lunedì 12 febbraio 2024

IN AEREO


 Ricordi che fa piacere rivivere....e grazie Emma che me li hai resuscitati con il reportage del tuo viaggio in Australia e,.. come vedi, ho usato le tue foto.

IN AEREO (ricordi qua e là)

Londra è stata la destinazione del mio primo viaggio in aereo. Ero già adulta, ma passai il tempo, per fortuna non troppo lungo, aggrappata ai braccioli della poltrona ,reggendomi forte quasi l'aereo dovesse volare grazie ai miei muscoli. Un incubo! tecca come un baccalà fissavo la parete che avevo davanti e che mi impediva la consolazione di una situazione condivisa con altri (peraltro naturalmente tranquillissimi).

In seguito, per diversi viaggi e trasferimenti, ho usato questo veloce mezzo di trasporto e la permanenza in aereo l'ho sempre apprezzata fino al punto di affermare che se l'aereo fosse caduto, beh, pazienza, sarei morta in una circostanza da me ricercata e goduta. PS. Ero ancora giovane e il concetto di morte improvvisa e non causata da  malattie aveva per me ancora un che di eroico e salvifico.😄

In effetti però è bellissimo quando sopra il mare di nuvole improvvisamente sorge il sole inondando l'aereo di luce : ha il sapore di un miracolo che tutti i giorni si ripete

A SEGUIRE (volando verso la Cina)    Rintronata dalle tante ore di viaggio e dal sonnecchiamento che tento invano di tramutare in sonno, vedo passare le hostess con la colazione:  è una quotidianeità che consola e così la consumi come un rito; è importante perché fa passare il tempo e lo scandisce seguendo un ritmo giornaliero che i meridiani fanno impazzire.      La colazione, lo spuntino, il pranzo, la merenda, la cena...si dice che il cibo in aereo è improponibile: non me ne sono mai fatta un problema, è invece essenziale, secondo me, far durare il più a lungo possibile la colazione, lo spuntino, il pranzo, la merenda, la cena... divertendosi  nel manovrare vassoio, posate, contenitori vari e bustine senza impiastricciarsi e scegliendo dal vassoio, con discernimento, cosa poter mangiare.     In realtà  chiedo sempre  chicken ( pollo) e sempre quello mangio perché è l'unica parola che capisco quando devo scegliere tra pasto vegetariano e no, maiale o manzo, vegetables o potatoes. So pochissimo l'inglese e quando la hostess parla, ascolto una lingua per me strana, cadenzata dall'uso e dalla noia e..non capisco niente, solo chicken!

IL CIBO

.Il cibo in aereo mi ha fatto amare la Cina prima ancora di conoscerla:   ignorante delle temperature glaciali allora in uso sugli aerei e quindi poco attrezzata ed essendo in Italia Estate ricordo una notte freddissima e congelante. Dormicchiavo e soffrivo nonostante la doppia copertina richiesta quando, aperto un occhio, vedo la hostess che silenziosamente per non svegliare i dormienti gira con un vassoio pieno di ciotole fumanti. Dopo segni disperati per farmi notare, ne afferro una: erano noodles cinesi in brodo. Una cosa fantastica ! Non ricordo il sapore, ma quel liquido bollente che scendeva nello stomaco mi aveva riconciliato con la Cina, l'aereo e il mondo. e quella fantastica sensazione di calore la ricordo ancora oggi. 

IL PAESAGGIO         In aereo, vedere il mondo dall'alto è meraviglioso: montagne ,città, fiumi, il nostro Paese ,la nostra città...e anche se ora, grazie ai droni siamo abituati a quel modo di guardare , è sempre stupefacente e molto interessante cercar di riconoscere località geografiche magari studiate a scuola. 

IL MONTE ARARAT (un paesaggio amato)  L'Ararat, dove, secondo la Bibbia, l'arca di Noè si incagliò dopo il diluvio universale, mi era diventato familiare e riuscivo a riconoscerlo dall'aereo ogni volta che facevamo quella rotta; sarà che l'Ararat l'avevo visto anche da terra, al confine tra Armenia e Turchia e ricordavo il dolore degli Armeni nel vedere il monte sacro e non poterci andare perché ora in territorio turco.   Era quindi una montagna con una storia che amavo e la si distingueva bene dall'alto: di forma regolare , la più alta e con la cima sempre innevata, grazie al suo imponente ghiacciaio. Mi faceva molto piacere il riconoscerla, quasi l'avessi inventata io.


Altre storie, altri aerei.   In Uzbekistan, nel 2007,ricordo un vecchio Tupolev sovietico a dir poco impressionante: cinture di sicurezza un po' sì un po' no, un rumore di motori assordante, sedili sudici e sfasciati e un preoccupante fortissimo odore di carburante.  Era un volo interno, breve per fortuna, e grata per essere felicemente atterrata (preghiere esaudite) con simpatia ripenso a quel  sistema molto pratico di recupero bagagli: aprendo il portellone sotto la pancia dell'aereo i bagagli caddero scaraventati a terra e ognuno andò a cercarsi e a prendersi il suo. Devo ammettere che ciascun passeggero quella volta ritrovò il proprio bagaglio.., anche se un po' ammaccato.😄😂

Auguro a tutti un prossimo viaggio aereo splendido e con felice atterraggio ! 😄😃😂

1 commento:

  1. Affascinante, oltre che simpatico il tuo racconto Pieranna.
    I particolari che descrivi riescono a farci partecipi dei tuoi viaggi avventurosi. Trovo molto bello inoltre che tu ne conservi un ricordo così vivo.
    Mariella

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