted that I put on an apron because it was inevitable that I would get wet.

First step: I filled a tub with very hot water, adding a lemon-scented soap that made a lot of foam, and always a few drops of vinegar to thoroughly degrease the very oily cookware. I used a rough sponge and vigorously scrubbed the cheese-encrusted plates, pans, and silverware, as well as that pot with a bit of burnt food stuck to the sides, which was often left to soak to be washed the next day. Once everything was thoroughly cleaned, I moved on to rinsing. One by one under the faucet with the water running at full blast. At this point would came my sisters to dry them up and replaced everything to be ready for another meal.
Nowadays, our grandchildren aren't used to this way of doing things. They are born in modern times, the age of technology, and there's a dishwasher for washing dishes. All you have to do is carefully remove the leftovers from the plate, load the rack into the designated place, choose the appropriate wash cycle, and with a simple push of the button start the cycle, everything is washed and dried effortlessly.
They don't have to scramble to reach the sink, they don't need to put on an apron to avoid getting wet, and they don't have to pick up a dishcloth to dry everything.
....but even if they are born in these modern times, helping out at home is still a nice gesture to do!!

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mercoledì 8 ottobre 2025

DAILY DIARY....AUTUMN LEAVES

 

8.10.2025

 DAILY DIARY

AUTUMN LEAVES


In una giornata soliva autunnale il bambino esce di casa per fare visita al Nonno. Era stato avvisato dalla Mamma che negli ultimi giorni si sentiva triste.

Il bambino si precipita dall’anziano uomo. Suona il campanello di casa, ma si preoccupa perché non ha una pronta risposta.

Lui aveva il permesso di entrare dalla porta che si affaccia sul retro.


Entra in silenzio e trova l’uomo anziano in poltrona con una coperta sulle gambe, il caminetto acceso che rendeva l’ambiente gradevole. Vicino a lui c’era il suo fedele amico a quattro zampe.

Vedendo quell’immagini, il bambino le chiede subito “come stai Nonno?”,

e con voce rauca il vecchio saggio risponde:

“mio caro, "SI STA COME D’AUTUNNO SUGLI ALBERI LE FOGLIE”. (Unghartti)

 Il bimbo non capì la risposta, e lo lasciò riposare!


D’autunno le fogli cadono, portano con sé i colori più caldi: giallo, marrone, arancione, verde muschio, amaranto. I colori sono brillanti. Cadono piano, piano, lasciando i rami spogli. Le forme sono diverse una dall’altra. Nei giardini dove ci sono tanti alberi le foglie si accumulano creando una coperta calda sul prato.  Calpestando questa distesa ogni passo lascia un suono incantevole.



Mentre il bambino ripercorreva la strada di ritorno, pensava ancora al Nonno. Si mise a giocare con le foglie che trovava lungo il viale e rifletteva sulla bellezza della natura.

In fretta raccolse un mucchio di foglie e si voltò per ritornare dal Nonno.

Quando entrò, esclamò con la sua voce colma di allegria,

“Nonno, sono tornato per dirti di non essere triste, perché anche se le foglie cadono regalano ancora tanta bellezza nella vita!!”.

A sentire queste parole l’anziano uomo sorrisi, stringendo la coperta calda sulle gambe, e dando una carezza gentile al suo nipotino.

 

 TRANSLATION:

On a sunny autumn day, the child runs out of the house to visit his Grandpa. His mother had warned him that he had been feeling sad in the last few days.

The child rushes to the old man. He rings the doorbell, but is worried because he doesn't get a ready answer.

He had permission to enter through the back door.



He enters quietly and finds the old man in an armchair with a blanket over his legs, the fireplace lit, making the room cozy. Next to him was his faithful four-legged friend.

Seeing that image, the child immediately asks, "How are you, Grandpa?"

And in a hoarse voice, the wise old man replies:

"My dear, “LIKE IN AUTUMN THE LEAVES ON THE TREES!"

The child didn't understand the answer, and let him rest!

In autumn, the leaves fall, bringing with them the warmest colors: yellow, brown, orange, moss green, amaranth. The colors are brilliant. They fall slowly, slowly, leaving the branches bare. Each shape is different from the other. In gardens where there are many trees, the leaves pile up, creating a warm blanket on the lawn. Walking across this expanse, each step leaves an enchanting sound.

Returning home the child was still thinking of his Grandpa. He began playing with the leaves he found along the path and reflected on the beauty of nature.

He quickly gathered a bunch of leaves and turned to go back to Grandpa.

When he entered, he exclaimed in his cheerful voice,

"Grandpa, I've come back to tell you not to be sad, because even if the leaves fall, they still bring so much beauty to life!!"

Hearing these words, the old man smiled, pulling the warm blanket closer to his legs, and gently caressed his grandson.

 


 

martedì 16 settembre 2025

PATATE, PIATTO POVERO!!!!!!!

 


DAILY DIARY.... 

16.09.2025

 

PATATE. PIATTO POVERO!!!

 

 PATATE. PIATTO POVERO!!!

Le patate non mancavano mai a casa nostra.

Ogni anno, al momento del raccolto, la Mamma ne ordinava almeno cinquanta chili direttamente dal contadino per i nostri bisogni famigliari.

In qualsiasi modo le cucinasse erano sempre deliziose.

Eravamo  tanti in famiglia a quei tempi. 

Quando la Mamma decideva di fare gli gnocchi a mano, ricordo che la tavola era piena, perché noi eravamo tutti ghiotti di questo piatto. La Mamma sapeva cucinare anche tante altre buone ricette: le polpettine erano una squisitezza, patate arrosto, torte di patate, patate in umido, con o senza lo spezzatino, oppure semplicemente patate bollite ad insalata, condite con aceto, olio e una generosa spolverata di prezzemolo e aglio.

Anch’io ho acquisto le patate dal contadino! Quelle buone!

Oggi, in attesa che i miei nipoti tornassero da scuola per pranzo, anch’io ho pensato di utilizzarle per fare un buon menù casalingo!!!

Cosi ho impastato gli gnocchi e li ho conditi con burro e salvia, oppure “rossi”, come dicono loro, cioè con una gustosa pomarola. Ho preparato anche delle polpettine con la ricotta, di contorna ad un buon prosciutto affettato al momento.

Si sono messi a tavola con grande appetito e credo di averli sodisfatti.

IO LO ERO ANCORA DI PIÙ!!!!


POTATOES. A POOR DISH!!!


Potatoes were never in short supply in our house. At harvest time, Mum would order at least fifty kilos of them directly from the farmer each year for the family's needs.

No matter how she cooked them, they were always delicious.

We were a big family back then.                   

When Mum decided to make gnocchi by hand, I remember the table was full, because we were all greedy for this dish. Mum also knew how to cook so many other delicious recipes: potatoballs were delicious, roast potatoes, potato cakes, stewed potatoes, with or without stew, or simply boiled potato salad, seasoned with vinegar, oil, and a generous sprinkling of parsley and garlic.

I also buy potatoes from the farmer! The good ones!

Today, while waiting for my grandchildren to come home from school for lunch, I also thought about using them to make a delicious home-cooked meal!!!

So I made the gnocchi and tossed them with butter and sage, or "red," as they say, with a tasty tomato sauce. I also made some ricotta potato balls, served with some delicious freshly sliced ​​prosciutto.

They sat down for lunch with  appetite, and I think I satisfied them.

I WAS EVEN MORE !!!!

DAL WEB)

Le patate sono originarie delle Ande in Sud America, dove furono coltivate migliaia di anni fa. Furono portate in Europa nel XVI secolo dai conquistadores spagnoli e si diffusero in tutto il mondo come alimento importante. Dal punto di vista nutrizionale, le patate sono principalmente fonti di carboidrati (amido), ma contengono anche vitamine (soprattutto del gruppo B e C), minerali, e una piccola quantità di proteine. 

Provenienza della patata

  • Origine: 

Le patate sono autoctone dell'America Centrale e Meridionale, in particolare della regione andina tra Perù e Bolivia. 

  • Domestication: 

Le popolazioni indigene delle Ande domesticarono le patate circa 7.000-8.000 anni fa. 

  • Diffusione mondiale: 

I conquistadores spagnoli portarono le patate in Europa nel XVI secolo, da dove si diffusero in tutto il mondo. 

Nutrimento della patata

  • Carboidrati: La patata è ricca di carboidrati complessi, principalmente amido, che forniscono energia al corpo. 
  • Vitamine: È una buona fonte di vitamine, in particolare vitamina C e vitamine del gruppo B, sebbene una parte venga persa con la cottura. 
  • Minerali: Contiene anche diversi minerali importanti, come il potassio. 
  • Proteine e Grassi: Il contenuto di proteine e grassi nelle patate è basso. 
  • Classificazione: A causa dell'alto contenuto di amido, le patate sono considerate un alimento amidaceo, simile ai cereali, e non un ortaggio, secondo il principio della sana alimentazione. 
  • Cottura: Le patate devono essere cotte per essere rese commestibili e assimilabili dall'organismo. 


martedì 9 settembre 2025

Una cava di marmo all'interno delle Alpi Apuane


Viaggio all’interno della cava di Ravaccione



Oggi vi porto nel cuore delle Alpi Apuane, a visitare una cava interna di marmo bianco situata in località Ravaccione, accessibile attraverso le suggestive gallerie di Fantiscritti.




È da questi luoghi che si estrae il celebre marmo bianco di Carrara, la preziosa materia prima che ha plasmato i capolavori di numerosi artisti, rendendolo famoso in tutto il mondo.

L’estrazione del marmo ha origini antichissime, risalenti addirittura all’età del ferro, ma fu con i Romani che questa attività conobbe un vero e proprio sviluppo. Il marmo estratto, detto anche marmo lunense perché trasportato dal vicino porto di Luni, veniva utilizzato per costruire i grandi edifici di Roma e dell’Impero.

Questa cava, tuttora in attività, offre la possibilità di partecipare a visite guidate per scoprire da vicino le diverse fasi dell’estrazione e molto altro. Il percorso si snoda su un unico livello e, al suo interno, abbiamo potuto ammirare:


  • La “cattedrale di marmo”, uno spazio di 24.000 metri cubi che evoca la maestosità di un luogo scolpito nella roccia, con protagonista l’“oro bianco” formatosi milioni di anni fa.
  • Imponenti macchinari in funzione, utilizzati per l’estrazione del marmo nella cava ancora operativa.
  • Il murales “La Creazione”, raffigurante la creazione di Adamo, incorniciato dalla scena della Genesi.  Realizzato nel 2016 dallo street artist Ozmo su una parete di marmo bianco di 160 metri quadri, l’opera mostra Dio e Adamo che si sfiorano non su una volta celeste, ma sulla pelle della montagna. Secondo l’artista, rappresenta un connubio tra arte sacra e linguaggio urbano. Ozmo ha dichiarato: “Portare lo street art in cava è stato come far dialogare due mondi opposti". 

  • L’angolo dello shopping, dove è possibile acquistare souvenir in marmo oppure Lo Straordinario, un vino conservato all’interno della galleria, dove il microclima mantiene una temperatura costante tra i 14 e i 16 gradi. Il vino nasce da vitigni locali di uve autoctone coltivate nei colli apuani.

Le bottiglie riposano su cavalletti in legno e vengono ruotate manualmente ogni giorno. Ogni bottiglia è decorata con un'etichetta in rame e impreziosita con marmettola, rendendola un oggetto di pregio.




Oggi la cava di marmo, così come quella appena descritta, non è più vista soltanto come un luogo di estrazione, ma si configura come uno spazio culturale e sensoriale, capace di celebrare la bellezza del marmo in più espressioni.


sabato 6 settembre 2025

DAILY DIARY.............VOLTANDOMI INDIETRO....

DAILY DIARY

6.09.2025



Voltandomi indietro nella vita ci sono state per me persone che hanno segnato il mio cammino.

La vicinanza della famiglia, degli amici e parenti mi ha aiutato a diventare la Persona che sono oggi. Mi hanno trasmesso il loro vivere la vita in maniera umile ed onesta, e non c'è mai stato un brutto gesto o una parola cattiva che potesse distruggere il mio carattere.

La forza di mia Mamma, la bontà di mio Babbo, la generosità dei miei zii e l'affetto delle mie sorelle mi hanno regalato giorni felici.

Ci sono persone speciali che mi hanno educata e cui gli insegnamenti sono ancora vivi nel mio quotidiano, a distanza di tanti anni. Per questo, non posso che ricordare con affetto, e un pizzico di nostalgia, la scuola delle Suore della Carità, (Charity Nuns) dove ho trascorso tra i banchi, dieci anni sereni (MELBOURNE1958/68), sentendomi a casa. Alcune di loro, dall'apparenza severa, erano in realtà molto dolce e belle. Spesso mi chiedevo perché avessero scelto la vita religiosa per vivere in un convento. Una di loro in particolare era molto appariscente, alta e slanciata, e quando attraversava il cortile della scuola non passava inosservata.

 

 

 

A volte, un capello le sfuggiva dal suo enorme copricapo, e ci scappava una risata, ma lo si faceva di nascosto.

Sin dal primo giorno di scuola, a soli cinque anni, le Suore mi hanno accolto come una figlia, e così hanno fatto con tutte le altre bambine. Le loro lezioni erano professionali e mai banali. Ho sempre percepito il loro modo di farci sentire speciali, come se fossimo veramente le loro figlie. Erano sempre pronte a soddisfare le nostre richieste con ragionevolezza, e conoscevano le fragilità di ognuna di noi, dimostrando la stessa sensibilità di una madre.

Ci ripetevano spesso che la vita, al di fuori delle mura scolastiche, non sarebbe stata facile e che il segreto di vivere felici era accontentarsi di ciò che si aveva. Non solo mantenevano la necessaria disciplina, ma si impegnavano per formare donne intelligenti e di buon senso per affidarle presto alla società.

Il loro affetto mi ha accompagnato anche dopo, quando le ho dovute lasciare a malincuore per tornare al mio paese. Mi scrivevano lettere, mantenendo vivo il nostro legame.

Mia mamma e mia suocera (nate 1922/23) mi raccontavano spesso di quando, da ragazze, andavano dalle Suore per imparare a ricamare, e di quanto si divertivano a recitare e cantare nel teatrino del convento, adiacente l’asilo, in via San Sebastiano.

Anche mio marito ricorda con affetto le Religiose, in particolare Suor Silvana, anche se ammetteva che piangeva ogni volta che sua madre lo lasciava per andare a lavorare.

I miei figli hanno avuto la fortuna di frequentare l’Asilo Giusfredo Moni, gestito dalle Suore Oblate. Per loro era un luogo di divertimento. Esclamavano che il pranzo era buonissimo, specialmente le polpettine, e le definivano le più buone del mondo. Mia figlia si era legata molto a queste Suore, tanto da essere accolta e guidata da loro nel percorso di giovane catechista.

Peccato che i miei nipoti non abbiano avuto la possibilità di vivere un'esperienza così speciale. Credo che avrebbero aggiunto un pezzetto prezioso al puzzle della loro vita.

Da molti anni le Suore sono state traferite dal paese alla Casa Madre, e per quanto, è stato perso un importante punto di riferimento per tutta la comunità parrocchiale!!.

 


TRANSLATION.

Looking back, there have been people who have shaped my life.

The closeness of family, friends, and relatives has helped me become the person I am today. They have passed on to me their humble and honest way of life, and there has never been a single bad gesture or unkind word that could destroy my character.

The strength of my MOTHER, the kindness of my FATHER, the generosity of my uncles and aunties, and the affection of my sisters have given me happy days.

There are special people who educated me and whose teachings are still alive in my daily life, even after so many years. For this reason, I can remember with affection, and a hint of nostalgia, the school of the Sisters of Charity (Charity Nuns), where I spent ten happy years (MELBOURNE 1958-68), feeling at home. Some of them, with a stern appearance, were actually very sweet and beautiful. I often wondered why they had chosen religious life  living in a convent. One of them in particular was very striking, tall and slender, and when she crossed the schoolyard, she couldn't go unnoticed. Occasionally, a hair would slip out of her enormous hat, and a laugh from us girls would escape, but it was done secretly.

From the first day of school, when I was just five years old, the Sisters welcomed me like a daughter, and they did the same with all the other girls. Their lessons were professional and never boring. I always sensed their way of making us feel special, as if we were truly their daughters. They were always ready to accommodate our requests with reasonableness, and they understood the fragility of each of us, demonstrating the same sensitivity as a mother.

They often told us that life outside the walls of school wouldn't be easy and that the secret to living happily was being content with what you had. Not only did they maintain the necessary discipline, but they also worked hard to raise intelligent, sensible women to be released into society soon afterward.

Their affection stayed with me even afterward, when I reluctantly had to leave them to return to my hometown. They wrote me letters, keeping our bond alive.

My mother and mother-in-law (born 1922/23) often told me about when, as girls, they went to the nuns to learn embroidery, and how much fun they had acting and singing in the convent theater, next to the nursery school, in Via San Sebastiano.

My husband also fondly remembers the nuns, especially Sister Silvana, although he admitted that he cried every time his mother left him to go to work.

My children were fortunate enough to attend the Giusfredo Moni Nursery, run by the Oblate Sisters. For them, it was a place of fun. They exclaimed that the lunch was delicious, especially the meatballs, and called them the best in the world. My daughter had developed a strong bond with these Sisters, so much so that they welcomed her and guided her in her journey as a young catechist.

It's a shame my grandchildren never had the opportunity to have such a special experience. I believe they would have added a precious piece to the puzzle of their lives.

 Many years ago, the Sisters were transferred from the village to their headquarters in the city, and for this, an important point of reference for the entire parish community has been lost!

 

Curioso ma vero. Il puritanesimo digitale bacchettone statunitense.

Sono stato a visitare il parco Vigeland a Oslo , un grande e stupendo giardino nel quale vivono più di 200 sculture dell’artista . Un mago ...