mercoledì 31 luglio 2024

L'albero dei fazzoletti

 

L’albero dei fazzoletti


Ho avuto la fortuna di trovarmi in un giorno di aprile o inizio maggio (non ricordo bene, comunque ho poi saputo che quello è il tempo della sua fioritura) sotto un grande albero quando i suoi petali bianchi cadevano a terra.
Non posso dimenticare la meraviglia e la bellezza di quel momento!
Sotto e intorno alla pianta si era formata una copertina bianca e leggera che uno sbuffo di vento primaverile aveva poi in parte sollevato creando una nuvoletta candida.


Cercai subito informazioni. Si trattava della Davidia Involucrata, nota come albero dei fazzoletti o nel mondo anglosassone ghost tree (albero dei fantasmi) o dove tree (albero delle colombe).
Il nome latino è invece un tributo a Padre Armando David (1926 – 1900), il missionario francese che per primo descrisse l’albero dai meravigliosi fiori bianchi che cresceva spontaneamente nella montagna della Cina Occidentale.
Nel 1900 fu introdotto in Europa, ma sebbene sia passato più di un secolo rimane ancora una pianta poco conosciuta e utilizzata, pur essendo particolarmente attraente, adatta a grandi giardini o parchi pubblici.
 
Ha foglie dentellate a forma di cuore che a prima vista possono essere confuse con quelle del tiglio. 
La sua fioritura è molto generosa, tanto che la pianta assume un colore bianco verdastro che la fa distinguere anche da lontano. I veri fiori sono piccoli e rossastri, ma alla base portano un calice formato da due brattee bianche, pendule e messe in posizione opposta. Una di queste, la più grande, è del tutto simile alle foglie tanto da sembrare anch’essa una foglia, ma di color bianco latte. Le brattee somigliano a pezzi di tessuto che nelle giornate ventose ondeggiano come fazzoletti in lunghe file al di sotto del livello dei rami. 


Lo spettacolo continua quando i petali bianchi cadono a terra leggeri, formando un tappeto bianco alla base del tronco.
Davvero la natura riesce sempre a stupire e ad incantare! A volte basta proprio poco per assistere a spettacoli quasi commoventi e inaspettati.
Infatti la bellezza della Davidia è nella sfioritura. Normalmente, in tutte le piante, i petali dei fiori cadono quando appassiscono. In questa, invece, le brattee si staccano nel momento della loro massima fioritura, generosa e meravigliosa, e cadono a terra dolcemente con intervalli regolari e la delicatezza di un fazzoletto.
C’è da augurarsi che catturi sempre più l’attenzione e venga coltivata, considerando che è una pianta rustica, capace di resistere anche a temperature basse.




martedì 23 luglio 2024

LA CUCINA TRADIZIONALE

 23.07.2024

La cucina tradizionale

 


     Stamattina verso le ore 12, mentre imboccavo la Via San Fabiano, nel Centro Storico, mi è arrivato nelle narici il profumo di cucina, una vera delizia. Un aroma che conosco bene, sapori d’infanzia, e ricordi che nutrano.

     Sicuramente quel profumo derivava da una bella casseruola di minestrone che bolliva piano, piano sul fornello, sprigionando tutta la bontà delle verdure fresche colte nell’orticello.

    D’estate tutto ha un sapore del sole d'orato.

    Una volta le Nonne iniziavano presto la mattina a preparare, con amore e santa pazienza, il cibo per la famiglia, e non ci sono dubbi che piacesse a tutti. Al di sopra di tanti gradevoli odori, mi ricordo in particolare, il trito di prezzemolo e aglio per marinare le acciughe, e la fragranza del basilico per una pommarola estiva.


 Le nostre Mamme, con le loro mani esperte, si dedicavano a tirare la pasta, per preparare quelle ricette tramandate da Madre a Figlia, dove ancora oggi la mia generazione porta in tavola, continuando la tradizione. A quei tempi ci si svegliava con il profumo avvolgente del pane croccante appena sfornato, ed insieme a questo si mescolava la dolcezza delle torte, con amaretti, uvetta, cacao e semolino.

    


 Il cibo tradizionale ci unisce, ci riporta alla tavola di casa, esattamente dove troviamo la nostra storia.



Un abbraccio che ci lega alle radici, del nostro passato.


giovedì 18 luglio 2024

L'ESTATE










L'ESTATE
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19.07.2024

L’estate porta calore e si tinge di sfumature musicali. L’estate porta nuovi amori, a volte destinati a vivere solo per una stagione.

I campi di grano ondeggiano sotto il sole cocente, e l’aria profuma di tanti fiori colorati. Le giornate estive si allungano, e le serate si accendono di luci scintillanti per le feste sotto le stelle. Le lucciole illuminano il buio e le cicale regalano un concerto. L’estate è la stagione dei bagni al mare, delle gite in montagna, di un bel libro da leggere sotto l'ombrellone, e delle lunghe passeggiate.

Le risate risuonano nei cortili, e i gelati si sciolgono nelle manine dei bambini.

Tra i colori dell’estate ci sono la frutta e verdura, un bene prezioso da portare in tavola: anguria, melone, cetrioli, fragole, pesche, albicocche, susine e zucchine. Le bibite fresche sono molto apprezzate, ma per dissetare, l’acqua è la più richiesta, e meglio a temperatura ambiente.



Indossare il cappello sta diventando una necessità per ripararsi dai roventi raggi del sole. Il cappello che sia piccolo oppure oversize, a visiera larga o a calottina, è un must per la stagione. Il copricapo di paglia è indicato, ma ci sono tanti altri modelli adatti per tutti i gusti, come il celeberrimo Panama, e non solo.


L’estate è un abbraccio caldo!!!!

 

(Dal web)

Chi ha inventato i cappelli? La loro storia ed origine

I cappelli sono essenzialmente una copertura per la testa e vengono indossati per molte ragioni diverse: moda, protezione dal sole, cerimonie o rituali e sono spesso diversi per donne e uomini. La prima rappresentazione di un essere umano con un copricapo è di 15 mila anni fa: alcuni graffiti in una caverna a Lussac-les-Châteaux (Francia) ne sono la testimonianza. In quel tempo era uno strumento di difesa contro pericoli, come ad esempio la caduta di sassi o di rami. Col passare del tempo, il copricapo divenne un simbolo; ne è un esempio il pileo, che per gli antichi Greci (ma anche nell’antica Illiria, Etruria e Pannonia) indicava l’appartenenza alle classi basse: in feltro o pelle, era usato da operai, pescatori e marinai (anche Ulisse, celebre personaggio della mitologia, veniva raffigurato col pileo). Nell’antica Roma, invece, era simbolo di libertà: veniva dato agli………

 

https://www.frasconi.it/tipi-di-cappelli

https://www.frasconi.it/tipi-di-cappelli



domenica 7 luglio 2024

Un po' fissatello. Ecco il risultato.

 


La mia ultima esperienza come insegnante è nata al termine del 2019 ed ancora non è terminata.

Sono in pensione e mi è piaciuto aprire classi gratuite di apprendimento non-formale. Ho voluto dare il mio contributo alla riduzione del divario digitale tra le generazioni, peso di una nuova discriminazione culturale. Un progetto rivolto agli adulti, un po’ come quando si interviene con gli scolari che hanno interrotto la scuola. Informatica Pratica, la educazione digitale è di estrema urgenza per permettere ad ogni persona di essere al pari con le modalità di accesso alle informazioni ed ai servizi. Ormai sempre più tante incombenze si svolgono a distanza, serve il pc e lo smartphone.

L’idea molla è che apprendere e migliorare le conoscenze informatiche renderebbe chiunque un cittadino più attivo e più sveglio di chi non abbia quelle conoscenze.

Didattica in presenza interrotta dal confinamento per Covid19 dal marzo 2020, didattica a distanza per più di un anno, poi blended learning, cioè un misto di on-line e in-presenza. Il percorso si trasforma in educazione continua.

Si può pensare di accompagnare gli adulti che sono a scuola alla scoperta dell’inglese usando le abilità ci si apprendono col corso di Informatica Pratica?
E la risposta è stata pratica; abbiamo dedicato una lezione ogni 15-21 giorni a Little English – Let’s speak English. Ma anche una chat English obliged! 
E siamo partiti dal lessico. Del resto c’eravamo partiti anche quando abbiamo imparato a creare la presentazione multimediale per documentare il percorso fino al 2022. E era sottinteso che la lingua sarebbe stata una conquista da spalmare su tutti i corsisti quando aprimmo il blog condiviso maidiremaiadulti , per uso didattico, che è divenuto espressione della crescita culturale trasversale che il gruppo classe stava maturando. Una questione di sensibilità e di orgoglio di esser di nuovo studenti. Poi è venuto il libro Ricordi dal Viaggio, il diario della classrooom, della didattica, delle produzioni e quindi della crescita del tessuto culturale che l’apprendimento può continuare a creare anche in età adulta.

Nel 2022 la vicenda fantastica nell’isola delle mascherine sbarca in EPALE (piattaforma europea per l’apprendimento degli adulti), nella sezione Digital Transition and the opportunities of blended learning. Transizione digitale e le opportunità dell’apprendimento misto.

Nel 2023 con la Associazione ETS UniTre Barga, per la quale svolgo il lavoro di insegnamento volontario, come AAAS abbiamo organizzato il Convegno L’educazione degli Adulti per le competenze ed il benessere.  

È della fine del 2023 l’inizio della collaborazione mensile con Il Giornale di Barga per una rubrica di 12 numeri dal titolo L’Angolo degli AAAS – Our Corner, pezzi di storia dalle generazioni degli adulti in corsa verso il futuro. In questo 2024 uscirà il volumetto dedicato a questa ultima esperienza e ai cambiamenti che l’educazione continua porta nelle giornate delle persone, nei loro ambienti e nei loro pensieri.

 

Cosa è cambiato?

L’esperienza che stiamo continuando a fare con l’insegnamento on line o blended, è come avere una classe continuamente aperta. Abbiamo affiancato al formato di classroom di Google alle video conferenze  e agli appuntamenti in presenza, un gruppi di messagistica istantanea per cui il laboratorio può essere aperto in ogni momento della giornata ed ognuno può procedere coi propri tempi per intervenire e seguire nuove indicazioni o rispondere e commentare.

La vita dei miei studenti è cambiata moltissimo; iniziando dalla necessità di far posto al tempo scuola nelle giornate. Le nuove incombenze hanno influito sulla organizzazione delle giornate degli adulti che ritornano a scuola. Sebbene per gli AAAS non ci sia alcun obbligo, l’impegno influisce sul modo di spendere il proprio tempo.


Uno spazio vita parallelo a quello delle proprie relazioni ed impegni, come avviene per i giovani studenti delle scuole del mattino.

Nella mia vita questa esperienza ha riportato, dopo quattro anni di interruzione il gusto e l’impegno di programmare e condurre una docenza non formale sorprendente, sia dal punto di vista didattico e metodologico, sia dal punto di vista umano e sociale. Le mie giornate sono tornate a riempirsi della mission di insegnante.


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Questo corso, guidato dal professor Renato Luti, ha adottato un approccio unico e coinvolgente, utilizzando contenuti della vita reale degli studenti per le esercitazioni1.

.Gli studenti hanno creato presentazioni multimediali, un blog condiviso, calendari digitali e stampati, e persino un’avventura fantastica raccolta in un libro1.

Inoltre, hanno sviluppato due classi online per l’apprendimento dell’inglese, sfruttando le competenze di un membro madrelingua del gruppo1

mercoledì 3 luglio 2024

UNA STORIA DI MOTO!!!!



 3.07.2024





Già da ragazzotto mio Marito nutriva la passione per le motociclette, e trasmise questo amore a nostro Figlio, dove alla fine della maturità (2000) incoronò il suo sogno di meccanico in un’officina di riparazioni di  motocicli, per lui era il massimo, ed era felice!!!!

 

 Conobbi mio Marito (1968) nella piazzetta del Centro Storico seduto per terra davanti alla sua amata Lambretta, circondato di stracci, che usava per lustrarla, e vari attrezzi meccanici per la manutenzione. Quel piccolo veicolo riusciva a distrarlo anche dalla compagnia degli amici e delle amiche.

Un giorno decise di alzare lo sguardo anche su di me, e iniziò la conversazione presentandomi quella motoretta con parole tecniche che  mi limitai solamente ad ascoltare. Da quel giorno i suoi atteggiamenti nei miei confronti cambiarono. Mi invitava spesso a fare un breve “giretto” in paese perché potessi provare il brivido di stare sulla sella delle due ruote. Con molta calma e pazienza mi insegnò la corretta posizione di seduta sul veicolo, indicandomi anche il modo giusto da adottare per accompagnare la manovra nelle curve, praticamente dovevo tenermi molto stretta a lui con le braccia intorno al suo giro vita. Lui sapeva tutto: i giusti giri del motore, e la marcia perfetta da inserire durante la corsa ….. ed era pronto a farmi qualsiasi osservazione riguardo l’oggetto.

A quei tempi il casco non era obbligatorio e noi affrontavamo il viaggio con il vento nei capelli e i moscini negli occhi.

Eravamo giovani (lui 19 ed io 17 anni) quando si viaggiava con la Lambretta, ed era appropriata per una coppia di fidanzatini come noi.


 dal web) La Lambretta è uno scooter italiano prodotto dalla industria meccanica Innocenti di Milano, nel quartiere Lambrate, dal 1947 al 1972. Il nome "Lambretta" deriva dal fiume Lambro, che scorre nella zona in cui sorgevano proprio gli stabilimenti di produzione.[1]

Forse non tutti sanno che durante la seconda guerra mondiale, la fabbrica Innocenti fu bombardata e completamente distrutta. Innocenti, nell’attesa di riacquisire da parte degli Alleati gli stabilimenti di Milano, diede vita nella Capitale allo studio del prodotto che avrebbe costituito la riconversione post-bellica della fabbrica: infatti, prendendo ispirazione proprio dai motor scooters militari americani che si vedevano in Italia durante la guerra, e comprendendo le nuove necessità di motorizzazione utili alla popolazione nell’immediato dopoguerra, decise di dedicarsi alla produzione del rivoluzionario scooter.

Quali sono le principali caratteristiche meccaniche della Lambretta 

Come la Vespa, anche la Lambretta, quando fu progettata, aveva un motore a 2 tempi funzionante a miscela di benzina e olio, nonché 3 marce, con una cilindrata che variava dai 49 ai 198 cc. Diversamente dalla Vespa, che è stata costruita con un telaio costituito da un solo pezzo, la Lambretta però aveva una struttura tubolare più rigida su cui veniva assemblata la carrozzeria.

https://www.google.com/search?q=la+storia+della+lambretta

                        


 Gli anni passarono e ci sposammo (1973). A quel punto si mise da parte quel veicoletto per passare alla guida di una macchina, per far fronte  alle esigenze famigliari. 

I figli crescevano, ed arrivò il momento che diventarono indipendenti, e come per tanti genitori, anche noi ci trovammo a viaggiare molto spesso da soli. 

A quel punto, si risvegliò in lui, quella passione, di motociclista che per anni lasciò dormire nel suo cuore.

Rimuginava i suoi pensieri e presto decise di comprare una moto Ducati (1998), anche a me piacque la scelta. Ci affrettammo ad attrezzarci con caschi, tute, stivali, guanti, borse laterali per il bagaglio, “chi più ne ha più ne metta”, non ci doveva mancare nulla per viaggiare in sicurezza su quella bella moto, di colore “canna da fucile”. Con la testa avvolta da quel casco integrale mi sentivo spensierata, riuscivo a sentire i profumi, la freschezza e la dolcezza dell’aria, le vibrazioni sulle braccia, le gioie, le meraviglie e i disagi quando il tempo era brutto. E poi anche quella sensazione magica quando la strada è monotona e il tempo non esiste più.



 Partecipavamo ai raduni organizzati dal MOTO CLUB, e la sensazione che si prova a muoversi con un gruppo di oltre 300 moto scattanti, è indescrivibile.

Molto di più nella stagione estiva si sente a distanza il rombo delle moto, e come fulmini si vedono sfrecciare. Mi emoziona!!! Mi piace quando i centauri, avanzano nelle lunghe file in autostrada, sembra che volino e si aggiudicano la padronanza della strada in libertà.

Ma quando gli anni si fanno sentire, è bene pensare,

“chi va piano, va sano e lontano”

 

BUONA GUIDA MOTOCICLISTI

 

(Dal web)

 

La storia della Ducati

 

https://www.powerbikeprato.it/la-storia-della-ducati/

 

 

Il logo Ducati è stato modificato tantissime volte nel corso della storia dell’azienda. L’ultima versione è stata creata nel 2008 per celebrare l’emozione della curva, luogo e momento in cui una moto Ducati regala sensazioni uniche e impareggiabili. La curva è incastonata in uno scudetto di colore rosso, simbolo di vittoria e di sportività italiana, e sovrastata dal classico logo Ducati.

Il nome Ducati

L’azienda fu creata nel 1926 dall’ingegnere Antonio Cavalieri Ducati con il nome di Società Scientifica Radio Brevetti Ducati, specializzata nella ricerca e produzione di tecnologie per le comunicazioni radio. Lo scopo era di sfruttare industrialmente i brevetti del figlio Adriano che, benché giovanissimo, aveva realizzato il primo radio collegamento stabile fra Italia e Stati Uniti. Negli anni a seguire l’azienda cominciò ad affermarsi anche su altri campi industriali ma fu solo nel dopoguerra che, nel 1946 fu creato il reparto motociclistico.

 

 

 

 

 

 

I "MANGIARINI" DI UNA VOLTA ......

 15.11.2024 “Nonna non mi aspettare oggi a pranzo, vado al sushi, e stasera dopo la partita ceno al Mac Donald’s con la squadra”.  “oh my ...