Barga, martedì 6 luglio 2021
Sono stato stasera, anzi ieri sera perchè ormai è passata mezzanotte, allo spettacolo "Come le rondini al cielo", il recital di poesie scritte dalla professoressa Doris Bellomusto, che insegna all'istituto superiore di Barga, che si trova a pochi passi dal giardino della Villa Gherardi in cui eravamo. Anche chi recitava e porgeva cultura sono state, tutte donne, cioè femmine. Il regista animatore è machio, Francesco Tomei, e maschio è chi ha suonato la chitarra classica accompagnando i versi, le parole di quelle signore e le canzoni che hanno aggiunto senso, oltre che coreografia, alla preparazione di quelle persone. Maschio è stato anche un lettore, ospite non vedente all'interno della serata offerta dalla associazione 50&Più di Lucca, qualcosa come la Unitre, una università popolare.
Sono rimasto entusiasta da quello che ci hanno regalato stasera. La cultura popolare, cioè fatta dal basso, è meravigliosa.
Credo che sia stato bravissimo quel Francesco, maestro e animatore delle risorse umane che si è trovato "tra le mani" durante i mesi di confinamento e distanziamento sociale imposto dal covid. Un laboratorio teatrale on line che ha dato un frutto molto bello.
Apprezzabile poi la sfida sul filo della cultura vivente, recitare poesie di una persona vivente e presente alla serata, parlare e riflettere su di esse, quasi facndole proprie mischiandole alla esperienza personale e lanciando con esse stimoli di buoni pensieri a tutti i presenti. Tanta gente. Che ha applaudito non come una clac automatica, ma per felicità di applaudire gente vivente e non commiserando colonne storiche della cultura accademica conclamata.Quelle signore, nelle loro discorrere col pubblico silenzioso ed attento hanno anche "parlato" di mai dire mai adulti, proprio come il concetto che ha portato al nome di questo blog condiviso.
Di adulti ancora a scuola se ne trovano, e di bravi, anche fuori dell'Isola delle Mascherine che conosciamo bene, quella che sta sotto il mantello della Pania Sempre Bella.
Anche qui un piccolo gruppo, un gruppetto di persone che si sono affiatate strada facendo. Almeno questo è il filmino che mi faccio su di loro. Ma la loro esperienza è reale, concreta. Un aspetto che ho apprezzato particolarmente è stata la calma, la delicatezza, la soppesatezza dei loro discorsi. La composizione dei momenti diversi dello spettacolo che ci hanno offerto è diventata, per uno spettatore come me, un gusto di ascoltare e di parecipare. Anche quando non pochi su quelle sedie di platea bisbigliavano del frddino e dell'umido che verso le 23 cominciava a penetrare nelle loro ossa. Sotto gli alberi giganti del giardino della biblioteca al Cancellone.
Anche per loro, per quel piccolo gruppo di donne, come per il gruppo di Informativìca Pratica Unitre_Barga, una situazione eccezionale ha partorito un grande significato. E un risultato. Auguro loro di esser di esempio per altre esperienze che per la loro natura possono essere altro che irripetibili. Ma il cliché può essere esportato. Fare cultura, meglio: produrre cultura. Adulti ancora a scuola per imparare e per produrre. Per esser contenti di scambiare e condividere un po' di se stessi.
Un'altra vicenda fantastica.
Quegli Adulti Ancora A Scuola mi hanno confermato che l'arte può andare incontro al cittadino e il cittadino può fare cultura (in questo caso erano cittadine).
L'essenza della parola, come della musica, non conosce confini, non ammette steccati. Così loro, quel gruppo di 50&Più, hanno deciso di intagliare la loro esibizione indroducendo degli ospiti, ci hanno presentato una signora, dottoressa, originaria del Burkina Faso, che ha testimoniato la abissale diversità tra la tutela sanitaria in Italia e quella nel suo paese di origine, ragione per la quale i 50&Più hanno aperto un progetto di solidarietà per aiutare laggiù cinque persone bisognose. Anche il ricavato dalla vendita del libro della professoressa Doris sarebbe andato a quel progetto concreto di solidarietà a distanza.
Poi è apparsa, sorridente, guidata dal suo cane accompagnatore una bella signora bionda, almeno così me la ricordo, presidente dell'associazione dei non-vedenti della zona di Lucca, e dopo di lei è intervenuta una bimba sul suo carrozzino, disinvolta ha dialogato con Francesco, poi leggendo il braille, il sistema di lettura tattile a rilievo per non vedenti ed ipovedenti, ci ha fatto ascoltare altri versi tratti da "Come le rondini al cielo". Dopo di lei un signore spigliato ha fatto lo stesso. Ci ha detto che è diventato cieco da adulto. E abbiamo ascoltato i versi da lui scelti.
Ospiti mirati. In un mondo che ha bisogno di unità, solidarietà, accettazione delle diversità, rispetto per gli altri. Mi è sembrato che la spirale dello spettacolo fosse eccezionale.
In quel gruppo c'è anche Emma, di adultiancoraascuola di nostra conoscenza.
click su Emma era buio da lontano 😊 |
Complimenti vivissimi a tutte/i le/gli autrici/tori della serata. Grazie.
QUESTO POST DEL BLOG CONDIVISO AVREBBE BISOGNO DI UN COMMENTO ALMENO CHE RACCOGLIESSE I NOMI DELLE PERSONE CHE CI HANNO OFFERTO LA RAPPRESENTAZIONE, AUTORI, ATTRICI, OSPITI, ED ALTRI CHE IO NON SO ELENCARE. INVECE SAREBBE BENE DARE PANE AL PANE E VINO AL VINO, NO? GRAZIE.
Grazie Professor Luti per la tua presenza allo spettacolo. Grazie per la tua accurata attenzione. E' stata una bella serata quella di "come le rondini al cielo" in Villa Gherardi sotto il Maestoso Duomo di Barga.
RispondiEliminaQuando mi sono iscritta al Laboratorio Teatrale non sapevo cosa aspettarmi, ma la mia curiosità di conoscere nuovi orizzonti mi ha trasportato a partecipare. Per me è stata una bellissima scoperta. Non credevo di potermi esprimermi in testi di poesia. L'ho fatto con semplicità e con un'approccio verso la mia vita personale. Avevamo già presentato questo evento in streaming durante il percorso di lezioni online. Ma ieri sera, con il calare della notte,sotte le stelle, con le luci soffuse, la musica, la voce esposta al microfono ed il silenzio nell'aria tutto questo ha reso la notte magica, quasi in un atmosfera di esistere in un'altro mondo.
Francesco ha curato tutti i dettagli al meglio. Ci auguriamo che da qui possiamo ripartire in presenza per tutto quello che abbiamo voglia di fare in futuro.
Grazie a tutti gli spettatori.
Grazie, professore, credo che lei abbia colto l'essenza della serata con il suo commento acuto e disincantato. Abbiamo, mi pare, creato un cerchio magico di bellezza, di cultura, di sorriso in questa situazione di smarrimento e difficoltà che il nostro Paese sta vivendo. Non ce ne eravamo rese conto fino in fondo mentre con l'aiuto e la guida di Francesco condividevamo emozioni e pensieri fino poi a giungere alla sintesi di cui abbiamo goduto tutti insieme. Per quanto mi riguarda, mentre guardo il movimento della marea seduta sul molo della baia, più che perdere tempo faccio spazio dentro di me per nuove avventure.
RispondiEliminaCarla Matassi
carla.matassi@gmail.com
Grazie Carla, e cara amica di viaggio Teatrale per il tuo prezioso commento sul Nostro Blog...
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