La lettura può essere anche un’attività sociale, fatta di confronto, scambio di opinioni e condivisione. Anche blended activity (aiuto, LITTLE ENGLISH!), cioè un po' in presenza e un po' a distanza, o viceversa (come canta il Gabbani).
La lettura può espandersi dalla dimensione privata alla dimensione sociale, noi preferiamo dire socializzante. Del resto perché non ricordare che a scuola abbiamo tutti lo stesso libro di lettura, lo stesso sussidiario, lo stesso classico da leggere e commentare?
Poi finita la scuola, la lettura, perché diventa un fenomeno intimo? Ci deve essere un motivo di poteri occulti alla maggioranza per poterlo sostenere, e questi ci sono senz'altro, perché sennò si propaganda forbitamente che la lettura fa parte della sfera intima della acculturazione individuale?
Noi, adulti ancora a scuola, potremmo sperimentare su di noi e smontare questo assioma perpetuato da psicologi e sociologi dello staff system (Emma, help!).
Certo quando sei da sola, leggi da sola. Se decidi comprarti un libro e gustartelo in poltrona o a letto, perché no! Sei sul treno o sull'autobus, sei in coda allo studio medico o alla cassa di una banca: ti porti un libro e non sbuffi, leggi e ti corrobori! Certo. Da sola. Lettura personale, certo.
E vai a giro, anche per le spese (shopping, Emma, vero?), ci vai coi tuoi, magari anche con chi fai tante cose, anche i figli o i preliminari, e poi entri in una libreria: ti è venuto in mente che avresti potuto scegliere e comprare uno stesso libro, anche uno per uno lo stesso, per leggerlo assieme? Come comprate due banane, due tazzine da caffè uguali, due cuscini uguali, due... perché siete gente che state assieme!
No, di solito non accade. Ci hanno abituato, convinti che sia meglio così? Che sia perfetto crescere soltanto con la lettura intima?
Non lo sappiamo il perché, ma ti sembrerebbe strano che una coppia comprasse una coppia di libri e la leggesse assieme o nello stesso tempo. Forse ti sembrerebbe antieconomico.
E non ti ricordi più, non fai il minimo collegamento a quando il prof. disse a tutti e ventidue, perché tanti eravate in classe in seconda media, "sono arrivati i libri di narrativa, 23 copie di Maja delle Streghe, una per uno, domani finalmente iniziamo a leggere assieme". E non ti viene in mente la soddisfazione di iniziare quella avventura tutti con lo stesso libro in mano, anche evitando ore di possibili interrogazioni logoranti?
Ecco. Forse qualcosa di dissociativo c'è sotto queste convinzioni da non-più-alunni come quella che la lettura è un fatto miglioramento personale e intimo.
AAAS può pensare e dimostrare che la lettura è la lettura. Se hai voglia e capacità di leggere! Perché chi smette di leggere o legge solamente i messaggini brevi sul telefonino o le righe dei facebucche, alla fine dice di non aver voglia di leggere ma in realtà ha perso la capacità logica di seguire una lettura complessa. Analfabetismo di ritorno! Accade lo stesso per la scrittura! Questo è un aspetto di quello che chiamiamo analfabetismo funzionale.
Adulti Ancora A Scuola, forse anche Maidiremaiadulti può riscoprire che la lettura è la lettura, con tutte le implicazioni intime, culturali, sociologiche e di soddisfazione o di masochismo ... ok! (Emma, va bene? o è meglio Okay?). Poi te la fai da sola o da solo, oppure leggi insieme ad altri. Sullo stesso libro o su più copie dello stesso libro. Una scelta occasionale, non di merito o di validità.
"mamma, dai, leggimi ancora...", così le dicevi quando eri piccola nel lettone e lei ti teneva la testa sull'avambraccio e con la ma mano teneva il lembo destro del libro aperto e con l'altra l'altro lembo, e la mamma leggeva ... Ma sei sicura che leggesse solo mamma o eri anche tu che leggevi? Non sapevi meccanicamente leggere, ma leggevi anche tu, insieme, riga per riga, meglio frase per frase, battuta per battuta, e ti accorgevi se la lettura era sbagliata! Perché? Leggevi! ed eri infante, cioè vorrebbe dire che non eri capace di parlare propriamente!
Quella era la prima lettura in comune. Lettura comunitaria. Lettura di gruppo. E ti accorgevi, al continuare la lettura la sera dopo, se la mamma apriva il libro alle pagine giuste o no, e glielo dicevi prima che lei se ne rendesse conto! Leggevi. Leggevate assieme.
Perché da adulti non restare complici della lettura? Almeno qualche volta!
"Lo facciamo ai bambini, so leggere da me, non occorre che io ti legga e tu mi legga", ti disse Alberto quando sotto l'ombrellone stavi leggendo a voce alta un articolo che avresti voluto condividere con lui! Ti fermasti. Poi più tardi lo lesse, e ne parlaste. Anzi lui riprese il giornale e ti rilesse pari pari i passi che l'avevano colpito di più. Contento.
E allora, fu un riflesso condizionato quello di dirti subito che l'avrebbe letto da solo!
Allora, che la lettura sia necessariamente un’attività intima e personale è per un adulto non più a scuola è un assioma, indimostrabile, un tabù, una balla inmanifesta, cioè una fake-new! (Bene così, Emma?)
.....
il romanzo può continuare ... ( prossima puntata, la lettura come dialogo)
... la proposta di AAAS sarà, a ottobre, anche quella di aprire un un common blended reading path (Emma, questo è difficile, come lo diresti tu in BIG ENGLISH?)
si cercheranno adesioni e arditi del cammino sperimentale per nuovi orizzonti di lifelong learning (Emma, perdonami.)
......AAAS could read a book and bring out a discussion on it. We could also prepare a conference and ask qualified people in matter to deepen the topic with us...
......potremo leggero un libro in comune ed analizzarlo insieme. Potremo preparare una conferenza e chiedere a persone qualificate di approfondire l'argomento con noi.
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15.08.2022
Caro Professore hai toccato un tasto
interessante.
Non sono mai stata una grande lettrice, anche quando frequentavo la
scuola (elementare, medie e solo 6mesi di superiore) non ero tanto "portata" per la lettura. Da grande (15 anni) quando iniziai a lavorare non avevo tempo perché
gli orari di turni della fabbrica tessile mi occupavano molto. E confesso che
la lettura mi rimaneva faticosa. Si, certamente un libro sul comodino non mi mancava,
ma poi leggere a letto, distesa in quella posizione mi conciliava il sonno, ed
ecco che finivo per leggere poco, e mi addormentavo.
Non ricordo che i mie genitori mi leggessero prima di
addormentarmi, come racconti te Professore nel blog, e purtroppo non lo facevo
nemmeno io con i miei figli. Ma da quando sono nati i miei 3 nipoti la lettura rimane una buona abitudine, specialmente nel momento della “nanna”. Non mi è mai stato
facile leggere ad alta voce. Ma da quando leggo a loro, anche in inglese, e da quando sono una lettrice di "nati per leggere" mi sento che sono migliorata.
Ricordo con tanta simpatia la lettura della mia insegnante, era espressiva
e pronunciava molto bene le parole. La ammiravo.
Mi
piace avere sempre un libro in borsa quando esco di casa, non si sa mai che
abbia un momento per leggerlo. Quando sono in casa prendo tempo per fare
altre cose e difficilmente mi siedo con in mano un libro. Se vado al supermercato e mi fermo a
prendere un caffè al bar, allora mi metto appartata e molto volentieri tiro
fuori il mio libro e leggo. In quel posto ci sono sempre dei rumori, ma non
mi disturbano affatto, anzi mi sento in compagnia e leggo spedita.
Buona lettura a tutti e tutte....
Il Prof. mi ha messo una pulce nell'orecchio. Provo a toglierla. In effetti la lettura é per me un'attività intima e personale ed é quella che mi da maggiore soddisfazione. In realtà dividerei i tipi di lettura : la poesia e il romanzo che magari in quel preciso momento della vita può appassionarti particolarmente, li vedo come attività intima e personale : come si fa a condividere una poesia? Se ti piace la senti e ti emoziona, se ci fai sopra troppe considerazioni diventa, secondo me, un compito di scuola. Diversa é la lettura di un articolo di giornale o l'approfondimento di un argomento di attualità: quello mi piacerebbe condividerlo, ma é difficile: a nessuno piace molto ascoltare, a meno che si tratti di qualche cosa già precedentemente letta dalla persona, oppure forse bisognerebbe parlare a spot, o avere una capacità di esporre tale da non generare noia ma solo interesse, e questa certo é capacità di pochi. .
RispondiEliminaLa lettura può essere un'attività socializzante ma...alla larga dai sistemi scolastici, che secondo me, riescono a renderla pesante e insopportabile, mentre leggere é un gusto e un piacere: leggere ciò che vuoi quando vuoi!
Da bambina leggevo molto: i fumetti insieme a mio fratello e quella era una piacevole condivisione, i libri per conto mio ed erano fonte di magnifiche, immaginarie avventure.
Da adolescente leggere voleva dire libertà, quella libertà che non ero capace di vivere in casa e nel paese ed era un cercare di studiare il mondo per capire e trovarvi il mio posto (le pretese dell'adolescenza). Dopo, grazie al salotto del maestro Poli, a sua figlia Alberta, la sorella e amici c'é stato un affacciarsi ad autori stranieri come Hemingway e Steinbeck, e quella... era una condivisione totale : nei gusti ,nel pensiero, nel dolce... che regolarmente arrivava all'ora della merenda. BELLO.
Da adulta, per il mio lavoro di insegnante in una scuola sperimentale, avevo la necessità di approfondire principi pedagogici e metodo di attuazione degli stessi, ne discutevo poi con il gruppo di lavoro, ed era in fondo una lettura socializzante, anche se dettata da pratiche necessità. In seguito, prima e dopo i miei amati, brevi purtroppo, viaggi in Oriente, mi sono letta e riletta tutto Terzani per cercare di capire qualche cosa di quei mondi così diversi. E adesso? Da vecchia mi piace leggere e rileggere ogni tanto qualche romanzo ma, a dir la verità, mi bastano gli scritti del Prof. sul suo blog e i rompicapo conseguenti. Se poi ci mettiamo i compiti di informatica ( e il computer in questo caso é un assorbi tempo tremendo), gli ascolti delle conversazioni in inglese di Emma e la mia scarsa capacità di comprenderli ,beh! la giornata é già piena, ricca di spunti, al di là di una quotidianità da vecchia pensionata fatta, purtroppo, di tempi rallentati . Ciao e grazie Prof.