Viaggio all’interno della cava di Ravaccione
Oggi vi porto nel cuore delle Alpi Apuane, a visitare una cava interna di marmo bianco situata in località Ravaccione, accessibile attraverso le suggestive gallerie di Fantiscritti.
È da questi luoghi che si estrae il celebre marmo bianco di
Carrara, la preziosa materia prima che ha plasmato i capolavori di numerosi
artisti, rendendolo famoso in tutto il mondo.
L’estrazione del marmo ha origini antichissime, risalenti
addirittura all’età del ferro, ma fu con i Romani che questa attività conobbe
un vero e proprio sviluppo. Il marmo estratto, detto anche marmo lunense
perché trasportato dal vicino porto di Luni, veniva utilizzato per costruire i
grandi edifici di Roma e dell’Impero.
Questa cava, tuttora in attività, offre la possibilità di partecipare a visite guidate per scoprire da vicino le diverse fasi dell’estrazione e molto altro. Il percorso si snoda su un unico livello e, al suo interno, abbiamo potuto ammirare:
- La
“cattedrale di marmo”, uno spazio di 24.000 metri cubi che
evoca la maestosità di un luogo scolpito nella roccia, con protagonista
l’“oro bianco” formatosi milioni di anni fa.
- Imponenti macchinari in funzione, utilizzati per l’estrazione del marmo nella cava ancora operativa.
- Il murales “La Creazione”, raffigurante la creazione di Adamo, incorniciato dalla scena della Genesi. Realizzato nel 2016 dallo street artist Ozmo su una parete di marmo bianco di 160 metri quadri, l’opera mostra Dio e Adamo che si sfiorano non su una volta celeste, ma sulla pelle della montagna. Secondo l’artista, rappresenta un connubio tra arte sacra e linguaggio urbano. Ozmo ha dichiarato: “Portare lo street art in cava è stato come far dialogare due mondi opposti".
- L’angolo dello shopping, dove è possibile acquistare souvenir in marmo oppure Lo Straordinario, un vino conservato all’interno della galleria, dove il microclima mantiene una temperatura costante tra i 14 e i 16 gradi. Il vino nasce da vitigni locali di uve autoctone coltivate nei colli apuani.
Oggi la cava di marmo, così come quella appena descritta, non è più vista soltanto come un luogo di estrazione, ma si configura come uno spazio culturale e sensoriale, capace di celebrare la bellezza del marmo in più espressioni.
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