Un racconto di altri
tempi
Stamani sono ita a serrare l’uscio lesta lesta perché fuori tira forte il vento. Ho acceso il fuoco con le tacche e le bucchie che il mio uomo mi ha raccattato nel bosco, messo il paiolo alla catena e quando l’acqua bolliva ho preso il mestone e mi sono messa a rumare la polenta. Non avendo il companatico ho chiappo la giubba e la pezzola e sono sortita fori nell’orto a cavare un cavolo, ho fatto una fatica boia e mi è venuta la fiataccina. l’ora del desinare si avvicina, prendo la forma di cacio da incignare, apparecchio la tavola ci metto sopra il tarvello e ci rovescio una bella polentina gialla.
Al Tocco torna il mi figliolo da scuola ed è sempre affamato.
Nel fra tempo il Nonno smette di smoccolare, piglia la scranna e si mette nel cantone a raccontà le fole. Quando tutti sono iti fora la Nonna fa la ramanzina alla Mamma perche non c'erano più i quattrini nascosti nel canterale per andà a comprà la ciccia.
Nella cucina c'era rimasta la puzza di lezzo ............Emma Saisi
se qualcuno vuole proseguire il racconto usando termini non più in uso, allego delle altre parole .Abbaccare , cristiani , menare, cansare o canzare, aggiaccare, straginare, pigliare, satollo, cantone, tramutare, fole, comodo=gabinetto, sciabigotto, canterale, ramanzina, furia, ire,ito; gangheri, ciccia. groppone, trasporto=funerale, ganzo. bollore, chiorba. buzza, lezzo, midolla, smoccolare. quattrini.
questo è un esempio di come potremmo scrivere, usando termini in disuso, l'ho pubblicato qui per farvelo vedere, poi ne parleremo anche a voce, chi ha scritto la parte in azzurro?
Nessun commento:
Posta un commento
il tuo commento è il benvenuto