Non so se ci impressionano di più i fatti disgraziati che
avvengono vicino a noi o quelli che avvengono lontano. E non so se fa orripilare
(arrizzare i capelli in testa), inorridire di più l’assassinio di una persona
soltanto o l’uccisione di molte persone assieme. Penso che molto dipenda dai
valori che sentiamo mettano in gioco gli assassinii, le uccisioni, gli eccidi,
le guerre e tutte altre brutte cose che ne sono parenti. E non so se gli orrori
sono fratelli o genitori del terrorismo.
So che fatti come il “femminicidio” avvenuto a Fornaci di Barga fanno “orripilire”, inorridire e terrorizzano. Tutto insieme.
Per parte mia, non userei più il termine “femminicidio”, benché abbia avuto un effetto centrale nella presa di conoscenza verso la discriminazione sessuale e il patriarcato come valori negativi o disvalori. Userei piuttosto assassinio, anche se la etimologia di questo vocabolo è una antonomasia che deriva dalla storia persiana, perché assassino è chi persegue i propri obiettivi tramite un uso sistematico dell’omicidio. Usare ancora e esclusivamente il termine di femminicidio come fattispecie, cioè come qualcosa di speciale ( oltre o diverso dall’assassinio), da una parte offre un gradiente imitativo più grande ed esclusivo ai potenziali assassini di donne, e dall’altra indica il particolare bersaglio mettendolo alla berlina. Non è forse reale che nei processi di discriminazione, stalking, stupro, violenza sessuale generalmente c’è quel passaggio morboso in cui si mette sotto inchiesta proprio la vittima nel tentativo di minimizzare le responsabilità dell’aguzzino? Sono previste anche le attenuanti, no? Violentare o uccidere qualcuno può avere attenuanti?
Solo la legittima difesa rende l’assassinio “accettabile”, come risposta ultima di difesa della propria incolumità o di quella del vicino. Ma la legittima difesa non è un attenuante, è una fattispecie giurisdizionale.
È difficile accettare che questo argomento possa entrare anche nelle chat di servizio e squarciare la zona grigia che lusinga il non-senso del dichiararsi apolitici.
Mi è venuto di scrivere una riflessione sul blog condiviso per dire che a volte le questioni sembrano essere complesse perché è difficile parlarne senza giudicare, ma in realtà sono semplici, come è affrontabile il re quando è nudo.
RispondiEliminaNon riesco a trovare altre parole che fare una domanda, "perché non siamo stati capaci di salvare queste Donne martoriate dall'uomo che prova solo possesso e non amore nei loro confronti?"
"LE DONNE NON SI TOCCANO NEMMENO CON UN FIORE"
"LE DONNE SONO UNA VITE SU CUI GIRA TUTTO"
"L'INTUIZIONE DI UNA DONNA Ė MOLTO PIÙ VICINA ALLA VERITÁ DELLA CERTEZZA DI UN'UOMO"
"FANNO DELLE COSE, LE DONNE, ALLE VOLTE, CHE C'Ė DA RIMANERCI SECCHI"