L'importanza dell'acqua
anche nella Storia
Tra tutte le risorse naturali, questa è la più importante perché senza non ci sarebbe vita ed è indispensabile per la nostra salute. Sappiamo però che è limitata e questa carenza dicono sia dovuta all'inquinamento, allo sfruttamento eccessivo, alle alterazioni fisiche degli habitat ed ai cambiamenti climatici. E sembrerebbe che nel futuro potremmo andare incontro a delle siccità.
Quindi è bene cambiare le nostre abitudini, consumarla meno ma bene e se è possibile anche recuperarla...d'accordissimo. Mio marito sta già raccogliendo l'acqua proveniente dai tetti per uso giardino e orto e per intervenire anche sull'aspetto idrogeologico.
Nel mese di giugno ho avuto modo di trascorrere qualche giorno a Matera e voglio prendere come
riferimento questa città perché ho visto e appreso che i problemi di ora sono gli stessi di Ere passate e gli abitanti si erano adeguati alla circostanza (il sapersi adattare agli eventi). Matera era contraddistinta da un sistema idrico finalizzato alla raccolta di acqua piovana e sorgiva che in passato animava una rete di canaletti e una diffusa rete di cisterne e palombari, dove facevano convogliare l'acqua e che poi riuscivano a portare la preziosa risorsa ovunque.
Il Palombaro Lungo
In questa città l'acqua potabile era fornita dal Municipio tramite alcune fontane e cinque grandi cisterne pubbliche che raccoglievano acqua sorgiva, chiamate palombari. A questi si aggiungevano altre centinaia di cisterne private che raccoglievano acqua piovana ma per usi non potabili. Il Palombaro Lungo è la più grande cisterna della città, e consiste in uno scavo artificiale realizzato in diverse fasi a partire dal XVI secolo. Raggiunge una capacità di 5 milioni di litri, per una profondità di 16 metri e una lunghezza di 50 metri. La sua forma è molto articolata perché fu realizzata unendo fra loro cavità artificiali preesistenti, che prima erano adibiti ad altri scopi (cantine, neviere, concerie). Le sue pareti rocciose sono rivestite di cocciopesto, uno speciale intonaco impermeabile a base di terracotta. L'acqua era prelevata solo nei mesi in cui le fontane pubbliche non fornivano abbastanza acqua, quindi soprattutto in estate. Il prelievo avveniva tramite un pozzo presente in piazza, grazie a secchi di alluminio. Il fondo della cisterna non è piatto, ma è inclinato ed è profondo proprio sotto il pozzo, in modo che si potesse prelevare l'acqua anche nel caso in cui ce ne fosse stata poca. Dall'interno si possono vedere sul soffitto le bocche del pozzo (viste da sotto), ma sulla piazza invece non c'è traccia. Fu abbattuto nel 1927, quando la cisterna fu dismessa in quanto fu realizzato dallo Stato un moderno acquedotto. Nel 1991, in occasione di alcuni lavori nella sovrastante piazza, venne decisa l'esplorazione della cisterna, di cui veniva ignorato forme e dimensione, ma di cui conoscevano l'esistenza. Ancora piena di acqua, fu indagata da due sub, questi trovarono sul fondo numerosi oggetti che nel corso dei secoli erano stati persi nel tentativo di prelevare l'acqua (monete, spille, bottoni, orologi e numerosi secchi). Oggi la visita sul Palombaro Lungo avviene su agevoli passerelle sospese sull'acqua, avendo diminuito il livello è possibile osservare pienamente le dimensioni della cisterna e apprezzare questo gioiello di ingegneria idraulica e di architettura.
Chissà se questa cisterna in futuro non possa essere riutilizzata con lo scopo di quando è stata costruita.
Bello Luciana e molto interessante. Sono stata a Matera qualche anno fa ma di tutto ciò non sapevo niente. Grazie
RispondiEliminaIn Australia hanno solo acqua piovana. A livello internazionale, l'Australia è notevole nella sua attiva ricerca della raccolta delle acque piovane.....
RispondiEliminaMolto interessante Luciana.....
Menomale che il mio orto non sa leggere, altrimenti commenterebbe: la conosco bene l'importanza dell'acqua e, quest'anno, purtroppo devo farne a miccino!
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