Mentre leggo assorta all'ombra di tuie e abeti, al solleone di luglio, mi accompagna un frinire continuo, stridulo, una vera e propria serenata in pieno giorno, che esprime bene l'estate piena.
Secondo gli entomologi si tratta della manifestazione sessuale delle cicale. La emette, infatti, il maschio per richiamare la femmina con lo scopo di accoppiarsi. Nell'addome questo piccolo insetto ha due membrane che, muovendosi, emettono quel suono acuto e assordante.
Un buon segnale anche per noi uomini perchè fino a che le sentiamo cantare, siamo sicuri di poter godere ancora del caldo estivo.
Le femmine depongono le uova. Le larve, appena nate, sprofondano nel terreno e danno inizio alla loro vita sotterranea, poi giunte alla maturità, escono dal terreno e cercano un albero dove arrampicarsi ed effettuare la muta. Allora sono pronte al volo. Il loro ciclo vitale è breve. Infatti, con il sopraggiungere dell'autunno, gli adulti muoiono. Gli esperti dicono che il numero delle cicale e la loro capacità riproduttiva dipendono dalla temperatura che dovrebbe essere superiore a 22° centigradi. Certamente si fanno conoscere non per il loro corpo (che non vediamo), ma per l'insistente canto.
Tra i poeti, Carducci ha dedicato a questi insetti un'intera lirica, "Le cicale", che con il loro coro "...pare che tutta la pianura / canti, e tutti i monti cantino, e tutti i boschi cantino..", ma anche altri, da D'Annunzio a Quasimodo, salutano l'acuto canto che domina la canicola estiva.
Per altri quel frinire ha assunto invece una connotazione negativa, cioè il vivere alla giornata cantando senza pensare al domani.
Esopo, ad es. nella sua famosissima favola "La cicala e la formica", racconta che la cicala durante la cattiva stagione, si rivolse alla previdente formica chiedendole aiuto. Questa le chiese cosa avesse fatto tutta l'estate non avendo immagazzinato cibo; al che la cicala le rispose candidamente di aver sempre cantato. "Allora adesso balla!", le replicò.
La formica è quindi esempio di impegno costante, la cicala invece appare superficiale e frivola.
Anche nel nostro linguaggio quotidiano l'appellativo di cicala attribuito ad una persona ha un'accezione negativa; significa che è spendacciona e negligente, oppure che chiacchiera continuamente (cicalare).
Il grande Gianni Rodari ha cercato di riabilitare questo piccolo insetto, rovesciando la favola antica e facendoci così riflettere sul valore dell'impegno, ma anche sul piacere e sulla condivisione di ciò che stiamo facendo.
Alla formica
Chiedo scusa alla favola antica
se non mi piace l'avara formica.
Io sto dalla parte della cicala
che il più bel canto non vende, regala.
Rivoluzione
Ho visto una formica
in un giorno freddo e triste
donare alla cicala
metà delle sue provviste.
Tutto cambia: le nuvole,
le favole, le persone.....
La formica si fa generosa.....
E' una rivoluzione.
Bellissime riflessioni, grazie Maria.
RispondiEliminaL'estate si è dilungata quest'anno, infatti inizia appena a rinfrescare e siamo a novembre! ma già abbiamo grande nostalgia della luce e della musicalità della stagione appena trascorsa.
Grazie Maria per lo scritto che mi ha fatto conoscere cose che non sapevo e ricordare cose che avevo dimenticato.
RispondiEliminaÈ la natura che ci interroga e ci stupisce sempre.
RispondiElimina