Quando si accendeva
il fuoco in casa per riscaldarla e per cucinare.
Mio
nonno mi diceva: vai in capanna dove ci sono le legna e prendi delle brocche, le più fini, alcune tacche
e delle stigliore. Lui nel frattempo
preparava della carta che di solito era gialla, poi sul camino prendeva gli
zolfanelli (fiammiferi di legno) e, quando io tornavo con la legna, ci faceva una
piccola catasta vuota sotto dove ci infilava
la carta e dava fuoco. La legna secca prendeva subito scoppiettando e facendo una bella fiamma; a quel punto il nonno mi diceva ritorna a
riprendere qualche Schiampa cosi il fuoco si mantiene tutto il giorno.
E così io mi sentivo orgoglioso
di avere aiutato il nonno e di aver imparato da lui che tipo di legna prendere.
Sono quei ricordi che si portano stampati nella memoria per tutta la vita. Di sicuro i giovani di adesso non parlano con quelle parole che hai evidenziato in rosso......ma però parlano l'inglese .....che pensi Francesco?...
RispondiEliminaBello Geppo, per cosa racconti e per come lo racconti. Mi fa tornare indietro nel tempo, con un briciolo di rimpianto, ma con quella dolcezza che sempre regalano i ricordi piacevoli dell'infanzia. Grazie Geppo. Le brocche e le tacche le conosco, la schiampa la so come un legno grosso adatto a mantenere il fuoco ma le stigliore sono per me proprio misteriose. CIAO!
RispondiEliminaQuando si spaccano dei ciocchi di legno abbastanza grossi con l'accetta o con la mazza e le zeppole, non sempre il legno si divide come si vorrebbe i pezzeti più piccoli e fini mio nonno li chiamava stigliore, ottimi per accendere il fuoco. Per esempio quando si prende un pezzo di legno per metterlo nel fuoco e ti senti bucare la mano o il dito, quel pezzeto di legno che magari si he infilato sotto la pelle si chiama stigliora.Ciao
RispondiEliminaAhi !!!
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