martedì 15 agosto 2023

PULCI NELLE ORECCHIE

 



 15 AGOSTO 2023

In queste giornate d’Agosto appare che all’ordine del giorno ci stia lo svago, il divertimento. Agosto è per antonomasia il mese delle ferie e del resto è corroborante stare in mezzo agli altri. Fa bene, e meglio se in allegria e tra il via vai. La cogna è un modo buono di spendere il tempo, in qualche modo ci rigenera, per renderci pronti ai giorni a venire, di lavoro e di impegni. Insomma, per tornare nella consuetudine, almeno per noi che viviamo in una situazione di pace apparente e di evoluzione democratica. Niente di speciale per noi il poter stare in compagnia e tornare poi al lavoro e alle consuetudini.
Ma ciò è una cosa inconcepibile o irraggiungibile in altre (molte) parti del mondo.
Irraggiungibile per le donne in Afganistan. Da quando, il 15 Agosto di due anni fa, per il Ferragosto 2021, i Talebani hanno ristretto in ogni modo lo spazio sociale, culturale e di vita agli afgani, soprattutto e propriamente per le donne. 

https://www.amnesty.it/la-crisi-profonda-dellafghanistan-dei-talebani/?utm_source=DEM&utm_medium=Email&utm_campaign=DEM9780


https://www.adultiancoraascuola.eu/piu-che-ricordare-mi-viene-da-riflettere/?doing_wp_cron=1692110510.0840709209442138671875




Ventimiglia - Vietato passare. Ogni giorno molte persone sono bloccate e respinte dalla polizia Francese, ma non sono quelle che vanno in vacanza, queste non hanno bisogno di niente e sono libere di andare e venire. Sono invece le persone che hanno bisogno ad essere bloccate, respinte, confinate!

Senza troppa fantasia ci possiamo immaginare la realtà di quelle situazioni: umiliazioni e abusi cui sono sottoposte le persone discriminate col “vietato passare”. Nel cuore dell’Europa! 

Nel cuore dell’Europa per loro il viaggio, il loro viaggio continua ad essere pericoloso!

Nell’Europa senza frontiere, per loro si sono rialzate le barriere e … la caccia alle streghe è tornata. 

Bloccati a Ventimiglia. Adulti e minori che, in Italia e in Europa, non hanno accesso ad un’assistenza sociale e sanitaria minimamente dignitosa. Nonostante che il Presidente Mattarella si sgoli a ripetere di "Rispettare la dignità umana e i diritti individuali", anche per i nostri carcerati! 

A loro viene rivolto il saluto: “Vietato passare”!

https://www.medicisenzafrontiere.it/news-e-storie/news/ventimiglia-assistenza-migranti/?codiceCampagna=23.PPW.NL.8.ENEWSP&utm_source=prospect&utm_medium=email&utm_campaign=nl-332&url_map=cta


Le persone invisibili esistono. Sono gli assistenti-accompagnatori, cioè genitori o parenti o amici che si sentono prossimi a chi ha “differenze” e si impegnano quotidianamente a star loro vicini per reclamare la loro dignità. Per noi italiani sono invisibili anche perché non siamo stati in grado di coniare la parola che li rappresenti e ci dia il concetto “di cosa siano” di “cosa facciano”, ma ufficialmente abbiamo preso in prestito una parola straniera, cargiver, per mimetizzarli meglio. 

Sono tra di noi, ma non siamo ancora in grado di render loro visibilità, eppure sono loro che si preoccupano di realizzare un progetto di vita per le persone fragili che vengono ignorate e non garantite dagli enti preposti. 

Come gente, i casi li conosciamo bene, ce ne sono numerosi intorno a noi e di solito con compassione ci esprimiamo con “poveretto”, “triste a chi tocca”, “non so come fanno…”. Come cittadini possiamo fare di più per sollecitare l’applicazione di leggi e previdenze, a cominciare da quelle che già esistono, almeno sulla carta.

https://www.change.org/p/al-ministro-speranza-e-al-presidente-dell-istituto-superiore-di-sanità-silvio-brusaferro-nulla-su-di-noi-senza-di-noi-l-iss-ritiri-la-raccomandazione-sui-farmaci-antipsicotici/u/31806186?cs_tk=AiFkuqZdWSnRBuU922QAAXicyyvNyQEABF8BvMsU4e4ZfMtDpATYTaTSJIQ%3D&utm_campaign=b95f5db2d88d43fd8c3bfdebf3b10129&utm_content=initial_v0_6_0&utm_medium=email&utm_source=petition_update&utm_term=cs


















venerdì 11 agosto 2023

In treno da Firenze a Barga

 


IL  TRENO

Diario del viaggio stravagante di una quindicenne alla sua prima esperienza.

La Partenza:  telefonino in uso, nonna pronta a seguire con Whatsapp grazie all'esperienza acquisita con Adulti Ancora A Scuola. ( grazie Prof.)

Orario dell'arrivo a Barga convenuto e comunicato dalla quindicenne  " Nonna arrivo per pranzo, sto partendo"

Passa del tempo.  Prima telefonata ; "nonna arrivo più tardi"  la voce è un pò incerta. Tutto ok? rispondo e penso che forse c'è l'interruzione a Montecatini per lavori.  Riesci a cavartela?  C'è gente in treno? Dove sei? Mi manda l'immagine di una stazione affollata, ma non risponde alla domanda.


Telefono di nuovo: ma dove sei?  Risponde un pò incerta:   Sono scesa a Prato.  A Prato.?!!..e perché a Prato? ...  Non lo so,  chattavo con le amiche... e la stazione assomigliava a quella di Lucca,...  poi, quando ho visto che le mura non c'erano,  ho capito che mi ero sbagliata.  Ingoio quello che mi viene da dire e cercando di star calma  le chiedo. Ora cosa fai ? torni a casa o vieni da me? Vengo sicuramente, prendo il prossimo treno.   Tranquilla nonna , tranquilla.   Va bene, ma è l'ora di pranzo, mangia qualche cosa,  hai soldi?. si..si tranquilla nonna.

Richiama dopo del tempo, è in treno.   Sei a Lucca? Attenta quando devi cambiar treno!  Risposta vaga: cmq arrivo alle cinque,... si, ce la posso fare.   Comincio a preoccuparmi:  Ma dove sei? che stai facendo?  che pensi di fare?  che vuol dire cmq?  Risposta:  Sono a Viareggio,  mamma mi stava telefonando e ho saltato la stazione di Lucca, ma ora torno indietro. Tranquilla nonna, tranquilla. Prendo il prossimo treno per Lucca Ok, allora  mangia qualche cosa , mi raccomando, toast o simili ( frasi di una nonna rincretinita e che non vuol far capire che sta in pensiero ) meno male  che  è partita di mattina, ma  arriverà prima del buio?

Telefonata successiva:  Sono scesa a Lucca ,  ora cerco il binario del treno per la Garfagnana ma devo aspettare un'oraOk richiama quando sei partita,  non stare un'ora alla stazione,  non è un bel posto.  Tranquilla nonna tranquilla.  Passa il tempo, intanto mi manda due foto semiartistiche delle mura e del fossatello lì sotto . Il fatto di essere in contatto e che lei sta tranquillamente divertendosi,  tranquillizza anche me.  Ci scambiamo qualche battuta scema : non la bere quell'acqua, o sta venendo dal cielo?  ahah che dici, ci ho riempito la bottiglia, avevo sete! .. e così via .


 Trascorre l'ora di attesa, aspetto la chiamata.

 Telefona: Sono sul treno per la Garfagnana.  Tiro un sospiro di sollievo. E' quello   giusto  vero? hai chiesto conferma?  Le mie certezze vacillano, non sono più tanto   sicura del suo senso di orientamento e delle sue capacità organizzative.  Sì nonna,   tranquilla.

 Bene, allora stai attenta: quando sei alla stazione di Fornaci considera che devi   scendere alla fermata successiva  che è Barga Gallicano, lì ti vengo a prendere.  

Prima dell'ora di arrivo del treno vado in Mologno, ormai rasserenata chiacchiero con un nonno  anche lui in attesa della nipote.   Arriva il treno, il treno si ferma,   scendono diverse ragazze...  ma  lei non scende.   Il treno riparte.   E questa?  Aiuto!  Eppure era sul treno.  Il nonno vicino a me  dice che quel treno ferma anche a Castelvecchio Pascoli.  Afferro il telefonino e ci grido dentro. SCENDI alla prossima fermata se non è ancora passata, se no scendi a Castelnuovo ma lì SCENDI in tutti i modi perché io in Lunigiana non vengo a cercarti!!! ( In Lunigiana? chissà se sa che è la Lunigiana) (pensiero postumo).
 
   

Salgo in macchina e.. via .  Nel frattempo chiama: sono scesa a CastelvecchioWow! Era l'ora!!!  arrivo alla stazione e la trovo tutta tranquilla, col suo zainetto e il telefono in mano... Ed io,  in tono assai alterato:  Ma perché non sei scesa dove ti avevo detto e ripetuto per ben tre volte?  E lei serenamente: sono scesa dove dovevo scendere, alla fermata più vicina a casa come ho visto sul telefono ...e... aveva ragione.  Sono rimasta di stucco, come una cretina, moralmente bacchettata da una quindicenne nata col telefonino.  Mi sono chiesta:  ma ascoltano questi millenium? e in assenza del telefono cosa fanno?   Però... meno male che il telefono multimediale c'è , perché la possibilità di seguire e tenerci in contatto fa la differenza tra il preoccuparci un po' e il.. terrore!!!

CIAO A TUTTI!!!

                                              tranquilla nonna, tranquilla!

martedì 8 agosto 2023

 La  Memoria Pascoliana sull'Appennino

Dal 1932, con la sola interruzione a causa della guerra e ripresa nel 1962, la prima domenica d'agosto si tiene ogni anno la Sagra Pascoliana al Passo delle Forbici, luogo di cerniera tra la prima e la seconda patria del Pascoli, la Romagna e la Toscana.
Presente, da Barga, un bel gruppo di Unitre e Istituto Storico Lucchese.   
Al mattino, al Casone, dopo la presentazione della giornata con i saluti delle autorità convenute e il particolareggiato excursus storico della festa con la partecipazione  di Mariù tenuto dal Prof. Pietro Paolo Angelini, abbiamo ascoltato alcune simpatiche poesie in dialetto dei poeti cosiddetti montanini.
Parole che ci hanno "scaldato", dato che la temperatura era autunnale.
Poi, attraverso una fitta faggeta dove tra i bassi cespugli nereggiavano gustosi mirtilli, eccoci giunti al Passo, presso la Cappellina dedicata a "Nostra Signora delle Nevi", oggi chiamata "Cappella del Pascoli". Qui fu collocato un dipinto sul famoso sogno del poeta nel 1904, richiesto al marito di Emma Corcos e non eseguito, ma poi realizzato dalla pittrice Anita Martiri, quadro ora presente nella cappellina di Castelvecchio dove è sepolto il Poeta.
Un luogo che ricorda le "poesie uccelline" dei Canti di Castelvecchio, immerse nella natura, vista anche attraverso la vita dura dei montanari, i "lombardi".

Nel primo pomeriggio trasferimento a San Pellegrino in Alpe per incamminarci fino al Giro del Diavolo, dove i presenti sono stati deliziati dalle famose leggende, raccontate dal Prof. Angelini, legate a questo luogo dove il diavolo avrebbe tentato San Pellegrino. Nel corso del tempo qui si sono accumulati tanti sassi di varia grandezza portati sulle spalle o in testa dai fedeli che salivano a piedi, in pellegrinaggio, in espiazione dei propri peccati e depositati, dopo aver compiuto per ben tre volte il giro del campo posto proprio sotto la Strada del Saltello. 

 



Il sole caldo aveva allontanato le nubi mattutine ed il vento freddo era diventato ora quasi una brezza che accarezzava le genzianelle che occhieggiavano in mezzo al paleo.
Un cielo nitido, azzurro come non mai, sovrastava il crinale che unisce la Romagna alla Toscana e un susseguirsi di vallate verdissime si apriva fino all'ampio orizzonte.
Da là, poi, scendiamo al Pradaccio, al cippo di Alfredo Caselli, fraterno amico del Pascoli, che qui soleva trascorrere in tenda le vacanze estive. 
Siamo al limite del bosco, davanti ad un grande pendio che sa d'infinito.
E il testamento olografo del Caselli, deceduto qui nel 1921, molto preciso nei suoi particolari e dedicato alle persone care e fedeli, risuona nelle parole di Sara Moscardini. 
Il dolce declivio è inondato di luce, sembra avvolto in un'atmosfera di calma e tranquillità. I caldi raggi, luminosissimi, rendono brillanti i colori puri della natura.
Mi affiora un ricordo di tanti anni fa quando una pastora del luogo presso cui ero andata, come ogni estate, per comprare il formaggio pecorino m'insegnò a riconoscere lo spinacio di monte (Chenopodium bonushenricus) che, mescolato alla ricotta di pecora, è ottimo per il ripieno dei ravioli. Sono andata alla sua ricerca e l'ho trovato con l'aiuto esperto ora di sua figlia, ma ho notato che non è più diffuso come un tempo.
Infatti, l'uso odierno del frullino tosaerba ne mina la crescita.
Mi sono persa a ripensare a quei cesti rigogliosi e alla meraviglia del Creato che sa offrire ciò di cui abbiamo bisogno.
Anche il dolce ricordo di quell'ortaggio spontaneo, conosciuto grazie a quella pastora, è poesia.






mercoledì 2 agosto 2023

Mio nonno

Grande esempio di solidarietà

Mia mamma mi ha detto questo

Mio nonno detto il Casetta veniva da Pegnana, forse abitava in una località chiamata in quel modo, poi con mia nonna stava alle Casacce: aveva la casa dove ora ci sono i campi da tennis del Ciocco. Oltre a coltivare quel piccolo pezzo di terra faceva il muratore, spesso veniva chiamato per fare piccoli lavori in case sparse nella montagna. Una volta si trovava in un casolare vicino alle Prade Garfagnine per fare un lavoro per conto del padrone. In questa casa, come contadini, ci abitava una famiglia numerosa con dei bambini piccoli.  Mio nonno mentre svolgeva il suo lavoro si accorse che sul tavolo mentre mangiavano non avevano la polenta di neccio, un alimento importante per quei tempi, praticamente facevano la fame. In quell’anno i castagni su in alto vicino ai mille metri di altezza, avevano fatto poche castagne e la farina era scarsa. Mio nonno quando tornò a casa disse al suo figlio più grande, stasera ti preparo un sacco di farina, domani portalo a quella famiglia nella casa dove lavoravo oggi. Il babbo di quei bimbi quando si vide consegnare quella farina non riuscì nemmeno a ringraziare e si mise a piangere.

Prima della seconda guerra mondiale le famiglie di contadini erano numerose e mangiavano quello che producevano, di solito per mangiare non c'era problema. Solo se per qualche motivo, tipo siccità o ghiacciate, le castagne e altri prodotti non venivano esistevano problemi.

Nei mulini i prodotti magari c'erano, ma nelle famiglie contadine mancavano i soldi per comprarli. 

STORIA DI NATALE - RODARI

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