Il fanciullino che ero, sull'acqua d'argento del Serchio e sulla verde Corsonna. Com'era l'ambiente naturale fuori dal nido di casa mia? Cominciai a scoprirlo quando piccolissimo mi padre mi portava con se al Campo dell'Impero, dove vicino all'alveo del Serchio coltivava l'orto. Erano i primi anni cinquanta e a quel tempo non si praticava la pesca sportiva, dall'argine del fiume vidi uomini catturare i pesci stordendoli battendo con una mazza sui sassi affioranti d'acqua. Era quello un modo efficace a quel tempo per riempire i piatti. A sei anni la mia famiglia si trasferi nella campagna di Albiano sulla Corsonna. Da li nell'ottobre del 1954 iniziani ad andare a piedi a scuola Barga passando sulla passerella oscillante posta su cavi. Più in là dell'acqua della Corsonna c'era il mulino, erano i primi meccanismi che osservavo e mi affascinavano. Ricordo con nastalgia l'Alfredo il mugnaio che lo teneva vivo, i ballocchi di farina dolce che mi regalava il rumore delle macine in movimento, il getto dell'acqua contro le pale. Ora quel rumore me lo ricordo suono. Da quel punto della Corsonna iniziai ad osservare l'orizzonte, le Panie, il Gragno , il Forato dove in purezza segretamente pensavo che finisse il mondo abitato, ero un terrapiattista convinto. Poi anni dopo mi portarono sul quel profilo e allora da lassù osservai che "ci sono più orizzonti di quelli che vedi."D'estate presso la diga del Candino divenne la spiaggia di Barga, un folla di ogni età veniva a fare il bagno molti con la saponetta in mano nell'invaso che si venne a creare con lo sbarramento della diga. Noi ragazzi nella platea dove imparai a nuotare dove l'acqua era meno profonda. Da casa la mamma mi chiavava spesso per localizzarmi dove ero. Poi verso gli gli 8 e i 10 anni cominciai ad esplorare catturando girini e ranocchie, i grilli nei prati, per raccoglie le more e pescando a mano nei momenti di secca, trote, anguille, chiozzi e rovelle che all'epoca popolavano l'acqua del torrente e la gora del mulino. Un giorno mi spinsi oltre e trovai un'altro mulino dove abitava Pietro mio compagno di scuola, scopri allora che il primo mulino non era più il solo. Iniziai cosi pian piano a conoscere ed a esplorare il percorso della Corsonna, che divenne la mia palestra. Con la paura addosso che mi attanagliava quando mi allontanavo troppo da non sentire più le grida e la voce della mamma con i suoi rassicuranti richiami. Iniziai cosi col timore dell'ignoto, sulla mia cara e verde Corsonna a conoscere il territorio
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