Gemmea l'aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l'odorino amaro
senti nel cuore...
Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.........
Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. E' l'estate
fredda, dei morti.
Giovanni Pascoli
Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. E' l'estate
fredda, dei morti.
Giovanni Pascoli
Immagini che portano a un’illusione, quella della primavera, che rappresenta la metafora delle illusioni della vita.
Nei primi versi, il paesaggio luminoso è percepito con sensazioni gradevoli che spingono a ricercare altri segnali della bella stagione.
Nei versi successivi c’è il passaggio alla realtà: rami spogli, cielo senza uccelli, terreno gelido, silenzio. Infine la presa di coscienza dell’illusione: nonostante la giornata luminosa e serena, siamo nel mese di novembre che richiama la commemorazione dei morti.
Il “nido” è un luogo sicuro, il luogo degli affetti più cari, il luogo dove ognuno può trovare pace e conforto, dove si è protetti dal male del mondo. Pascoli sente di aver bisogno di un porto sicuro nella vita, perché il male serpeggia e può travolgere all’improvviso: lui lo aveva sperimentato.
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