martedì 27 febbraio 2024

nella zona grigia delle scarpette e delle panchine rosse

 

Non so se ci impressionano di più i fatti disgraziati che avvengono vicino a noi o quelli che avvengono lontano. E non so se fa orripilare (arrizzare i capelli in testa), inorridire di più l’assassinio di una persona soltanto o l’uccisione di molte persone assieme. Penso che molto dipenda dai valori che sentiamo mettano in gioco gli assassinii, le uccisioni, gli eccidi, le guerre e tutte altre brutte cose che ne sono parenti. E non so se gli orrori sono fratelli o genitori del terrorismo.


So che fatti come il “femminicidio” avvenuto a Fornaci di Barga fanno “orripilire”, inorridire e terrorizzano. Tutto insieme.

Per parte mia, non userei più il termine “femminicidio”, benché abbia avuto un effetto centrale nella presa di conoscenza verso la discriminazione sessuale e il patriarcato come valori negativi o disvalori. Userei piuttosto assassinio, anche se la etimologia di questo vocabolo è una antonomasia che deriva dalla storia persiana, perché assassino è chi persegue i propri obiettivi tramite un uso sistematico dell’omicidio. Usare ancora e esclusivamente il termine di femminicidio come fattispecie, cioè come qualcosa di speciale ( oltre o diverso dall’assassinio), da una parte offre un gradiente imitativo più grande ed esclusivo ai potenziali assassini di donne, e dall’altra indica il particolare bersaglio mettendolo alla berlina. Non è forse reale che nei processi di discriminazione, stalking, stupro, violenza sessuale generalmente c’è quel passaggio morboso in cui si mette sotto inchiesta proprio la vittima nel tentativo di minimizzare le responsabilità dell’aguzzino? Sono previste anche le attenuanti, no? Violentare o uccidere qualcuno può avere attenuanti?  

Solo la legittima difesa rende l’assassinio “accettabile”, come risposta ultima di difesa della propria incolumità o di quella del vicino. Ma la legittima difesa non è un attenuante, è una fattispecie giurisdizionale.

È difficile accettare che questo argomento possa entrare anche nelle chat di servizio e squarciare la zona grigia che lusinga il non-senso del dichiararsi apolitici. 

Mi è venuto di scrivere una riflessione sul blog condiviso per dire che a volte le questioni sembrano essere complesse perché è difficile parlarne senza giudicare, ma in realtà sono semplici, come è affrontabile il re quando è nudo.




sabato 17 febbraio 2024

PROFUMI E RUMORI .....

 


 17.02.2024

Profumi e Rumori

Erano le ore cinque del pomeriggio, il sole era ancora caldo, e decido di fare una  passeggiata prendendo per mano la mia nipotina. La convinco di venire con me nel Centro Storico, per conoscere meglio dove sono cresciuti i miei figli.

 Le racconto di quando sua Mamma (mia figlia) alla sua stessa età, di otto anni (1982) giocava  con le BARBIE, insieme alle amichette, indicandole con il dito dove si piazzavano sul muretto, proprio ai piedi di una vigna esposta in cima ad una grande roccia situata nel “castellaccio” proprio difronte ad alcune case.


 Le facevo notare che ai tempi passati,  questo luogo era abitato da molte famiglie e c’erano tanti  bambini e bambine che schiamazzavano  in giro per le “cariole. Ma da allora la vita in questa piazza è molto cambiata.

 Camminando a passo molto lento, non si incontrò un’anima viva nei paraggi, solo un gatto, bianco e grigio con un bel musetto.

Ad un tratto il silenzio venne interrotto da una macchina rumorosa che arrivava nel nuovo parcheggio scaricando dalla marmitta il puzzo di benzina. Una volta, proprio in quel punto c’era solo  spazio libero.

Camminando all’ombra si sentiva un bel frescolino di riscontro d’aria che arrivava dalle  viette, e le suggerì di fermarci  per fare un riposino. 

Seduti sugli scalini che portano verso il Duomo non smisi di parlare, e continuavo a raccontare.

Tutt'ad un tratto o per magia , la mente mi trasportò indietro nel tempo……  sognavo ad occhi aperti, ignorando che la bimba si era allontanata da me.

 …..I profumi e suoni della nostra infanzia molto spesso s’intrecciano nei nostri ricordi.

In quelle piccole vie i rumori del nuovo giorno iniziavano molto presto la mattina.

 Il campanile di San Jacopo scandiva il tempo in tutto il paese.

I primi cinque rintocchi dell’alba erano la sveglia per le “fabbrichine” della Cucirini. Le loro voci si distinguevano bene, e senza nessun riguardo per la gente che era ancora nella fase “rem” del sonno, cominciavano a chiamarsi dalla finestra una con l’altra.

“Maria sei pronta, altrimenti facciamo tardi per timbrare il cartellino,” e Lei rispondeva a squarciagola, “Si! vado a prendere il pane fresco e arrivo”. Dopo qualche minuto si sentiva sbattere la porta.

Poi, ritornava il silenzio!!!







Puntualmente quando le lancette dell’orologio segnavano le ore sette, si udiva il dolce suono della campanella proveniente dalla Chiesina del convento delle Suore, era per loro il richiamo del solenne momento della preghiera.

Da quell’ora in poi i rumori in quel luogo iniziavano ad essere molti.

Arrivava anche il fastidioso chiasso quando si spalancavano le porte e le finestre, e quando la gente cominciava ad uscire di casa, e si scambiavano ad alta voce il saluto del buongiorno. 

Come ogni giorno era l'ora di preparare i bambini e bambine per andare a scuola. A quel punto si avvertivano le loro  vocine. Quando tutti erano pronti per partire, si aggiungevano anche le ultime  raccomandazioni dei genitori,

“Hai messo tutto nella cartella? Compra la merenda alla bottega del Raffellino e “segnala” che poi ci passo io a pagare. Stai attento per la strada!” aggiungeva una Nonna.

Nel fra tempo il profumo del pane fresco, appena sfornato, si diffondeva dal panificio dietro l’angolo, e dalle cucine si percepiva nell’aria il buon aroma del caffè appena fatto, che metteva tutti di buon umore.

C’era chi accendeva la radio ad alto volume, non sempre gradito da tutti, e le lamentele del vicinato si facevano sentire.

Quando tutti gli altri erano finalmente usciti di casa, le casalinghe rimanevano da sole a maneggiare le tante cose da fare per la famiglia,  e per loro quello era il momento giusto per iniziare le pulizie.

Anche da lontano si  riconosceva che le Donne ci mettevano tanta forza  nello sbattere gli “scendi letti” che avevano appeso sul davanzale della finestra di camera. Si avvertiva bene lo scorrere dell’acqua nel secchiello proveniente dalla fontana nella vicina piazzetta, ed era chiaro il fruscio della spazzola usata per raccattare la polvere  nella strada davanti al proprio portone. Nonostante il baccano, non stupiva più nessuno.

Alla fine delle faccende giornaliere si spargeva nell’aria il piacevole odore dei detersivi e deodoranti per ambiente.

 

Giunti al suono dei dodici rintocchi dell’orologio del campanile, puntualmente iniziavano  lo “scocciorare” dei piatti e tegami, segno evidente che era l’ora del “desinare”. Tutti a tavola!!! Il buon intenso profumo della cucina tradizionale faceva venire l’acquolina in bocca, anche ai passanti.

Insieme  ai mei amati ricordi non potrò mai dimenticare il buon profumo femminile che portavano sulla pella,  mia Mamma, e mia Suocera, senza scordarmi quella scia di fragranza seducente che lasciava dietro i suoi  passi la Signora Rosa.

 All’epoca  ero una giovane donne, e l’ammiravo!!!!

All’improvviso la mia nipotina si avvicina, e con un'affettuoso abbraccio mi riporta al presente.  

“Nonna andiamo a casa, voglio giocare con le mie bambole, la LOL, la OMG, E LA RAINBOW HIGH, mi aspettano!”.

“Ok", dico "allora andiamo, ma te non hai una BARBIE, come l’aveva la tua Mamma?”….. e prima di sentire la sua risposta, penso ...

…. “eh già, il progresso, tutto cambia e tutto passa!”




giovedì 15 febbraio 2024

 

La Quaresima è una discesa umile

dentro di noi e verso gli altri.

Giunge ogni anno come un “tempo favorevole” per accogliere la grazia del Signore, invitandoci ad iniziare ancora una volta un cammino di conversione: un tempo di quaranta giorni da vivere insieme, come tempo di ritorno a Dio. Questa nuova opportunità che il Signore ci offre, non dobbiamo mai darla per scontata: è un dono che dovrebbe suscitare in noi un senso di riconoscenza e scuoterci dal nostro torpore.

“Ritornare al cuore”, “all’essenziale”, “entrare nel segreto”, spogliarsi “dei rivestimenti mondani”: è il cammino che siamo invitati a intraprendere nel tempo della Quaresima, “un viaggio dall’esterno all’interno, perché tutto ciò che viviamo, anche la nostra relazione con Dio, non si riduca a esteriorità”, ma corrisponda “al nostro sentire”.

Il termine Quaresima in genere suscita negli animi della gente di oggi un senso di disagio, richiamando alla mente quasi un senso di oppressione e il “dovere” di pratiche penitenziali e austerità per nulla allettanti. In realtà non dovremmo sentire questo periodo dell’anno come un peso, ma piuttosto come un’occasione e una possibilità straordinaria di salvezza, e quindi viverlo con generosità e gioia.

 In questi giorni dove i rumori della guerra turbano i nostri cuori, minano la pace e provocano dolore e distruzione, morte e lacrime, vogliamo ancora di più innalzare la nostra preghiera al Signore, perché ponga fine a tutto questo male e faccia sorgere una nuova alba sulla nostra terra.

E allora, in queste settimane di Quaresima c’è da dare “spazio alla preghiera ", ritornare all'adorazione, di cui abbiamo perso il senso e nell'adorazione "rimanere in ascolto alla presenza del Signore”, “Dio di misericordia e di compassione, il Dio del perdono e dell’amore, il Dio della tenerezza e della sollecitudine”.

 

 

    
               


                                                                                            



DIGIUNO: non solo...

PANE.......ACQUA!!!




BUON CAMMINO VERSO LA PASQUA!!!..        Mariarosa









  



mercoledì 14 febbraio 2024

Buon San Valentino ...


 


14.02.2024

(dal web)

San Valentino da Terni è stato vescovo, martire e santo, che secondo la leggenda nasce a Interamna Nahars nel 176 e muore a Roma il 14 febbraio 273. È considerato il patrono degli innamorati e, in suo onore, il 14 febbraio si celebra la famosa festa degli innamorati.

Perché San Valentino è il santo degli innamorat?i

Sono molte le storie legate alla vita di San Valentino che hanno contribuito ad unire il suo nome con quello degli innamorati. Una di queste storie racconta che un giorno il santo incontrò due giovani che stavano litigando. Si avvicinò a loro con una rosa e li invitò a tenerla unita nelle loro mani, un gesto che li fece riconciliare subito. Secondo una variante della storia, invece, San Valentino avrebbe fatto tornare l'amore tra i due giovani facendo volare intorno a loro diverse coppie di piccioni. Da qui si sarebbe diffusa anche l'espressione "piccioncini" per riferirsi alle coppie di innamorati che si scambiano effusioni d'amore.

Un'altra storia racconta di come San Valentino, quando già era stato nominato Vescovo di Terni, abbia celebrato il matrimonio tra Serapia, giovane cristiana molto malata, ed il centurione romano Sabino. I genitori di Serapia non erano favorevoli al matrimonio, ma Valentino, chiamato dal soldato al capezzale della ragazza, avrebbe prima battezzato il centurione e poi celebrato le nozze. San Valentino è per questo considerato anche il protettore dei matrimoni.


Mancano ormai poche ore a San Valentino, la festa degli innamorati per eccellenza. Per festeggiare insieme alla persona amata, al termine della cena, immancabile è un dolce preparato appositamente per l'occasione, possibilmente a forma di cuore.

 Dal gusto garantito è la torta furba panna e cioccolato. Vediamo come prepararla seguendo la ricetta proposta da Benedetta Rossi.

 

Torta di San Valentino panna e cioccolato.

 

 

A forma di cuore, è perfetta per essere gustata insieme alla persona amata.

 

Ingredienti

4 uova;

150 g di zucchero;

120 di farina;

30 g di cacao amaro;

1/2 bustina di lievito;

500 ml di panna già zuccherata;

100g di latte condensato;

bagna al caffè;

bioccolato fondente tritato.

 

Preparazione

Prepariamo il pan di spagna al cacao.

In una ciotola rompiamo le uova e iniziamo a  frullare  con lo sbattitore elettrico, aggiungiamo lo zucchero, la farina, il cacao amaro, mezza bustina di lievito.

Usiamo una teglia bassa e larga ricoperta di carta forno, la mia è quadrata 35×35 cm. Versiamo l’impasto e livelliamo bene la superficie. Inforniamo a 180° per 10-15 minuti (forno statico).

Sforniamo il pan di spagna e lasciamo raffreddare.

Per formare i cuori li ho prima  disegnati su un foglio, ho inserito lo stencil nel link all’inizio dell’articolo. Naturalmente potete disegnarne uno voi a mano libera, facendo due cuori grandi e due piccoli.

Una volta ottenuti i cuori li posiamo sulla base di pan di spagna e tagliamo con un coltello affilato o con una rotella.

Con i pezzi di pan di spagna avanzato, sbricioliamo tutto in una ciotola perchè ci servirà come decorazione.

Prepariamo la crema per la torta furba panna e cioccolato.

Montiamo a neve ben ferma  la panna zuccherata e aggiungiamo il latte condensato, se non avete il latte potete mettere il miele.

Ora prepariamo il caffè e allunghiamo con un po’ d’acqua per fare la bagna.

Assembliamo la torta furba panna e cioccolato.

In un piatto o vassoio poggiamo uno dei cuori più grandi e inzuppiamo con la bagna aiutandoci  con un pennellino. Copriamo di crema e aggiungiamo le scaglie di cioccolato.

Poggiamo sopra il secondo cuore e ripetiamo aggiungendo crema e scaglie di cioccolato. Ora passiamo ai cuori piccoli al centro, fino a sistemare l’ultimo. Ricopriamo di crema anche i bordi della torta.

 

 

 


 

     SAINT VALENTINE’S CAKE WITH CREAM AND CIOCCOLATE.

 

Ingredients

4 eggs;

150 g of sugar;

120 of flour;

30 g of bitter cocoa;

1/2 sachet of yeast;

500 ml of already sweetened cream;

100g of condensed milk;

soak in coffee;

chopped dark chocolate.

 

How to prepare the cake

Let's prepare the cocoa sponge cake.

Break the eggs into a bowl and start blending with an electric mixer, add the sugar, flour, bitter cocoa and half a sachet of yeast.

We use a low, wide baking tray covered with baking paper, mine is 35×35 cm square. Pour the mixture and level the surface well. Bake at 180° for 10-15 minutes (static oven).

We take the sponge cake out of the oven and let it cool.

To form the hearts I first drew them on a sheet of paper and inserted the stencil in the link at the beginning of the article. Of course, you can draw one yourself freehand, making two large hearts and two small ones.

Once we have obtained the hearts, we place them on the sponge cake base and cut with a sharp knife or a cutter,  with the pieces of leftover sponge cake, crumble everything in a bowl because we will use it as decoration.

Let's prepare the cream for the crafty cream and chocolate cake. Whip the sweetened cream until stiff and add the condensed milk, if you don't have milk you can add honey. Now let's prepare the coffee and add a little water to make the syrup.

Let's assemble the clever cream and chocolate cake.

Place one of the larger hearts on a plate or tray and soak it with the syrup using a small brush. We cover with cream and add the chocolate flakes.

We place the second heart on top and repeat adding cream and chocolate flakes. Now let's move on to the small hearts in the center, until the last one is placed. We also cover the edges of the cake with cream.

We decorate the side edge of the small hearts and the center of the small hearts with the pieces of chocolate sponge cake.

 

 

 

 


 

lunedì 12 febbraio 2024

MY FRIEND "THE BOOK"

 






12.02.2024





MY FRIEND “THE BOOK”

 

 

“LA LIBRERIA DI PIAZZA DELLE ERBE”

Questo libro mi è diventato particolarmente simpatico, anzi,  è entrato nel mio cuore. Non per il contenuto, che racconta di una libreria dove la titolare incontra tanta gente, a volte strana, alcuni con storie di vita da sembrare uscite da un romanzo, ma perché è stato il mio “fedele compagno” durante il lungo viaggio verso Melbourne.(Dic.20.2023-Gen.16.2024)

Ho aperto le prime pagine volando ad alta quota above the amazing white clouds, e continuavo a leggerlo at the aiport in attesa del prossimo volo. Il tempo lo scandivo con la lettura, sfogliando il racconto capitolo dopo capitolo. Qualche volta alternavo l’attenzione al racconto, osservando dal piccolo schermo davanti alla mia poltrona, la mappa dell’aggiornamento del tragitto del volo in corso.

Ogni tanto si avvicinava educatamente the beautiful hostess con il carrello molto fornito di bevande ad offrirmi una bibita,

“Madam would you like a drink?

                                                                        


“Yes thanks, a cup of coffee please”, rispondevo togliendomi gli occhiali.

Arrivando a destinazione, immancabilmente nella borsa portavo sempre IL LIBRO.

Leggevo con piacere quando volevo godermi momenti di totale spensieratezza. I miei posti preferiti erano i giardini:  Parlament Gardens, Northcote Recreation Centre, nei giardini del Melbourne Museum, ma Edinbough Garden rimaneva il mio punto preferito.




Trascorrendo qualche giorno a Sydney, trovai uno spazio a Kieraville playground per posare gli occhi sul romanzo. Talvolta mi capitava di dedicarmi alla lettura seduta sulla panchina lungo la strada, con il sottofondo rumoroso dei tram che transitavano sui binari. La stagione estiva di Melbourne è molto ballerina, gli abitanti la considerano la città dove in un giorno possono manifestarsi le quattro stagioni. Una mattina mentre passeggiavo lungo Queen’s Parade, improvvisamente iniziò  a piovere e per ripararmi mi infilai dentro il locale della lavanderia pubblica, anche in quell’occasione avevo il mio libro a portata di mano in attesa che tornasse il sole.


Non leggo velocemente, ma sono riuscita a portare a termine la novella durante il mio viaggio di ritorno.

 




p.s. e finisce con queste parole……

“Ora so che i libri creano anche legami liberatori. Assieme a chiunque abbia varcato la soglia della mia piccola libreria è nata una storia.

Magari domattina a varcarla sarà , un contadino filosofo, uno scultore egizio, un  cavaliere errante, un vecchio rabdomante  della gariga o un principe russo……..

Non vedo l’ora che sia domani”.

BUONA LETTURA!!!!

 

 


IN AEREO


 Ricordi che fa piacere rivivere....e grazie Emma che me li hai resuscitati con il reportage del tuo viaggio in Australia e,.. come vedi, ho usato le tue foto.

IN AEREO (ricordi qua e là)

Londra è stata la destinazione del mio primo viaggio in aereo. Ero già adulta, ma passai il tempo, per fortuna non troppo lungo, aggrappata ai braccioli della poltrona ,reggendomi forte quasi l'aereo dovesse volare grazie ai miei muscoli. Un incubo! tecca come un baccalà fissavo la parete che avevo davanti e che mi impediva la consolazione di una situazione condivisa con altri (peraltro naturalmente tranquillissimi).

In seguito, per diversi viaggi e trasferimenti, ho usato questo veloce mezzo di trasporto e la permanenza in aereo l'ho sempre apprezzata fino al punto di affermare che se l'aereo fosse caduto, beh, pazienza, sarei morta in una circostanza da me ricercata e goduta. PS. Ero ancora giovane e il concetto di morte improvvisa e non causata da  malattie aveva per me ancora un che di eroico e salvifico.😄

In effetti però è bellissimo quando sopra il mare di nuvole improvvisamente sorge il sole inondando l'aereo di luce : ha il sapore di un miracolo che tutti i giorni si ripete

A SEGUIRE (volando verso la Cina)    Rintronata dalle tante ore di viaggio e dal sonnecchiamento che tento invano di tramutare in sonno, vedo passare le hostess con la colazione:  è una quotidianeità che consola e così la consumi come un rito; è importante perché fa passare il tempo e lo scandisce seguendo un ritmo giornaliero che i meridiani fanno impazzire.      La colazione, lo spuntino, il pranzo, la merenda, la cena...si dice che il cibo in aereo è improponibile: non me ne sono mai fatta un problema, è invece essenziale, secondo me, far durare il più a lungo possibile la colazione, lo spuntino, il pranzo, la merenda, la cena... divertendosi  nel manovrare vassoio, posate, contenitori vari e bustine senza impiastricciarsi e scegliendo dal vassoio, con discernimento, cosa poter mangiare.     In realtà  chiedo sempre  chicken ( pollo) e sempre quello mangio perché è l'unica parola che capisco quando devo scegliere tra pasto vegetariano e no, maiale o manzo, vegetables o potatoes. So pochissimo l'inglese e quando la hostess parla, ascolto una lingua per me strana, cadenzata dall'uso e dalla noia e..non capisco niente, solo chicken!

IL CIBO

.Il cibo in aereo mi ha fatto amare la Cina prima ancora di conoscerla:   ignorante delle temperature glaciali allora in uso sugli aerei e quindi poco attrezzata ed essendo in Italia Estate ricordo una notte freddissima e congelante. Dormicchiavo e soffrivo nonostante la doppia copertina richiesta quando, aperto un occhio, vedo la hostess che silenziosamente per non svegliare i dormienti gira con un vassoio pieno di ciotole fumanti. Dopo segni disperati per farmi notare, ne afferro una: erano noodles cinesi in brodo. Una cosa fantastica ! Non ricordo il sapore, ma quel liquido bollente che scendeva nello stomaco mi aveva riconciliato con la Cina, l'aereo e il mondo. e quella fantastica sensazione di calore la ricordo ancora oggi. 

IL PAESAGGIO         In aereo, vedere il mondo dall'alto è meraviglioso: montagne ,città, fiumi, il nostro Paese ,la nostra città...e anche se ora, grazie ai droni siamo abituati a quel modo di guardare , è sempre stupefacente e molto interessante cercar di riconoscere località geografiche magari studiate a scuola. 

IL MONTE ARARAT (un paesaggio amato)  L'Ararat, dove, secondo la Bibbia, l'arca di Noè si incagliò dopo il diluvio universale, mi era diventato familiare e riuscivo a riconoscerlo dall'aereo ogni volta che facevamo quella rotta; sarà che l'Ararat l'avevo visto anche da terra, al confine tra Armenia e Turchia e ricordavo il dolore degli Armeni nel vedere il monte sacro e non poterci andare perché ora in territorio turco.   Era quindi una montagna con una storia che amavo e la si distingueva bene dall'alto: di forma regolare , la più alta e con la cima sempre innevata, grazie al suo imponente ghiacciaio. Mi faceva molto piacere il riconoscerla, quasi l'avessi inventata io.


Altre storie, altri aerei.   In Uzbekistan, nel 2007,ricordo un vecchio Tupolev sovietico a dir poco impressionante: cinture di sicurezza un po' sì un po' no, un rumore di motori assordante, sedili sudici e sfasciati e un preoccupante fortissimo odore di carburante.  Era un volo interno, breve per fortuna, e grata per essere felicemente atterrata (preghiere esaudite) con simpatia ripenso a quel  sistema molto pratico di recupero bagagli: aprendo il portellone sotto la pancia dell'aereo i bagagli caddero scaraventati a terra e ognuno andò a cercarsi e a prendersi il suo. Devo ammettere che ciascun passeggero quella volta ritrovò il proprio bagaglio.., anche se un po' ammaccato.😄😂

Auguro a tutti un prossimo viaggio aereo splendido e con felice atterraggio ! 😄😃😂

giovedì 8 febbraio 2024

FESTA IN MASCHERA!!!


 

8.02.2024

FESTA IN MASCHERA

(dal web) Secondo la più accreditata interpretazione la parola 'carnevale' deriverebbe dal latino carnem levare ("eliminare la carne"),poiché indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di Carnevale (martedì grasso), subito prima del periodo di astCome e dove nasce il Carnevale?

 Al di là della religione, Carnevale sembra avere origini molto antiche. Nell'antica Roma si celebravano cerimonie pagane in onore del Dio Saturno: i Saturnali. Il Dio Saturno avrebbe propiziato l’inizio dell’anno agricolo infatti, con questa ricorrenza, si intendeva salutare l’inverno ed accogliere la primavera e la fertilità con i festeggiamenti, durante i quali non vi era più differenza tra nobili e plebei, grazie all'uso delle maschere, indossate come difesa contro le potenze diaboliche ostili, con la speranza che avrebbero reso il futuro raccolto abbondante. Per gli antichi romani, Saturno era il  Dio dell'età dell'oro, un periodo felice in cui regnava l'uguaglianza e, con i Saturnali, tutto ciò veniva festeggiato con balli, canti e tutto era fatto in chiave scherzosa, sovvertendo tutti gli obblighi sociali e di classe. A Carnevale ci si dedicava a cibo, bevande e divertimenti sfrenati. Nel Medioevo, i festeggiamenti lussuosi e goderecci sono stati ridimensionati dalla chiesa ed hanno lasciato spazio a rappresentazioni di compagnie di attori in maschera. Il momento clou della festa era l’uccisione di un fantoccio, che rappresentava il capro espiatorio dei mali dell’anno passato e un buon augurio per il nuovo.

 Ma perché?

"A Carnevale ogni scherzo vale" è un modo di dire legato alla nota ricorrenza e fa riferimento al fatto che in questo periodo dell'anno gli scherzi devono essere accettati di buon grado. Il motivo? Ogni occasione è buona per festeggiare. Solo in pochi, però, sanno che il gioco di parole ha origini molto antiche. Veniva utilizzato già all'epoca dei saturnali romani, quando i giorni del Carnevale venivano associati a concessioni, divertimento, baldoria, sovvertimento delle regole sociali e soprattutto dissolutezza. In un contesto simile, dunque, è chiaro che gli scherzi non facevano altro che rendere l'atmosfera ancora più giocosa ed esilarante.

 

Nella mia infanzia non ho mai festeggiato il carnevale.

Il Carnevale si manifesta con colori sgargianti, maschere , e giochi sfrenati. Le piazze dei paeselli si animavano con canti popolari, scenette teatrali, e filastrocche. E così, tra risate e maschere, il Carnevale ci trasportava in un mondo magico.

Ricordo quando da teenager non si vedeva l’ora di andare alla serata della pentolaccia nello storico “CINEMA CHELI”, situato nel Centro Storico di Gallicano e dove adesso esisti la Biblioteca CIAF. Per l’occasione, la proprietaria, La Signora Evelina, trasformava la sala cinematografica in sala da ballo.  Era un piacere per tutti, anche le Mamme venivano, forze con la scusa di tenere d’occhio le figlie alle avance dei  giovani maschietti.

 Adesso ci sono molti locali e sfilate per le strade che portano allegria in questa simpatica festa in maschera.


I miei figli erano molto entusiasti di questo giorno, e non vedevano l’ora di indossare il costume, imitando i personaggi di cartoni animati oppure fiabeschi da loro preferiti. A questa festa non dovevano mancare coriandoli, stelle  filanti, e le gustose frittelle e bomboloni fatti dalla Nonna, che non vedeva l’ora di prepararle in grandi quantità.

  In tutto il mondo il carnevale è una vera e propria attrazione.

 I più famosi: il Carnevale di Venizia,  Rio de Jainero, Santa Cruz de Tenerife, Nizza, Cadice, New Orleans, Colonia, Trinidad e Tobago.

 

Buon Carnevale!!!!!!!!!!





FRITTELLE DI CARNEVALE

Ingredienti per 6 persone

  • 100 gr di farina 00
  • 200 gr di ricotta (vaccina)
  • 1 uova
  • 50 gr di zucchero
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 1 arancia (la scorza grattugiata)
  • 1 cucchiaino di cannella (in polvere)
  • q.b. di latte

1 pizzico di sale

 Preparazione

Lavorare a crema ricotta, uova e zucchero

Per preparare le frittelle di ricotta in ciotola riunite la ricotta, l'uovo e lo zucchero e lavorateli per ottenere una crema. Lavorare l'impasto

Aggiungete la farina, il lievito, un pizzico di sale, cannella e la scorza grattugiata dell'arancia biologica. Amalgamate gli ingredienti aggiungendo all'occorrenza un po' di latte. L'impasto deve essere morbido e compatto, sollevandolo con una spatola deve mantenersi compatto e attaccato ad essa, cadendo quando viene scosso.

Friggere le frittelle

Riscaldate abbondante olio di semi in una padella dai bordi alti, poi friggete le frittelle, prelevando l'impasto con un cucchiaio, poche alla volta, per non far abbassare troppo la temperatura (che dovrà essere di circa 175°) facendole dorare bene. Rigiratele spesso durante la cottura per farle dorare bene. Non abbiate fretta nella cottura, altrimenti rischiate di lasciare crudo l'interno delle frittelle. Quando sono pronte scolatele con una schiumarola e adagiatele su un piatto dove avrete messo della carta da cucina per far assorbire l'olio in eccesso. Potete servire le frittelle spolverizzandole di zucchero a velo o rotolandole ancora calde nello zucchero semolato, aromatizzato con la cannella.


 

 CARNIVAL PANCAKES

 

 Ingredients for 6 people

100 gr of 00 flour

200 gr of ricotta cheese (cow's milk)

1 egg

50 gr of sugar

1 sachet of baking powder

1 orange (grated zest)

1 teaspoon cinnamon (powder)

milk to taste

1 pinch of salt Preparation

Cream the ricotta, eggs and sugar

 

To prepare the ricotta pancakes,

Combine the ricotta, egg and sugar in a bowl and mix them to obtain a cream. 

Work the dough

Add the flour, yeast, a pinch of salt, cinnamon and the grated zest of the organic orange. Mix the ingredients, adding a little milk if necessary. The dough must be soft and compact, lifting it with a spatula must remain compact and attached to it, falling when shaken.

 Fry the pancakes

Heat plenty of seed oil in a high-sided pan, then fry the pancakes, scooping out the dough with a spoon, a few at a time, so as not to lower the temperature too much (which should be around 175°), making them brown well. Turn them often during cooking to brown them well. Don't rush cooking, otherwise you risk leaving the inside of the pancakes raw. When they are ready, drain them with a slotted spoon and place them on a plate where you have placed some kitchen paper to absorb the excess oil. You can serve the pancakes by sprinkling them with icing sugar or rolling them while still hot in granulated sugar, flavored with cinnamon.

 

STORIA DI NATALE - RODARI

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