3.07.2024
Già
da ragazzotto mio Marito nutriva la passione per le motociclette, e trasmise questo amore a nostro Figlio, dove alla fine della maturità (2000) incoronò il
suo sogno di meccanico in un’officina di riparazioni di motocicli, per
lui era il massimo, ed era felice!!!!
Conobbi mio Marito (1968)
nella piazzetta del Centro Storico seduto per terra davanti alla sua amata Lambretta,
circondato di stracci, che usava per lustrarla, e vari attrezzi meccanici per
la manutenzione. Quel piccolo veicolo riusciva a distrarlo anche dalla
compagnia degli amici e delle amiche.
Un giorno decise di alzare lo sguardo anche su di me, e
iniziò la conversazione presentandomi quella motoretta con parole tecniche che mi limitai solamente ad ascoltare. Da quel giorno i suoi
atteggiamenti nei miei confronti cambiarono. Mi invitava spesso a fare un breve
“giretto” in paese perché potessi provare il brivido di stare sulla sella delle
due ruote. Con molta calma e pazienza mi insegnò la corretta posizione di
seduta sul veicolo, indicandomi anche il modo giusto da adottare per
accompagnare la manovra nelle curve, praticamente dovevo tenermi molto stretta
a lui con le braccia intorno al suo giro vita. Lui sapeva tutto: i giusti giri
del motore, e la marcia perfetta da inserire durante la corsa ….. ed era pronto a farmi qualsiasi osservazione riguardo l’oggetto.
A quei tempi il casco non era obbligatorio e noi affrontavamo il viaggio con il vento nei capelli e i moscini negli occhi.
Eravamo giovani (lui 19 ed io 17 anni) quando si viaggiava
con la Lambretta, ed era appropriata per una coppia di fidanzatini come noi.
Forse non tutti sanno che durante la seconda guerra mondiale,
la fabbrica Innocenti fu bombardata e
completamente distrutta. Innocenti, nell’attesa di riacquisire da parte degli
Alleati gli stabilimenti di Milano, diede vita nella Capitale allo studio del prodotto che avrebbe costituito la
riconversione post-bellica della fabbrica: infatti,
prendendo ispirazione proprio
dai motor scooters militari
americani che si vedevano in Italia durante la guerra, e
comprendendo le nuove necessità di motorizzazione utili alla popolazione
nell’immediato dopoguerra, decise di dedicarsi alla produzione del
rivoluzionario scooter.
Quali sono le principali caratteristiche
meccaniche della Lambretta
Come la Vespa, anche la Lambretta, quando
fu progettata, aveva un
motore a 2 tempi funzionante
a miscela di benzina e olio, nonché 3 marce, con una cilindrata che variava dai 49 ai 198 cc. Diversamente dalla Vespa, che è stata costruita con un telaio costituito da un
solo pezzo, la Lambretta però aveva una struttura tubolare più rigida su cui
veniva assemblata la carrozzeria.
https://www.google.com/search?q=la+storia+della+lambretta
I figli crescevano, ed arrivò il momento che diventarono indipendenti,
e come per tanti genitori, anche noi ci trovammo a viaggiare molto spesso da
soli.
A quel punto, si risvegliò in lui, quella passione, di
motociclista che per anni lasciò dormire nel suo cuore.
Rimuginava i suoi pensieri e presto decise di comprare una moto Ducati (1998), anche a me piacque la scelta. Ci affrettammo ad attrezzarci con caschi, tute, stivali, guanti, borse laterali per il bagaglio, “chi più ne ha più ne metta”, non ci doveva mancare nulla per viaggiare in sicurezza su quella bella moto, di colore “canna da fucile”. Con la testa avvolta da quel casco integrale mi sentivo spensierata, riuscivo a sentire i profumi, la freschezza e la dolcezza dell’aria, le vibrazioni sulle braccia, le gioie, le meraviglie e i disagi quando il tempo era brutto. E poi anche quella sensazione magica quando la strada è monotona e il tempo non esiste più.
Non ebbi mai paura di salire in sella, perché Lui era abbastanza prudente. Qualche volta quando si viaggiava in autostrada, “la tirava”, un po' di più, ma sempre con la dovuta cautela, mi fidavo con lui alla guida.
Partecipavamo ai
raduni organizzati dal MOTO CLUB, e la sensazione che si prova a muoversi con
un gruppo di oltre 300 moto scattanti, è indescrivibile.
Molto di più nella stagione estiva si sente a distanza il rombo delle moto, e come fulmini si vedono sfrecciare. Mi emoziona!!! Mi piace quando i centauri, avanzano nelle lunghe file in autostrada, sembra che volino e si aggiudicano la padronanza della strada in libertà.
Ma quando gli anni si fanno sentire, è bene pensare,
“chi va piano, va sano e lontano”
BUONA GUIDA MOTOCICLISTI
(Dal
web)
La
storia della Ducati
https://www.powerbikeprato.it/la-storia-della-ducati/
Il logo Ducati è stato modificato tantissime volte nel
corso della storia dell’azienda. L’ultima versione è stata creata nel 2008 per celebrare
l’emozione della curva, luogo e momento in cui una moto Ducati regala
sensazioni uniche e impareggiabili. La curva è incastonata in uno scudetto di
colore rosso, simbolo di vittoria e di sportività italiana, e sovrastata dal
classico logo Ducati.
Il
nome Ducati
L’azienda fu creata nel 1926 dall’ingegnere Antonio Cavalieri Ducati con
il nome di Società Scientifica Radio Brevetti Ducati, specializzata nella
ricerca e produzione di tecnologie per le comunicazioni radio. Lo scopo era di sfruttare
industrialmente i brevetti del figlio Adriano che, benché giovanissimo, aveva
realizzato il primo radio collegamento stabile fra Italia e Stati Uniti. Negli
anni a seguire l’azienda cominciò ad affermarsi anche su altri campi
industriali ma fu solo nel dopoguerra che, nel 1946 fu creato il reparto
motociclistico.
Buongiorno Emma e complimenti, ci hai deliziati con i tuoi ricordi giovanili. Interessanti anche le curiosità sulle storiche marche italiane delle 'Due ruote'
RispondiEliminaMariella grazie per aver letto il mio racconto!!!😘
RispondiElimina