martedì 16 settembre 2025

PATATE, PIATTO POVERO!!!!!!!

 


DAILY DIARY.... 

16.09.2025

 

PATATE. PIATTO POVERO!!!

 

 PATATE. PIATTO POVERO!!!

Le patate non mancavano mai a casa nostra.

Ogni anno, al momento del raccolto, la Mamma ne ordinava almeno cinquanta chili direttamente dal contadino per i nostri bisogni famigliari.

In qualsiasi modo le cucinasse erano sempre deliziose.

Eravamo  tanti in famiglia a quei tempi. 

Quando la Mamma decideva di fare gli gnocchi a mano, ricordo che la tavola era piena, perché noi eravamo tutti ghiotti di questo piatto. La Mamma sapeva cucinare anche tante altre buone ricette: le polpettine erano una squisitezza, patate arrosto, torte di patate, patate in umido, con o senza lo spezzatino, oppure semplicemente patate bollite ad insalata, condite con aceto, olio e una generosa spolverata di prezzemolo e aglio.

Anch’io ho acquisto le patate dal contadino! Quelle buone!

Oggi, in attesa che i miei nipoti tornassero da scuola per pranzo, anch’io ho pensato di utilizzarle per fare un buon menù casalingo!!!

Cosi ho impastato gli gnocchi e li ho conditi con burro e salvia, oppure “rossi”, come dicono loro, cioè con una gustosa pomarola. Ho preparato anche delle polpettine con la ricotta, di contorna ad un buon prosciutto affettato al momento.

Si sono messi a tavola con grande appetito e credo di averli sodisfatti.

IO LO ERO ANCORA DI PIÙ!!!!


POTATOES. A POOR DISH!!!


Potatoes were never in short supply in our house. At harvest time, Mum would order at least fifty kilos of them directly from the farmer each year for the family's needs.

No matter how she cooked them, they were always delicious.

We were a big family back then.                   

When Mum decided to make gnocchi by hand, I remember the table was full, because we were all greedy for this dish. Mum also knew how to cook so many other delicious recipes: potatoballs were delicious, roast potatoes, potato cakes, stewed potatoes, with or without stew, or simply boiled potato salad, seasoned with vinegar, oil, and a generous sprinkling of parsley and garlic.

I also buy potatoes from the farmer! The good ones!

Today, while waiting for my grandchildren to come home from school for lunch, I also thought about using them to make a delicious home-cooked meal!!!

So I made the gnocchi and tossed them with butter and sage, or "red," as they say, with a tasty tomato sauce. I also made some ricotta potato balls, served with some delicious freshly sliced ​​prosciutto.

They sat down for lunch with  appetite, and I think I satisfied them.

I WAS EVEN MORE !!!!

DAL WEB)

Le patate sono originarie delle Ande in Sud America, dove furono coltivate migliaia di anni fa. Furono portate in Europa nel XVI secolo dai conquistadores spagnoli e si diffusero in tutto il mondo come alimento importante. Dal punto di vista nutrizionale, le patate sono principalmente fonti di carboidrati (amido), ma contengono anche vitamine (soprattutto del gruppo B e C), minerali, e una piccola quantità di proteine. 

Provenienza della patata

  • Origine: 

Le patate sono autoctone dell'America Centrale e Meridionale, in particolare della regione andina tra Perù e Bolivia. 

  • Domestication: 

Le popolazioni indigene delle Ande domesticarono le patate circa 7.000-8.000 anni fa. 

  • Diffusione mondiale: 

I conquistadores spagnoli portarono le patate in Europa nel XVI secolo, da dove si diffusero in tutto il mondo. 

Nutrimento della patata

  • Carboidrati: La patata è ricca di carboidrati complessi, principalmente amido, che forniscono energia al corpo. 
  • Vitamine: È una buona fonte di vitamine, in particolare vitamina C e vitamine del gruppo B, sebbene una parte venga persa con la cottura. 
  • Minerali: Contiene anche diversi minerali importanti, come il potassio. 
  • Proteine e Grassi: Il contenuto di proteine e grassi nelle patate è basso. 
  • Classificazione: A causa dell'alto contenuto di amido, le patate sono considerate un alimento amidaceo, simile ai cereali, e non un ortaggio, secondo il principio della sana alimentazione. 
  • Cottura: Le patate devono essere cotte per essere rese commestibili e assimilabili dall'organismo. 


martedì 9 settembre 2025

Una cava di marmo all'interno delle Alpi Apuane


Viaggio all’interno della cava di Ravaccione



Oggi vi porto nel cuore delle Alpi Apuane, a visitare una cava interna di marmo bianco situata in località Ravaccione, accessibile attraverso le suggestive gallerie di Fantiscritti.




È da questi luoghi che si estrae il celebre marmo bianco di Carrara, la preziosa materia prima che ha plasmato i capolavori di numerosi artisti, rendendolo famoso in tutto il mondo.

L’estrazione del marmo ha origini antichissime, risalenti addirittura all’età del ferro, ma fu con i Romani che questa attività conobbe un vero e proprio sviluppo. Il marmo estratto, detto anche marmo lunense perché trasportato dal vicino porto di Luni, veniva utilizzato per costruire i grandi edifici di Roma e dell’Impero.

Questa cava, tuttora in attività, offre la possibilità di partecipare a visite guidate per scoprire da vicino le diverse fasi dell’estrazione e molto altro. Il percorso si snoda su un unico livello e, al suo interno, abbiamo potuto ammirare:


  • La “cattedrale di marmo”, uno spazio di 24.000 metri cubi che evoca la maestosità di un luogo scolpito nella roccia, con protagonista l’“oro bianco” formatosi milioni di anni fa.
  • Imponenti macchinari in funzione, utilizzati per l’estrazione del marmo nella cava ancora operativa.
  • Il murales “La Creazione”, raffigurante la creazione di Adamo, incorniciato dalla scena della Genesi.  Realizzato nel 2016 dallo street artist Ozmo su una parete di marmo bianco di 160 metri quadri, l’opera mostra Dio e Adamo che si sfiorano non su una volta celeste, ma sulla pelle della montagna. Secondo l’artista, rappresenta un connubio tra arte sacra e linguaggio urbano. Ozmo ha dichiarato: “Portare lo street art in cava è stato come far dialogare due mondi opposti". 

  • L’angolo dello shopping, dove è possibile acquistare souvenir in marmo oppure Lo Straordinario, un vino conservato all’interno della galleria, dove il microclima mantiene una temperatura costante tra i 14 e i 16 gradi. Il vino nasce da vitigni locali di uve autoctone coltivate nei colli apuani.

Le bottiglie riposano su cavalletti in legno e vengono ruotate manualmente ogni giorno. Ogni bottiglia è decorata con un'etichetta in rame e impreziosita con marmettola, rendendola un oggetto di pregio.




Oggi la cava di marmo, così come quella appena descritta, non è più vista soltanto come un luogo di estrazione, ma si configura come uno spazio culturale e sensoriale, capace di celebrare la bellezza del marmo in più espressioni.


sabato 6 settembre 2025

DAILY DIARY.............VOLTANDOMI INDIETRO....

DAILY DIARY

6.09.2025



Voltandomi indietro nella vita ci sono state per me persone che hanno segnato il mio cammino.

La vicinanza della famiglia, degli amici e parenti mi ha aiutato a diventare la Persona che sono oggi. Mi hanno trasmesso il loro vivere la vita in maniera umile ed onesta, e non c'è mai stato un brutto gesto o una parola cattiva che potesse distruggere il mio carattere.

La forza di mia Mamma, la bontà di mio Babbo, la generosità dei miei zii e l'affetto delle mie sorelle mi hanno regalato giorni felici.

Ci sono persone speciali che mi hanno educata e cui gli insegnamenti sono ancora vivi nel mio quotidiano, a distanza di tanti anni. Per questo, non posso che ricordare con affetto, e un pizzico di nostalgia, la scuola delle Suore della Carità, (Charity Nuns) dove ho trascorso tra i banchi, dieci anni sereni (MELBOURNE1958/68), sentendomi a casa. Alcune di loro, dall'apparenza severa, erano in realtà molto dolce e belle. Spesso mi chiedevo perché avessero scelto la vita religiosa per vivere in un convento. Una di loro in particolare era molto appariscente, alta e slanciata, e quando attraversava il cortile della scuola non passava inosservata.

 

 

 

A volte, un capello le sfuggiva dal suo enorme copricapo, e ci scappava una risata, ma lo si faceva di nascosto.

Sin dal primo giorno di scuola, a soli cinque anni, le Suore mi hanno accolto come una figlia, e così hanno fatto con tutte le altre bambine. Le loro lezioni erano professionali e mai banali. Ho sempre percepito il loro modo di farci sentire speciali, come se fossimo veramente le loro figlie. Erano sempre pronte a soddisfare le nostre richieste con ragionevolezza, e conoscevano le fragilità di ognuna di noi, dimostrando la stessa sensibilità di una madre.

Ci ripetevano spesso che la vita, al di fuori delle mura scolastiche, non sarebbe stata facile e che il segreto di vivere felici era accontentarsi di ciò che si aveva. Non solo mantenevano la necessaria disciplina, ma si impegnavano per formare donne intelligenti e di buon senso per affidarle presto alla società.

Il loro affetto mi ha accompagnato anche dopo, quando le ho dovute lasciare a malincuore per tornare al mio paese. Mi scrivevano lettere, mantenendo vivo il nostro legame.

Mia mamma e mia suocera (nate 1922/23) mi raccontavano spesso di quando, da ragazze, andavano dalle Suore per imparare a ricamare, e di quanto si divertivano a recitare e cantare nel teatrino del convento, adiacente l’asilo, in via San Sebastiano.

Anche mio marito ricorda con affetto le Religiose, in particolare Suor Silvana, anche se ammetteva che piangeva ogni volta che sua madre lo lasciava per andare a lavorare.

I miei figli hanno avuto la fortuna di frequentare l’Asilo Giusfredo Moni, gestito dalle Suore Oblate. Per loro era un luogo di divertimento. Esclamavano che il pranzo era buonissimo, specialmente le polpettine, e le definivano le più buone del mondo. Mia figlia si era legata molto a queste Suore, tanto da essere accolta e guidata da loro nel percorso di giovane catechista.

Peccato che i miei nipoti non abbiano avuto la possibilità di vivere un'esperienza così speciale. Credo che avrebbero aggiunto un pezzetto prezioso al puzzle della loro vita.

Da molti anni le Suore sono state traferite dal paese alla Casa Madre, e per quanto, è stato perso un importante punto di riferimento per tutta la comunità parrocchiale!!.

 


TRANSLATION.

Looking back, there have been people who have shaped my life.

The closeness of family, friends, and relatives has helped me become the person I am today. They have passed on to me their humble and honest way of life, and there has never been a single bad gesture or unkind word that could destroy my character.

The strength of my MOTHER, the kindness of my FATHER, the generosity of my uncles and aunties, and the affection of my sisters have given me happy days.

There are special people who educated me and whose teachings are still alive in my daily life, even after so many years. For this reason, I can remember with affection, and a hint of nostalgia, the school of the Sisters of Charity (Charity Nuns), where I spent ten happy years (MELBOURNE 1958-68), feeling at home. Some of them, with a stern appearance, were actually very sweet and beautiful. I often wondered why they had chosen religious life  living in a convent. One of them in particular was very striking, tall and slender, and when she crossed the schoolyard, she couldn't go unnoticed. Occasionally, a hair would slip out of her enormous hat, and a laugh from us girls would escape, but it was done secretly.

From the first day of school, when I was just five years old, the Sisters welcomed me like a daughter, and they did the same with all the other girls. Their lessons were professional and never boring. I always sensed their way of making us feel special, as if we were truly their daughters. They were always ready to accommodate our requests with reasonableness, and they understood the fragility of each of us, demonstrating the same sensitivity as a mother.

They often told us that life outside the walls of school wouldn't be easy and that the secret to living happily was being content with what you had. Not only did they maintain the necessary discipline, but they also worked hard to raise intelligent, sensible women to be released into society soon afterward.

Their affection stayed with me even afterward, when I reluctantly had to leave them to return to my hometown. They wrote me letters, keeping our bond alive.

My mother and mother-in-law (born 1922/23) often told me about when, as girls, they went to the nuns to learn embroidery, and how much fun they had acting and singing in the convent theater, next to the nursery school, in Via San Sebastiano.

My husband also fondly remembers the nuns, especially Sister Silvana, although he admitted that he cried every time his mother left him to go to work.

My children were fortunate enough to attend the Giusfredo Moni Nursery, run by the Oblate Sisters. For them, it was a place of fun. They exclaimed that the lunch was delicious, especially the meatballs, and called them the best in the world. My daughter had developed a strong bond with these Sisters, so much so that they welcomed her and guided her in her journey as a young catechist.

It's a shame my grandchildren never had the opportunity to have such a special experience. I believe they would have added a precious piece to the puzzle of their lives.

 Many years ago, the Sisters were transferred from the village to their headquarters in the city, and for this, an important point of reference for the entire parish community has been lost!

 

PATATE, PIATTO POVERO!!!!!!!

  DAILY DIARY....  16.09.2025   PATATE. PIATTO POVERO!!!     PATATE. PIATTO POVERO!!! Le patate non mancavano mai a casa nostra. Ogni ...